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Sarri, debutto col botto : 5 gol al Bruges (…e zero subiti)

Eravamo tutti curiosi di vedere il Napoli europeo, non solo per la falsa partenza in campionato che doveva essere riscattata con una vittoria (se possibile), ma soprattutto per la prima di Sarri in campo internazionale, visto che anche l’avventura in Europa League era per lui una novità assoluta.

Il Napoli con una prestazione convincente e un risultato roboante, un 5-0 che lascia poco spazio a interpretazioni, ha ottenuto la prima vittoria stagionale, regalando il primo sorriso ai tifosi e all’allenatore.

Risultato a parte, la gara contro il Bruges è stata importante non solo per la vittoria, ma ha fornito parecchi spunti interessanti, sia dal punto di vista tattico, che per la valutazione di alcune pedine, utilizzate in determinati ruoli.

L’avversario non si è dimostrato all’altezza dell’impegno, tramortito dall’inizio scoppiettante degli azzurri (3-0 in 25 minuti, con il primo gol di Callejon dopo solo 9 di gioco) ed anche dal gran caldo, con alcuni giocatori belgi forse non abituati a queste temperature, ed impossibilitati anche psicologicamente a giocarsela con 3 gol sul groppone. Ma “diamo a Cesare quel che è di Cesar”e e facciamo anche i complimenti al Napoli, che ci ha messo molto di suo.

Vediamo quali sono stati gli spunti più interessanti della serata:

innanzitutto il cambio di modulo in attacco, con Sarri che, concedendo un turno di riposo a Insigne (il nostro “nuovo”trequartista) si è determinato a schierare Mertens e Callejon nel loro ruolo naturale, optando per il 4-3-3, schema che non lo aveva convinto molto e che pure ha provato con continuità nella fase del ritiro e anche in allenamento successivamente.

I dubbi sul 4-3-3 erano sostanzialmente 2 :

- il rendimento di Higuain (e, comunuque della prima punta),  lasciato troppo solo al centro tra i 2 difensori centrali e il mediano di copertura avversario (1 contro 3).

- la poca copertura della zona centrale sulla trequarti avversaria, il che lascia molto spazio all’impostazione dell’azione, dove il regista o chi è deputato ad iniziare l’azione resta indisturbato, in assenza di un uomo e di possibilità di utilizzare il pressing offensivo (uno dei “credo” principali dell’allenatore).

La mancanza di un uomo in quella zona e del pressing consente non solo di favorire l’impostazione e la ripartenza dell’avversario, ma lascia anche scoperto il centrocampo, che è costretto ad abbassare il baricentro, schiacciandosi troppo e vanificando la tattica sia offensiva (con possibilità di recuperare palla in zona pericolosa) che difensiva.

Benitez ad esempio con il 4-2-3-1 (o col 4-4-2 con Gabbia dietro a Higuain e viceversa) ovviava alla prima mancanza in fase offensiva, affiancando a Higuain Gabbiadini o Hamsik e compensava anche la seconda mancanza difendendo con il 4-4-2, con i due attaccanti centrali, addetti al presssing sui portatori di palla centralmente.

La gara di ieri ha dimostrato tutto quello che Sarri aveva predetto e visto, nascondendo in gran parte i difetti temuti  per la scarsezza degli avversari. per il risultato acquisito in breve tempo e per i ritmi lenti e compassati determinati da una giornata molto calda e afosa.

Se il 4-3-3 ha i suoi difetti, poco valutabili nella gara di ieri e verificabili in un contesto diverso contro avversari un pò più scaltri e forti, ha anche i suoi pregi, perchè ha mostrato, con palmare evidenza, che schierare Mertens e Callejon nella loro posizione congeniale accresce notevolmente il loro rendimento (entrambi autori di una prestazione sopra le righe di 2 reti a testa e di tante giocate pregevoli).

Altro vantaggio del 4-3-3 è la maggior copertura delle fasce, occupate sia dagli esterni offensivi che dai terzini (ovvio che Callejon aiuta più di Mertens, ma anche Insigne, qualora schierato a sinistra nel tridente, garantirebbe più copertura del belga, avendo imparato a ripiegare dal maestro Rafa) e non solo, dato che proprio la copertura delle fasce consente ai centrocampisti di proteggere centralmente meglio la difesa, non dovendosi sobbarcare anche il lavoro di tamponamento sugli esterni. Abbiamo visto che nelle precedenti gare sono state le due mezz’ali (Hamsik e Allan impiegati) a doversi “smazzare” per chiudere sia centralmente che sugli esterni, andando in evidente difficoltà, spesso vanificando il loro lavoro di copertura, presi in mezzo e in perenne ritardo a chiudere i varchi sia centralmente che sulle fasce (Allan potrebbe sopperire un pò con la corsa, ma fatica uguale, Hamsik no).

Dunque 4-3-3 buono ieri, ma da rivedere (e forse da riproporre per questo motivo) contro squadre più probanti, alle prossime occasioni.

Ritengo che le 2 soluzioni possano essere adottate entrambe a seconda della gara e delle caratteristiche degli avversari, a seconda che sviluppino il loro gioco sulle fasce o per vie centrali, considerando i loro punti deboli.

Il dibattito sul 4-3-3 o sul 4-3-1-2, pertanto lo ritengo allo stato sterile e certamente non decisivo in base alla gara di ieri, dopo la quale non è stata trovata nessuna quadratura del cerchio, come hanno sentenziato molti addetti ai lavori, giornalisti e tifosi.

Ma passiamo a considerare altri aspetti importanti della gara col Bruges, che ha fornito molti elementi di discussione:

La difesa, come detto, ha avuto la possibilità di avere maggiore copertura sugli esterni e centralmente e ne ha trovato conseguente evidente giovamento, visto che ha concesso poco e, udite..udite, non ha subito gol (anche e non solo per la poca incisività dell’avversario, che pur aveva messo in difficoltà il Manchester Utd almeno in fase offensiva, nel playoff Champions).

Molto buone le prove di Koulibaly e Hysaj, finalmente schierato a destra, nel suo ruolo naturale, in cui ha mostrato non solo efficacia difensiva superiore, ma anche una maggiore tenuta rispetto a Maggio (ma anche qui dovremo valutare con avversari più forti dal suo lato, visto che Maggio ha affrontato Eder, Maccarone e Floro Flores, lui il giovane Mbombo). Albiol non ha commesso errori evidenti, mentre Ghoulam ha evidenziato le solite pecche difensive, nonostante la gara non sia stata quella che fornisce particolari grattacapi.

Hamsik ha segnato, ma stanco anche per le 5 gare consecutive tra Napoli e nazionale, non ha offerto una prova di grande dinamicità e ha tenuto botta grazie ai ritmi da spiaggia, ancor più blandi dopo il veloce 3-0 in 25 minuti.

Ritmi da spiaggia che hanno consentito anche a Jorginho di fare bella figura e che, dopo una mezz’ora imbarazzante, hanno offuscato anche la pochezza tecnica di David Lopez.

Insomma una gara da tenere buona per il risultato, per il morale e per l’inizio di avventura in Europa league e soprattutto perchè le vittorie aiutano ad accrescere l’autostima e a temperare la pressione sul povero Sarri, il meno colpevole delle pecche del Napoli.

IL TABELLINO della GARA

Napoli (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Hamsik (17′ st Allan), Jorginho, David Lopez; Callejon, Higuain (27′ st Gabbiadini), Mertens (30′ st Insigne). A disp.: Gabriel, Maggio, Chirjches, Valdifiori. All.: Sarri.

Bruges (4-3-3 e 4-2-3-1): Bolat; Meunier, Duarte, Mechele, De Bock; Vormer, Simons, Vazquez (24′ st De fauw); Bolingoli Mbombo (1′ st Izquierdo), Diaby (15′ st Claudemir); Leandro Pereira. A disp.: Bruzzese, Cools, Vanaken, Vossen. All.: Preud’homme.

Arbitro: Vad (Ung) Marcatori: 5′ Callejon (N), 19′ Mertens (N), 25′ Mertens (N), 8′ st Hamsik (N), 32′ st Callejon (N) Ammoniti: Simons (B)

 
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