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Il Napoli batte il Genoa soffrendo e sfrutta il passo falso della Juve : -2

Apro l’articolo con alcune considerazioni fatte nel mio pezzo post Inter e Roma :

Nonostante questo, il Napoli gioca e continuerà a battersi sino alla fine, perchè il cammino è ancora lungo, mancano 10 giornate e 30 punti, che gli azzurri sono pronti a conquistare, sperando che la Juventus, disumana sino ad oggi, riesca a tornare sul mondo terreno, perdendo qualche punticino più in là e nello scontro diretto con gli azzurri.”

Ebbene la Juve ci ha inaspettatamente colto di sorpresa, perdendo 2 punti a Ferrara contro una coriacea e battagliera Spal (che ringraziamo), tornando tra i comuni mortali e lasciando per strada 2 punti finalmente, dopo tanti “score” fortunosi e vittorie sul filo di lana (che pure avev indicato una ad una).

Questa la mia chiosa finale nel post Inter :

“Era impensabile vincerle tutte, è impensabile che lo faccia anche la Juventus (poi tanto di cappello se succederà), quindi il Campionato non era nelle nostre mani prima, non è finito adesso, ci sarà spazio più in là per eventuali consuntivi.”

Insomma a -2, a +1 o a -4 non cambia la sostanza, era ed è difficile, ma le possibilità erano invariate anche a distanza di 4 punti, contrariamente ai molti, troppi “è finita” che avevo sentito blaterare nel dopo San Siro e ancor di più dopo il 2-0 (scontato per me) della Juventus contro l’Atalanta.

Il duello non era finito e continuerà sino alla fine, anche grazie ad Albiol ed al suo gol, che ieri ci ha fatto tirare un grosso sospiro di sollievo e ci ha consentito di far scendere la tensione accumulata in un batter di ciglia.

Il Napoli batte a fatica il Genoa, sprecando alcune palle gol clamorose prima del tardivo e osannato gol di Raul, anche con un pizzico di sfortuna (2 pali a Perin battuto e infortunio di Hamsik…problemino all’adduttore che lo ha fatto uscire precauzionalmente anzitempo).

Mi aspettavo una gara diversa, ma il gol , arrivato tardi, ha complicato parecchio la situazione, con una partita da giocare tutta in salita e con un’ansia non indifferente sugli spalti e in campo.

Tridente poco cattivo sottoporta e non mortifero da 3 giornate a questa parte, pali, traverse, gol divorati, qualche leziosità ed egoismo di troppo :

- il pallonetto di Lorenzo a Milano, lo scavetto per il 2-0 di ieri, più perdonabile, i suoi 20 tiri in porta senza successo

- 3 gare non esaltanti di Dries, che ci ha provato a più riprese, accendendosi a sprazzi, spunti che non hanno prodotto, non sono stati decisivi

- Callejon poco attivo (abbiamo giocato sempre a sinistra) e poco o mal servito dai compagni.

La sosta servirà come il pane per ricaricare le batterie e l’artiglieria pesante, boccata di ossigeno come il gol di Albiol.

La Juventus è a 2 punti (bastava un pari nello scntro diretto per essergli sopra, aldilà della giornata snodo contro le 2 romane), un niente, tutto è aperto, considerando che nelle ultime 9, oltre allo scontro diretto, i bianconeri dovranno affrontare Milan (come noi), Inter e Roma (entrambe in trasferta).

Era vietato mollare a – 4, ovvio che lo sia a -2 con queste prospettive e questo calendario.

Ma veniamo alla gara di ieri.

Napoli in formazione tipo.

Ballardini deve rinunciare ai 2 infortunati lungodegenti Veloso e Izzo. Schiera la difesa a 3 con Biraschi-Spolli-Zukanovic. In mezzo al campo Hilijemark e Bertolacci con l’assistenza di Lazovic, dietro le punte Pandev e Galabinov. Rosi e Laxalt esterni.

Abbastanza spazio per Rui, ma anche per Hysaj quando Laxalt si accentra o dà una mano a Zukanovic nella marcatura di Callejon.

Rui appoggia di sovente l’azione, Hysaj non sfrutta lo spazio concesso, ma tiene bene dietro, entrambi a turno devono accentrarsi per contenere le 2 punte Galabinov e Pandev, non con qualche difficoltà.

Il Genoa con Ballardini prende gol col contagocce, ieri l’ennesima dimostrazione di equilibrio e solidità, che ha messo in difficoltà gli azzurri, peraltro non brillantissimi soprattutto nella finalizzazione.

Il Napoli rischia di prendere anche gol nei primi 15 minuti, come spesso accaduto in stagione, un paio di errori di Koulibaly (non preventivabili) mettono in serio rischio la porta di Reina : prima si fa saltare da Lazovic sulla fascia e consente al trequartista di andare in porta dall’esterno, complice una mancata chiusura in raddoppio di Jorginho, con Pepe bravissimo a chiudere lo specchio e a costringere l’avversario a calciare sul primo palo (esterno della rete). Poi Kalidou perde una palla sulla propria trequarti e manda al tiro da fuori Bertolacci, che sfiora l’incrocio con un tiro dalla distanza.

Gli azzurri reagiscono e sfiorano il gol con Mertens (tiro dal limite di poco al lato), con il belga che subito dopo si divora l’1-0 con un tiro a giro sul secondo palo, che esce di poco, ma con la possibilità di servire un Callejon liberissimo sul secondo palo (a dir la verità Dries parte con l’intenzione di tirare e non alza proprio la testa per vedere il compagno smarcato in posizione ottimale per appoggiare in rete).

Il Genoa fa densità davanti alla propria area di rigore, ma gli azzurri sono poco precisi e sbagliano qualche appoggio di troppo in fase di conclusione e ultimo passaggio.

Si ferma Marek, che lascia dopo 20 minuti il posto a Zielinski, che ci metterà un pò per entrare in partita e non sarà decisivo per il resto della gara, pur giocando con la squadra sull’out di sinistra per buona parte della ripresa.

Gli azzurri non sono veloci nel giro palla per circa 15 minuti, quelli centrali della prima frazione, spronati da Sarri, un paio di conclusioni dalla distanza di Insigne, una fuori (tiro a giro), l’altra parata da Perin in due tempi.

La squadra non è cortissima e il Genoa ne approfitta per farsi pericoloso in ripartenza, ariva un paio di volte al tiro e Spolli (dopo che Koulibaly non ci arriva di testa) manda fuori di millmetri su calcio d’angolo anticipando tutti di testa. Sembrava gol, con Reina impietrito, ma la palla per fortuna esce.

Il Napoli rinvigorito dal gol mancato dagli avversari spinge sull’acceleratore negli ultimi 10 minuti alla ricerca del gol per sbloccare la gara prima della fine del tempo.

Il Genoa, che ha speso molto nel pressing e nei raddoppi, non ce la fa a contenere l’assedio degli azzurri, ma il gol non arriva, nonostante una occasione colossale per Allan che (anche evidentemente sbilanciato) calcia alto da posizione centrale e favorevolissima in area, dopo spunto in dribbling di Mertens che gli serve la palla da buttare in rete e un palo di Insigne, con spizzata di testa sul primo palo su corner, che si spegne sul palo interno opposto.

Il Napoli parte deciso nella ripresa e ci prova in 4 occasioni, 3 volte con Mertens, il cui tiro da dal limite più pericoloso coglie un clamoroso palo, il secondo anche questo interno, con la palla che attraversa tutta l’area, ma non entra.

Azzurri anche sfortunati.

Il Genoa non sta a guardare e, sebbene le ripartenze siano inferiori e rare rispetto alla prima frazione, si rende pericoloso : Pandev ci grazia ( e lo ringraziamo), quando non appoggia in porta col mancino amico.

Altre occasioni per Taarabt (para Reina, facile) e Galabinov (fuori), entrato per Lazovic  e Zielinski (tiro alto da fuori).

Il tempo scorre, l’ansia sale, il Napoli non riesce a trovare il gol.

Si scalda Milik per l’assedio finale, ma ci pensa Albiol di testa su corner di Callejon a trovare lo stacco vincente, anticipando tutti sul primo pallo e mandando finalmente la palla in rete.

Una liberazione, un gol benedetto atteso 2 anni da Raul e arrivato nel momento più decisivo della stagione.

1-0 Napoli.

La sofferenza non è finita, Rosi arriva due volte alla conclusione di testa, anticipando Rui nello stacco, palla fuori e poi centrale bloccata da Pepe.

Il Napoli ha 2 occasioni enormi per chiudere la gara, ma Insigne e una fraintendimento tra Callejon e Milik (entrato per uno stremato Dries) non riescono a chiudere la gara, che finisce dopo 3 minuti di palpitazioni nel recupero.

3 punti fondamentali, sofferti e che ci consentono di ridurre le distanze e tenere vivo il duello.

Arriva la sosta, mai tanto provvidenziale per recuperare energie psicofisiche in vista del rush finale.

Non si molla sino alla fine, poi si vedrà

#FNS

 

 
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