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BILANCIO SSC NAPOLI al 30.06.2022 : -52M, ma grande solidità e futuro radioso

E’ stato reso pubblico il bilancio del Napoli al 30 giugno 2022, che si è chiuso con un rosso di 52 MILIONI

Dopo 2 anni di magra senza Champions (con Ancelotti e Gattuso) e con il Covid che ha pesantemente influito sui conti societari (con un rosso relativo il primo anno di 19 milioni e uno di 58 milioni l’anno successivo) il Napoli, nel primo anno di Spalletti, con le scorie del Covid e un mercato nazionale ed internazionale povero e fatto di prestiti e acquisti a basso costo, ha preferito non svendere pezzi da 90 e ha cercato di tenere i pezzi migliori per tentare di tornare in Champions.

Operazione riuscita, grazie al gran lavoro del Mister, ma che non ha soddisfatto appieno i tifosi azzurri, arrivati a un passo dal terzo Scudetto, obiettivo non dichiarato a inizio stagione, ma che si è fatto concreto durante l’anno e raggiungibile, nonostante qualche passo falso di troppo durante il percorso, ad aprile.

Nel finale 3 gare scellerate (le 2 in casa con Fiorentina e Roma e la terza ad Empoli) hanno relegato il Napoli in terza posizione nella delusione generale, che ha fatto passare in secondo piano l’obiettivo principe, ossia il ritorno in Champions, raggiunto addirittura con largo anticipo e mai messo in discussione lungo il corso di tutta la stagione.

Nelle Coppe non ci sono state grandi soddisfazioni, con eliminazione con la Fiorentina in Coppa Italia e nei 16esimi di EL contro il Barcellona (dopo aver superato da secondi in classifica il Girone).

I MOTIVI DELLA PERDITA in BILANCIO

Prima di entrare nel dettaglio della seconda perdita più grande di sempre dell’era De Laurentiis, possiamo subito individuare i motivi di tale perdita, che sono sostanzialmente 2 :

- Mancata qualificazione Champions (con la beffa contro il Verona all’ultima giornata dell’anno precedente)

- Plusvalenze assenti, con cessioni complicate e inibite dalla crisi economica del calcio in periodo pandemico, che non ha consentito di cedere giocatori, che si è preferito trattenere stavolta, quantomeno per non svenderli (ma anche per ottenere una squadra competitiva per tentare l’ingresso in Champions, poi centrato).

A queste 3 voci di entrata fa da contraltare la voce dei costi, già in netta diminuzione rispetto all’anno precedente, passata da 306M a 241M.

I dati in ogni caso sono fuorvianti perché c’è una bella fetta di diritti televisivi ricevuti nell’anno precedente, per lo slittamento dei Campionati post lockdown, si è passati  da 123 a 89 MILIONI, ed è questa la voce che pesa maggiormente alla voce entrate, passate da 228 MILIONI a 175 MILIONI e che ha contribuito a “spalmare” 110 MILIONI di rosso in 2 annate, per non gravare in maniera pesante sul bilancio di una sola stagione.

RECAP BILANCI PRECEDENTI

Il Napoli nell’era De Laurentiis, con una gestione molto oculata (sin troppo per una gran fetta della tifoseria) è riuscito ad accumulare una riserva di utili notevole, pari a 125 MILIONI, che nella imprevedibilità del verificarsi di una pandemia mortifera per l’economia del Paese e del sistema calcio, ha evitato il default e ha consentito di ripianare tutte le perdite a bilancio.

Un “unicum” in Italia, facilmente verificabile dando uno sguardo alle perdite di tutte le big del calcio italiano (che vanno dai 210 ai 260 milioni di rosso solo nel 2022 e che nel periodo Covid, durato 2 stagioni e mezza hanno portato scompensi finanziari per circa 500M di euro per ogni società)

Milan rosso da 350M nel triennio.

Inter rosso di 487M nel triennio

Roma rosso da 604M nel triennio

Discorso a parte per la Juventus, si arriva a 1 miliardo, senza considerare le presunte omissioni rilevate per ora dalla Procura.

Insomma Gravina e la Figc sono di fronte a un calcio italiano moribondo e indebitato.

Il Napoli costituisce un’eccezione, esempio di gestione virtuosa, che porterà quest’anno, non solo a coprire tutte le perdite subite, ma anche a ritornare con utili da capogiro…Napoli primo in classifica, grazie a Giuntoli e ai rischi presi sul mercato, con riduzione drastica dei costi tra l’altro.

RISERVE e LIQUIDITA’ di CASSA

Le riserve volontarie sono sempre tante, (ben  145 Milioni prima del Covid), mentre il cash in cassa era 123 milioni al 30.06.2020.

Il bilancio al 30.06.2021 con le perdite di 58M ha determinato una diminuzione delle riserve di utili passano a 125M, mentre era scesa di circa 10M la liquidità in cassa, che passa a 96 MILIONI (dai 105 dell’anno precedente).

Il Napoli in questo bilancio copre ampiamente le perdite con le riserve di utili ed è riuscito a ottenere un finanziamento da Unicredit (per la prima volta dal 2007) di 52 MILIONI per non ridurre troppo il cash (liquidità di Cassa) necessario a far fronte ai pagamenti correnti.

I JOLLY : LA RIVALUTAZIONE del MARCHIO e Il FINANZIAMENTO di UNICREDIT

Qui De Laurentiis si è giocato 2 Jolly, l’anno scorso ha rivalutato il marchio (75M la stima effettuata da un esperto del settore), rinsaldando l’attivo (da immobilizzazioni immateriali) e le riserve, che passano, marchio incluso, a 198,5 M (con un incremento per la rivalutazione del marchio di 72,750M).

Questa operazione ha consentito addirittura di aumentare il patrimonio netto, che passa da 126 MILIONI a 140 MILIONI.

Nell’anno successivo, ossia relativo al bilancio di cui ci si occupa, ha invece fatto ricorso al finanziamento bancario ( a tasso agevolato) per mantenere alta la liquidità di Cassa.

Questa mossa non comporta un indebitamento considerevole e ha consentito al Napoli di ovviare alle difficoltà del Covid, economicamente subito ristabilite nella stagione in corso, con le cessioni (i primis di Koulibaly e Fabian Ruiz) per 70 MILIONI e gli incassi della Champions, per ora già 60 MILIONI, ma destinati a crescere.

BONUS CALCIATORI e PAGAMENTO AGENTI

Il Napoli ha fatto valere la cospicua disponibilità liquida, potendo far fronte non solo al pagamento dei bonus contrattuali dei calciatori, già dimezzati l’anno scorso e scesi a 6 MILIONI (dopo le cifre record di 13,8M nel 2020 (13,5 anno precedente e 11 nel 2017-18), ma ulteriormente diminuiti quest’anno, per l’importo di circa 3,5 MILIONI (oltre 500mila € per l’allenatore ).

Pesa meno il pagamento degli Agenti dei calciatori stessi, 4,7 milioni, di gran lunga infriore alla cifra record corrisposta di circa 13 milioni l’anno precedente.

Bonus e Agenti hanno avuto complessivamente un minor costo, 10,7M rispetto ai 19M dell’anno precedente e ai 24 milioni del 2020 (contro i 20 MILIONI del 2019), 2 voci di non poco rilievo, da tenere ben presente quando si fanno le valutazioni in termini di spesa.

COSTI e RICAVI : TREND in PERDITA e RIMEDI

Ricordiamo cosa era successo nel quadriennio precedente, il che serve anche a comprendere i numeri di questo bilancio, che analizzeremo nel particolari.

Nel 2017 ricavi per 308 milioni e costi per 207 milioni hanno determinato 100 milioni di entrate in più, dai quali sono stati detratti  34 MILIONI di tasse pagate al fisco per arrivare all’utile di 66 milioni.

Nel 2o18 ricavi per 215 milioni e costi per 219 milioni, hanno determinato un leggero rosso, terzo anno di Sarri , in cui non fu ceduto nessuno e si fecero plusvalenze solo con Zapata e Pavoletti per circa 30 milioni.

Anche il 2018-2019 non fa eccezione. Circa 300 milioni i ricavi e 252 di costi

Nel 2019-2020 i ricavi sono scesi a 274M a fronte di costi aumentati per un totale di 294M

Nel 2020-2021 i ricavi sono ulteriormente scesi a 224 milioni e i costi sono ulteriormente aumentati in maniera insopportabile per la società, a oltre 306 MILIONI.

Quest’anno i ricavi sono scesi ulteriormente senza plus e Champions a 175 MILIONI, ma si è avuta anche una prima drastica riduzione dei costi passati da 306M a 241M.

Ovviamente questo trend si è dovuto invertire quest’anno, con una drastica riduzione dei costi, soprattutto di monte ingaggi (con le cessioni di big con ingaggi top, da KK a Insigne, da Mertens a Ghoulam), con gli incassi schizzati con cessioni e Champions.

Ingaggi sostituiti da altri ben più contenuti, ma con l’arrivo di calciatori di ottimo livello come Kvara, Raspadori, Kim, Olivera, Simeone e Ndombele.

Ma entriamo nel dettaglio delle voci di costi e ricavi.

RICAVI 175 MILIONI  (228 MILIONI anno scorso, 274M nel 2020, 299 milioni nel 2019 e nel  2018 215 milioni)

1)      Ricavi da gare

12 MILIONI (10M da Campionato e 2M dalla EL, solo 18mila € da Coppa Italia al Maradona contro la Fiorentina)

Ridotto a zero, con Stadi chiusi nella stagione 2020-2021.

I ricavi da stadio, ossia dalle gare degli azzurri nell’annata calcistica 2019-2020, ammontavano a 13.197 milioni rispetto ai 15,872 milioni dell’anno precedente, circa 2,7 milioni in meno, con 3,2 milioni in meno dell’anno precedente, 19,1  milioni (arrotondati), (contro i 19,7 milioni dell’anno ancora precedente).

2) i proventi Uefa (inclusi diritti tv per partecipazione alla Europa League)

Secondo fattore di perdita di circa 45 MILIONI (senza Champions) proventi dei diritti delle Coppe sono stati di € 16.537.817 per l’EUROPA LEAGUE (€ 17,797 MILIONI l’anno precedente) con la Champions sono stati di circa 61 MILIONI- 56 milioni – 66,113 milioni nel triennio consecutivo di Champions.

2)      diritti tv Campionato, amichevoli e altri

68 MILIONI circa

I diritti tv sono circa la metà del fatturato strutturale del Napoli.

Restano pressochè invariati gli incassi per i diritti tv delle amichevoli e delle altri diritti ceduti : attestatisi su circa 5 milioni (5,3 anno precedente)

3)      proventi commerciali e da sponsorizzazioni

circa 30,5 MILIONI

Anno scorso 32 MILIONI incassati rispetto ai 27 dell’anno precedente (contro i 40 del 2019, i 34 del 2018, i 32 del 2017 e i 29 della stagione precedente).

).

Ricordo le voci al bilancio precedente, rimaste pressochè invariate.

- sponsor tecnico da 8,1 milioni a 9,2  (erano 8 e anno prec, 7,8)

- sponsor ufficiali 10.865M (Anni precedenti 9,1M- 8,7M-9M, erano 5,7 nel 2016)

-sponsor isituzionali 8,071M (anni precedenti 10,8M  8,4 milioni, 7,4 e 6,4)

- altri ricavi 12milioni circa

Ma veniamo alla parte che riguarda i calciatori :

INCASSI DA CESSIONI

Solo 5 MILIONI di plus (cessione Tutino al Parma) e altri 5,7M di bonus da cessioni anni precedenti.

A queste voci vanno aggiunti 8,6M dai prestiti (8M per MILIK al Marsiglia, 300mila Luperto all’Empoli, 100mila € Zedadka allo Charleroi e Younes al Francoforte, 90.000 Gaetano alla Cremonese).

Voce ben lontana dalle plusvalenze degli anni precedenti, ma anche da quelle della stagione in corso (pari a circa 68 milioni)

COSTI 241 MILIONI (306M anno scorso 294M 2020 e 252M circa nell’anno precedente)

Il Napoli si è sgravato di circa 65 milioni di costi, ma non è bastato ad evitare il rosso in bilancio, con entrate ridotte all’osso.

Sappiamo che il Napoli investe quasi tutto in calciatori e difatti la maggior parte dei costi si riferiscono ai loro compensi (cartellini, ammortizzati a quote decrescenti e monte ingaggi).

Ma vediamo come.

IL MONTE INGAGGI

Diminuito  da 134 a 109 MILIONI (oltre 3,5M circa di bonus contrattuali)

(arrivato 112 milioni nel 2020 e a sfondare il muro dei 100 milioni nel 2019, per la precisione 101,640 MILIONI. Il monte è passato da 65 milioni a 78 MILIONI nel 2017 ed era arrivato nel 2018 a ben 91 milioni).

6,6M  (lordi) il compenso di Spalletti e dello staff

In totale il monte stpendi, tra calciatori, tecnici e altri tesserati arriva i 125 MILIONI, comprensivi dei bonus erogati (149 anno precedente e 136 nel 2020).

AMMORTAMENTO CARTELLINI

Si scende da 111 MILIONI a 74,6 MILIONI, pesano ancora un po’ gli arrivi nella gestione Ancelotti (mercato da 160M) e gli acquisti di Osimhen e Politano, ossia il 30% del valore dei loro cartellini (secondo anno)da ammortizzare secondo le consuete quote decrescenti (in 2, per 30 milioni circa)

La quota ammortamenti pesa anche per il 20% degli acquisti di :

Lozano 35 milioni;

Lobotka 20,9 milioni;

Petagna 16,5 milioni;

Elmas 16,1 milioni

Rrahmani14,2 milioni.

Demme 10,250 milioni

Tra i costi troviamo il compenso al CdA che è passato da 2,250 MILIONI a 2.350M.

CONCLUSIONI

La partenza di Manolas è stata solo l’inizio della epurazione degli ingaggi pesanti, anche se ha causato una minusvalenza quasi storica di 5,7 MILIONI.

Il trend in discesa è continuato quest’anno in maniera più massiccia con le uscite di Koulibaly, Insigne , Mertens, Ghoulam, Malcuit, Ospina, Petagna.

Sono arrivati calciatori forti, alcuni che valgono oro, 68M di plusvalenze dalle cessioni e 60 dalla Champions (che aumenteranno).

Il Napoli non solo ha +15 in classifica, ma la distanza dalle altre squadre a livello di conti è addirittura siderale, come ben spiegato nell’articolo.

Il calcio italiano è alla frutta, il Napoli si gusta dolce e cafè.

 
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