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II PARTE : la politica societaria

In questa seconda parte, prima di  cercaredi far capire attraverso i numeri come gestire introiti di natura “eccezionale” , quelli che ha avuto il Napoli con i soldi della Champions e dalla vendita dell’”Iscariota”, faccio alcune considerazioni importanti sul rapporto società-tifoseria.

Il tifoso deve comprendere e conoscere innanzitutto la politica societaria e partire da un presupposto :

il Presidente spende quello che incassa (anche se AdL è fin troppo cauto e spende sempre qualcosa in meno di quello che incassa, con prudenza eccessiva per parare i colpi di bilanci meno fruttuosi negli anni successivi. Considera sempre le ipotesi più nefaste con indubbia cautela).

Le regole sul Fair Play Finanziario ormai cosituiscono una realtà e, quindi, ogni società che non abbia incassi elevati dal marketing e sponsorizzazioni (come avviene in Inghilterra e per alcune società che hanno sfruttato l’escamotage da sponsor di dubbia provenienza, utilizzati da chi ha interessi nel club e nello sposor stesso , vedi gli sceicchi) deve necessariamente far quadrare i conti e avere da quest’anno in poi un pareggio in bilancio o comunque un rosso da poter coprire con le riserve e non certo con ricapitalizzazioni (che non servono ad evitare le sanzioni del Uefa).

Quindi il “cacc ‘e sord” è valido solo per i soldi che incassa il Napoli…che li ha sempre cacciati tutti, o quasi.

Ci si può al limite lamentare di un piccolo e moderato sforzo, che non ti consente di vincere casomai, ma che ti lascerebbe però far capire che le intenzioni ci sono. E non è poco.

Punto secondo : l’organizzazione societaria, la tempistica, la comunicazione e l’informazione hanno una loro importanza fondamentale.

In questo il Napoli è carente , molto carente, Pecca in serietà ed è esposto a critiche proprio perchè deve crescere sotto questo aspetto e non mostra segnali confortanti.

La maggior parte delle critiche nascono perchè non c’è comunicazine adeguata e si lascia tempo e spazio a notizie di giornali, stampa e televisioni che inluiscono sul giudizio del tifoso, che resta in balia delle onde e poi sfoga sulla società.

Questo è migliorabile e non può e non deve essere lasciato al caso, all’improvvisazione e alle reazioni di pancia, che si ritorcono come un boomerang sul Presidente, che poi non può dirsi stupito o esasperato dalle critiche (lui risponde spesso con reazioni spropositate e talvolta offensive, abbassandosi a livelli “da litigi condominiali” con stampa e tifoseria e non rende onore al suo lavoro, per altri versi svolto molto bene).

E’ altresì foriero di situazioni paradossali, perchè la mancanza di chiarezza poi dà adito a prese di posizione deleterie, con silenzi stampa (a volte giusti e necessari, ma altre no), divieti e limitazioni che danneggiano solo il tifoso e il suo rapporto con la società, che invece dovrebbe essere conciliante e improntato sul rispetto e la fiducia reciproca.

Punto terzo : gli investimenti

Il Napoli investe esclusivamente sui giocatori (oltre il 90% degli incassi), non nelle strutture, poco e niente sul settore giovanile, a prescindere dalla vicenda Stadio , che meriterrebbe discorso a parte.

Anche qui il Presidente dovrebbe essere più chiaro con tutti, perchè le parole al vento poi vengono prese a male e come promesse non mantenute.

 
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