Facebook Twitter E-mail RSS
magnify
Home Notizie e Commenti La stagione è finita : la bellezza fa 91. Ore calde per il futuro allenatore
formats

La stagione è finita : la bellezza fa 91. Ore calde per il futuro allenatore

La stagione del Napoli si è conclusa.

L’ultima vittoria contro il Crotone al San Paolo (2-1, reti di Milik e Callejon), uno Stadio in festa, nonostante il secondo posto, che ha tributato un lungo e convinto applauso all’artefice principe del gioco, che ci ha regalato, gioie, emozioni e visibilità (anche internazionale).

91 punti, quelli più alti di sempre per una squadra seconda in serie A.

Chi li ha totalizzati ha vinto sempre il Campionato, sino ad oggi, il Napoli non ci è riuscito.

Vincitore dello Scudetto “morale”sul campo per il gioco espresso, per la bellezza e la spettacolarità, che gli è valso il “premio della critica”, quello assegnato con i complimenti degli addetti ai lavori (giocatori e tecnici, pochi esclusi), quei complimenti che Allegri non ha avuto, pur vincendo secondo gli Almanacchi, e che ha senza mezzi termini preteso a gran voce, senza essere ascoltato più di tanto.

3 anni fantastici, sempre in crescendo, applausi a scena aperta dai propri tifosi e da tutti i veri appassionati di calcio, da tecnici blasonati, in Italia e all’estero, sino a calciatori avversari (anche quelli “non simpatizzanti” del Napoli, che sono rimasti ammaliati dal gioco della squadra azzurra, spesso in piedi ad appludire).

3 anni che ci hanno portato per la prima volta e per 3 consecutive in Champions League.

Nonostante un ciclo in continua crescita ed evoluzione nel triennio (82-86 e 91 punti in Campionato) – fatta eccezione per le Coppe, dove con rammarico abbiamo lasciato, almeno nel primo e nel terzo anno, qualcosa di intentato per dedicarci ad un’affannosa rincorsa all’agognato Scudetto, ancora stretto in mano alla rivale Juventus, società principe del sistema calcistico in Italia - il futuro del Comandante Sarri, condottiero e creatore di questa magnifica squadra, appare ancora in bilico.

La clausola da 8 milioni, voluta alta dal Presidente per blindare il proprio tecnico ed apposta sul contratto quando ancora non era ancora non si era così consapevoli delle qualità del Mister e sembrava quasi impensabile che qualcuno potesse pagare tanti soldi per un allenatore che aveva mostrato tanto, ma solo dopo un anno in una squadra di vertice, dopo tanti di gavetta e relativo anonimato per i grandi palcoscenici del calcio.

Chissà se qualcuno è arrivato ad offrirla (forse si), forse il Mister ha atteso proprio questo per dimostrare che il valore attribuitogli in eccesso non avesse tante basi illogiche e certezze tali da rinchiuderlo in una cassaforte a doppia mandata.

Il Presidente ha, nonostante qualche frecciatina di troppo che il Mister non meritava (gocce nel mare), apprezzato tanto il gioco proposto e compreso la importanza e la capacità di chi aveva scelto, inizialmente come scommessa.

Un allenatore tanto spettacolare, ma anche per questo atipico : la formula della Coca Cola non la conosce nessuno, ma anche il gioco di Sarri e i suoi metodi di insegnamento non sono facili da apprendere, non è che la bellezza si crea con la bacchetta magica.

Movimenti, triangolazioni, armonia, tocchi rapidi, passaggi fitti, palla coperta-palla scoperta, verticalizzazioni, movimenti negli spazi, calci da fermo (uno dei tanti aspetti in cui il Napoli è cresciuto a vista d’occhio), si ottengono con il tempo e con il lavoro, pesante, estenuante, maniacale.

Ora dopo 3 anni, con alcuni capisaldi del gruppo e pezzi fondamentali per il funzionamento di una macchina quasi perfetta in bilico per via di clausole presenti nei loro contratti, ma anche talmente cresciuti da avere grandi difficoltà a trattenerli per le offerte che pioveranno (e forse che sono già arrivate) da club inglesi, ricchi e blasonati, il Mister è a un bivio.

Per amore vorrebbe continuare, aldilà della clausola e dei soldi che gli offriranno altri, perchè il suo feeling con il popolo napoletano è alto ed emoziona, ma poi ci sono i dubbi:

- quelli della carriera

- quelli della famiglia su eventuali e diverse scelte (con relative valutazioni anche economiche)

- quelli legati al ciclo.

Il Mister non ha paura di dover gestire una rosa inferiore a quella attuale, non ha paura che il presidente (che in 10 anni non ha mai smantellato niente) non gli costruisca una rosa all’altezza, ma lui necessita (lo si può vedere anche come un limite, se si vuole) degli uomini (casomai non tutti), ai quali ha insegnato il suo gioco nel triennio e che lo interpretano ormai quasi a menadito.

Se non 1 o 2, ma anche 3-4 di questi, quelli fondamentali, partiranno lui perderà la base solida su cui ha costruito e non ha voglia di rimettersi in gioco e ricominciare daccapo un lavoro al quale ha dedicato con professionalità e passione 3 anni della sua vita lavorativa.

Ricominciare, anche con elementi validi, non sarebbe per Sarri la stessa cosa, casomai lo sarebbe per qualsiasi altro allenatore, ci vorrebbe del tempo, quello necessario ad impartire di nuovo lezioni di calcio, il che vorrebbe dire perdere le speranze di competetere per vincere (la sua percezione).

Perdere Mertens, ma ancor di più un Albiol, un Koulibaly, un Callejon, un Jorginho, lo metterebbe nelle condizioni di dover ricominciare e perdere l’abbrivio.

E’ lo scotto da pagare per vedere ancora il suo gioco.

Non è sfiducia verso il Presidente (con cui va anche più d’accordo del solito), nè su come opererà in entrata.

Il Mister sa anche che non dipende nemmeno solo dalla società e dai calciatori, ma dall’evoluzione del mercato e dalle offerte che arriveranno, perchè il calcio è business , è professionismo e un calciatore di fronte a barche di danari, pur volendo, è costretto ad operare delle scelte, anche improvvise.

E’ evidente che queste, le sue, non siano sensazioni basate sul nulla o su una paura generica, conosce offerte, contratti e i suoi giocatori.

Vedremo cosa deciderà di fare nelle prossime 48 ore, valuterà con serenità e con la famiglia, in base anche alle offerte economiche di altri (è lecito), ma le spiegazioni su un suo possibile addio le ha spiegate e le ho elencate prima.

De Laurentiis non è stato con le mani in mano, la notizia di Ancelotti è vera, poi vedremo come e se si concretizzerà (sarebbe il modo migliore per alleviare le sofferenze di un popolo che ha apprezzato e scelto la bellezza, ma che accetterà le scelte di chi gli ha dato tanto, accogliendo nel caso il prossimo tecnico con entusiasmo e infinita stima).

Sono solo 48 ore, comunque poche.

#FNS

 

 
 Share on Facebook Share on Twitter Share on Reddit Share on LinkedIn
No Comments  comments 

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>