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Il Napoli perde a S.Siro, ma la Roma lo grazia

il Napoli perde a S.Siro 2-0, la quinta sconfitta del Campionato, rischia di mettere a repentaglio il secondo posto in Campionato, ma, come accaduto la settimana scorsa contro il Bologna, la Roma perde altri punti per strada, impattando 3-3 a Bergamo, nella partita di mezzogiorno, e resta a 5 punti dagli azzurri a 5 giornate dal termine.

Un regalo che arriva dal cielo, il Dio pallone si è evidentemente accorto del gran campionato del Napoli e ha deciso di graziare gli azzurri, evitando l’imbarazzo dello scontro diretto dell’Olimpico, almeno per ora, consentendo ai partenopei di giocarsi un’altra chance prima di quel match, ossia quella di battere il Bologna e di arrivare al 25 aprile con il giusto margine di vantaggio.

Ricordo che il secondo posto, meritato sino ad ora dagli azzurri, è, per quanto mostrato in Campionato, obiettivo essenziale per la Champions diretta, ma ancor più importante nell’anno in cui tra giugno e luglio si disputeranno Europei e Coppa America, per evitare il preliminare , come nell’anno del Mondiale, iniziato con la disfatta di Bilbao (abbiamo ancora l’amaro in bocca per la stagione scorsa, del resto).

Gli azzurri, orfani di Higuain, al quale venerdì è stata ridotta da 4 a 3 giornate la squalifica (come prevedibile e previsto), avevano il difficile compito di giocare a S.Siro, con i nerazzurri all’ultima spiaggia, determinati come non mai quando ci affrontano, soprattutto dopo le polemiche di Coppa Italia e le vicissitudini iniziali del Campionato, per una pezzo del quale ci siamo scontrati da avversari diretti.

La gara era già di per sè difficile e insidiosa, un conto è giocare col Verona senza Higuain, altro è giocare a Milano, con il buon Gabbiadini, che, ripeterò all’infinito, non è una prima punta nel 4-3-3 nel modo più assoluto (lo può fare , ma non è proprio il suo ruolo ideale).

La terna arbitrale, come se non bastasse, ci ha messo del suo, non fischiando il fuorigioco a Icardi sul gol dell’1-0 dopo circa 3 minuti : fuorigioco che c’era, seppur di poco, con una linea difensiva non piazzata alla perfezione (Albiol non era proprio allineato con i compagni), ma comunque quanto basta per mettere in offside Icardi.

Questo episodio ha condizionato l’intera gara, perchè, nonostante il Napoli avesse tutta le possibilità di riprendere il risultato nei restanti 90 minuti, partire con l’handicap a S.Siro contro l’Inter (che subisce poco) e senza Higuain, rendeva ardua la rimonta, considerando, fattore non da poco, che il vantaggio ha consentito ai nerazzurri di impostare la gara secondo le proprie caratteristiche congeniali, difesa e contropiede.

Il Napoli , tra l’altro, non si è abbattuto dopo il gol subito, ha giocato per 40 minuti un buon calcio, pur non possedendo quell’onda d’urto offensiva mostrata per gran parte della stagione, un pò a causa della stanchezza di alcuni uomini a fine campionato, ma anche perchè togliere 30 gol a quest’attacco (Gonzalo) non è poco contro una difesa forte e preparata come quella nerazzurra.

Eppure il Napoli ci ha provato, nonostante la scarsa vena di Insigne, pur con Gabbiadini ingabbiato nella morsa Miranda-Murillo, contro i quali anche Higuain sarebbe andato in difficoltà. Hamsik, Allan e Jorginho hanno combattuto per 40 minuti e gli azzurri ci hanno provato, senza riuscirci.

Una mazzata tremenda il secondo gol dell’Inter, con Koulibaly che sbagliava il movimento, facendo due passi avanti, senza riuscire a mettere in fuorigioco Icardi, che forniva l’assist vincente a Brozovic per la rete del 2-0, proprio prima del duplice fischio finale del tempo.

Il doppio vantaggio è stato gestito bene dall’Inter, che riusciva a non subire gol nei primi 15 della ripresa, con gli azzurri che mostravano un progressivo calo psicofisico nella mezz’ora finale, il che ha dato a molti la sensazione di scarso impegno e cuore, ma che in realtà è stata impotenza, quella di riprendere un risultato difficile da recuperare senza le giuste credenziali offensive e con l’incombente stanchezza , tipica dei finali di Campionato.

Insomma, già le difficoltà della gara erano evidenti, se gira anche male e poi commetti l’errore difensivo, pur con tutte le speranze accese, c’è poco da fare e recriminare.

Per fortuna ieri ci ha pensato la Roma a toglierci da un evidente imbarazzo, con i giallorossi che in vantaggio duplice, si facevano raggiungere a superare da una coriacea e brillante Atalanta, che poteva punire severamente gli avversari (2 gol divorati da Borriello sul 3-2), ma che ha comunque fermato sul 3-3 gli avversari, facendoci un regalo enorme.

Forse la Roma ha dedicato poca attenzione a Bologna e Atalanta, distratta come sempre dalla sfida dell’Olimpico contro gli azzurri, alla quale si guardava con troppa famelica attenzione, non pensando che gli avversari, prima di quella sfida erano ben 3, con 9 punti in palio. Un classico limite dei giallorossi.

La Roma (forse un caso?…Non credo) ha anche assaporato quello che era toccato agli azzurri (e per cui Sarri si era giustamente lamentato), ossia provare l’ebbrezza di giocare nel posticipo del lunedì e nella gara di mezzogiorno, perdendo ben 4 punti su 6, circostanza che ci era costata cara nell’inseguimento alla Juventus (lunedì con Milan e Fiorentina, 2 pareggi…sconfitte con Bologna e Udinese a ora di pranzo), a dimostrazione che giocare “dopo” la diretta avversaria e/o alle 12 nelle partite decisive a fine campionato è una variabile impazzita, se non un sicuro handicap.

Ora però tocca a noi beneficiare del regalo, tocca a noi battere il Bologna e conservare poi il vantaggio accumulato, sino al termine. Il destino Champions è nelle nostre mani e di nessun altro.

Ogni discorso sulla stagione, sui pregi e difetti, sugli errori, sui meriti e le eventuali colpe, li faremo ad obiettivo raggiunto , a stagione finita, ora c’è una Champions da conquistare, c’è da restare uniti e non buttare al vento ciò che di ottimo è stato costruito.

#FNS

 

 

 
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