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Il Napoli supera l’esame Atalanta, ma non quello Giacomelli

Raramente mi soffermo a parlare degli arbitraggi, erano 2 anni, dalla farsa Piemonte-Inter che non ne parlavo e, sinceramente, non ho mai ritenuto le “giacchette fluo”un elemento di disamina, a prescindere da decisioni giuste o sbagliate.

Sono sempre stato convinto che il sistema calcio in Italia non è mutato molto dopo le sentenze di Calciopoli, restando ancorato al potere economico-finanziario, a prescindere dalle squadre coinvolte, che poco ha a che vedere con lo sport e il calcio giocato.

Purtroppo devo constatare ancora una volta che le decisioni arbitrali incidono pesantemente e a piacimento sullo svolgimento e l’esito del Campionato.

Il VAR, che non poteva essere la panacea di tutti i mali, si è rivelato solo un contentino, uno specchietto per le allodole per i tifosi e gli sportivi, uno strumento prima osteggiato da chi ne intravedeva un pericolo, poi sapientemente ridotto a strumento di mera ed eventuale verifica, lasciato alla valutazione e alla discrezione degli arbitri, con introduzione di protocolli che cambiano più velocemente dei Governi e che sono soggetti ad ampie interpretazioni a secondo della convenienza del momento (nemmeno se fossero norme tributarie).

L’arbitro lo consulta o meno a proprio piacimento e a propria convenienza e siccome nulla è cambiato per quanto riguarda i falli in area, che siano essi di mano o meno, direi di abolirlo definitivamente e di ricorrere allo strumento solo nei casi di fuorigioco.

Inutile fermarsi, perdere tempo, per poi prendere decisioni che comunque esulano dalle immagini.

I protocolli non esistono, sono solo fumo negli occhi per sprovveduti e creduloni, tutto procede sempre alla stessa maniera.

Un rigore solare, quello su Llorente, per il quale il Var non sarebbe servito tra l’altro, perchè la dinamica è chiara a tutti quelli che masticano un pò di pallone, anche all’oratorio o a livello amatoriale, non è stato assegnato.

L’arbitro (come sul fallo in gioco pericoloso su Callejon, sulla riga dell’area di rigore, quindi in area) non ha ritenuto di andare a rivedere l’azione e l’intervento rugbistico di Kjaer, facendo si che alla beffa si aggiungesse il danno del gol del pari dell’Atalanta, che mai sarebbe esistito se la giacchetta fluo avesse fermato il gioco per vedere le immagini, con buona pace della regolarità della partita, a prescindere dalla decisione presa.

Risultato ? Napoli fuori dalle prime 4, che vede allontanarsi le prime 2 della classifica e che avrebbe potuto e dovuto precedere anche il Piemonte, avanti grazie a una buona dose di fortuna e di decisioni non sorprendetemente favorevoli (compreso il generoso rigore concesso ieri con il Genoa ridotto in 9 grazie ad almeno una espulsione affrettata, termine a dir poco sarcastico).

Media schierati e attaccati ai propri posti, senza scomodare i vertici del Calcio Italiano, ma da Adani ad Ancelotti, lapalissiani nel certificare la svista arbitrale, talmente evidente che lascia perplessi anche i più grandi sostenitori della regolarità del Campionato.

L’interesse del Campionato da salvaguardare, 2 anni fa ci fu il Napoli, non penalizzato sino al momento clou, quest’anno hanno scelto l’Inter, chissà se solo come competitor o come reale antagonista, questo lo vedremo col tempo.

Ci dobbiamo adeguare, tanto sempre e solo la qualificazione Champions sarà il nostro obiettivo, quello concessoci, a prescindere da mercato, rafforzamento, costruzione di squadra, in un momento in cui qualche società vive un momento di crisi finanziaria, investe 3-4 volte il Napoli e si sa che gli investimenti vanno salvaguardati, quindi ci possiamo dimenticare di obiettivi impossibili, forse anche una lotta inutile fino al termine sarebbe deleteria.

Certo il Presidente si è adirato, non è stato con le mani in mano, ma anche lui per paura di perdere i soldi della qualificazione Champions, altrimenti lo avrebbe dovuto fare in maniera veemente 2 anni fa. Anche lui fa parte di questo mondo marcio, ma alla sua maniera, restando nel limbi dei piazzati, ci fa comprendere indirettamente cosa ci dobbiamo aspettare dal calcio italiano. Nulla.

Non ce l’abbiamo con l’Orsato o il Giacomelli di turno, tanto uno vale l’altro. Un arbitro non fa gioco e nemmeno testo.

Il VAR strumento di chiarezza, ridimensionato a una camera oscura ed enigmatica. Tanto nessuno li vede, nessuno li ascolta.

Peccato , poteva essere un plusvalore, invece è stato ridotto dalla avidità ad uno strumento inutile.

In Italia è vietato sognare, le emozioni ridotte e svilite dalla brutalità del danaro. Non esisterà mai una favola Leicester, l’Atalanta è inutile che prova ad atteggiarsi ad outsider, tanto verrà segata appena metterà la testa fuori dal sacco, casomai fosse sua intenzione avvicinarsi al sacro Olimpo.

Noi ce ne teniamo lontani, più siamo vicini e più si sente forte il fieto del miccio.

Peccato, perchè quella di ieri era stata una gran bella partita (grazie anche all’Atalanta) con il miglior Napoli della stagione e tanti bambini sugli spalti (c’erano le scuole), ai quali i grandi danno sempre insegnamenti di grande educazione e sportività, salvo poi lamentarsi dei giovani d’oggi, mai dei vecchi di ieri.

Ma forse è meglio così, devono capire subito in che Paese vivono e devono crescere.

Li portassero a correre nei prati, invece che allo Stadio, non è educativo.

 
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