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Notte magica e esoterica : 4-0 alla Lazio al Maradona, con Diego

Una delle serate più emozionanti di sempre al Maradona.

Tra ricordi, brividi di emozione, qualche lacrima e la gran partita degli azzurri, che hanno annichilito la Lazio di Sarri, sospinti dall’amore e dal calore di una città e di un Popolo, sotto il vento del suo storico Condottiero con la numero 10, che è stato evocato e si è materializzato in campo, quasi impossessandosi dei calciatori azzurri.

Su tutti Dries Mertens, le cui iniziali sono D.M, come quelle di Diego Maradona, che ritorna a farci vedere le sue giocate magiche, come lo erano quelle del Dio del Calcio, proprio come se Diego avesse scelto lui, il Prescelto, per mostrare a tutti di essere ancora presente nel suo Stadio e nella sua Città adottiva, che non lo ha mai abbandonato e che Lui ha sempre incondizionatamete amato.

Una serata magica, esoterica, quasi una Seduta Spiritica, che ci ha proiettati nell’aldilà per qualche ora, in una dimensione onirica, un mix di incredulità e genuino senso del soprannaturale.

D’altronde Napoli ha sempre avuto un suo lato ultraterreno, condito da sacralità e profano, e ci piace credere e pensare che quella vissuta sia stata davvero una parentesi sensoriale in cui tutto si è materializzato secondo eventi estranei al reale.

D’altronde Diego, pur con umane sembianze e debolezze terrene, è sempre appartenuto a un terzo genere, extraterrestre, ponendosi in una dimensione immaginifica e miracolosa.

Nessuno ha mai creduto che la scelta di Napoli del Dio del calcio sia stata casuale e non dettata da un disegno divino e celestiale, come elemento di rivincita e di riscatto di un Popolo di geni e sognatori, ma anche intriso di altruismo, cuore, passione, povertà e sofferenze. Non ci facciamo mancare niente.

Ci piace pensarla così e ci siamo buttati a capofitto nelle braccia del Pibe, certi che ci avrebbe fatto vivere emozioni genuine, senza paura che le cose potessero andare per un verso sbagliato, ci siamo lasciati cullare nella magia che solo lui è stato capace di donarci, con le mille emozioni e la gioia pura nel settennato in cui ha vestito i nostri colori e ha regnato nella città di Napoli.

Un pubblico fenomenale, quello delle grandi occasioni, con le Curve tornate a cantare e a sostenere, con uno Stadio pieno, festante, ma anche capace di scandire i momenti di alta religiosità, vissuti in tombale e riverenziale silenzio.

I calciatori anche hanno avuto il loro fondamentale ruolo, ognuno ha mostrato il meglio delle sue capacità calcistiche, ha onorato il momento e seguito lo spartito dettato dalla sfera emozionale.

Dalla doppietta di Diego-Dries, che ci ha messo qualcosa in più di qualche brivido sulla schiena, al paratone di Ospina, ai colpi di classe di Lorenzo, alla regia di Lobotka, alla maestria di Fabian , alla sensazione di totale sicurezza della coppia KK-Rrahmani, alla serafica e magistrale gara di Mario Rui, alla solidità del mai domo Di Lorenzo, agli spunti di Lozano, al gol e grande prestazione di Piotr.

Insomma tutti pezzi di un mosaico scritto dal destino e dalla magia che ha avvolto Napoli squadra e città.

Un applauso particolare a Spalletti, che dopo 2 sconfitte, che avrebbero potuto far barcollare chiunque, ha mostrato la miglior gara del suo Napoli, che pure ne aveva vinte tante, proprio nel momento di maggiore difficoltà.

La partita perfetta, la serata perfetta, scherzo del destino, proprio davanti a quell’allenatore che ci ha regalato il miglior Napoli di sempre, proprio dopo quello Maradoniano.

Sarri si sarà anche divertito, vedendo il Napoli produrre un calcio molto vicino a quello fatto vedere dal suo Napoli, quel calcio che non vede e non pratica più da 3 anni, da quando ha deciso di lasciare la sua miniera d’oro emozionale, per dedicarsi a soldi e carriera.

Insomma una serata che ti restituisce in un sol colpo tutte le sofferenze che il tifoso del Napoli patisce, e ti spiega cos’è la Fede per la maglia azzurra, quella che vale più di ogni Trofeo in bacheca.

#FNS

 
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