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Il campionato del Napoli si complica

Il Napoli perde anche a Verona, 2-0 con doppietta di Toni, e compie l’ennesimo passo falso di questo scorcio fondamentale di stagione, dopo le sconfitte di Palermo e Torino e lo scellerato pari casalingo con l’Inter, fermandosi pericolosamente in classifica.

Raggiunto dalla Lazio nello scorso turno, dopo non aver approfittato dei 18 punti persi dalla Roma nelle ultime 12 gare (pur passando da meno 11 a meno 4 dalla seconda posizione), con questa sconfitta il Napoli rischia di scivolare in quarta posizione e trovarsi fuori dalla Champions League, il che sarebbe per la società partenopea un vero e proprio dramma sportivo.

Tutte le avversarie dirette degli azzurri, tra l’altro, non hanno giocato, la Roma affronterà la Sampdoria di Mihailovic all’Olimpico in una situazione psicologica non facile, con un pò di “marette” interne e senza Nainggolan (squalificato), cercando di sconfiggere la pareggite di cui è afflitta, ma non avendo certamente vita facile contro avversari agguerriti e che non lasceranno nulla di intentato. La Fiorentina in casa contro un Milan atteso ad una prova di orgoglio, mentre la Lazio avrà una non semplice trasferta a Torino, sponda granata, con gli uomini di Ventura che saranno un pò stanchi per il turno infrasettimanale di Coppa e con molte defezioni.

Insomma gli azzurri non hanno da stare allegri, in primis per la prestazione disastrosa e priva di pathos fornita, squadra stanca, sfilacciata e disattenta, che commette i soliti errori difensivi e che non riesce a pungere, con alcuni uomini con rendimento imbarazzante, in tutte le zone del campo.

Inguardabili le prestazioni di Mesto, Britos, Ghoulam, Lopez, De Guzman e Hamsik, maluccio anche Albiol e Andujar, si salvano dalla disfatta solo Inler, buona gara, Zapata e Mertens, quantomeno per l’impegno profuso.

Ma l’aspetto che preoccupa maggiormente è quello del calo psicofisico, con Rafa che non riesce a tenere alta la tensione con il proliferarsi degli impegni e la squadra che non regge gli impegni ravvicinati dal punto di vista della concentrazione, patendo dei cali di tensione, quelli che non gli permettono il salto di qualità e che li hanno sempre penalizzati in campionato.

Ripetitivi come gli errori difensivi e i gol subiti sempre alla stessa maniera (calci piazzati e ripartenze), come i punti persi con le medio piccole, gli atteggiamenti di questa squadra non sono cambiati e non è un caso che rispetto all’anno scorso le cose non siano migliorate sotto l’aspetto caratteriale e mentale : la rosa non è migliorata qualitativamente, anche se numericamente più ampia (ad eccezione di Gabbiadini) e molti elementi non riescono a garantire lo stesso rendimento di altri, troppi i rincalzi non in grado di conferire lo stesso apporto nell’alternanza dei cambi.

Anzi rispetto alla scorsa stagione l’inizio è stato disastroso complici le scorie del Mondiale e il contraccolpo della prematura esclusione dalla Champions, mentre l’anno zero di Benitez aveva avuto un inizio entusiasmante e folgorante, ora, invece, si ripete il periodo difficile capitato anche l’anno scorso tra febbraio e marzo, mesi in cui 4 gare di Coppa italia e 4 di Europa League, condizionarono il cammino degli azzurri in campionato, che persero domenica dopo domenica punti preziosi e necessari per agganciare la Roma e il secondo posto, evitando il deleterio preliminare nell’anno del Mondiale.

Arrivarono le sconfitte con Fiorentina, Atalanta (e poi Parma) e i pareggi con Livorno, Genoa, Chievo e Udinese, che ci condannarono al preliminare, ora le sconfitte di Palermo, Torino e Verona, oltre al pari con l’Inter.

La gara ha proposto uno dei Napoli più brutti della stagione :

Benitez ha gli uomini contati, assenze pesanti, che lo costringono a fare scelte obbligate in tutti i reparti ed inoltre deve fare i conti con le partite ogni tre giorni, dovendo dosare forze ed energie di alcune pedine importanti.

Squalificato Henrique, infortunati Koulibaly e Gargano, problemi muscolari non ancora smaltiti del tutto per Maggio, Strinic e Gabbiadini, a riposo Higuain e Callejon, giocano De Guzman e Zapata. Inler e Mertens alla terza consecutiva, sono i più in forma e stringono i denti, andando in campo. In Panchina anche Zuniga e per la prima volta Insigne.

Mandorlini recupera quasi tutto l’organico a disposizione, ad eccezione di Marquez, e schiera un 4-3-3 molto aggressivo.

VERONA (4-3-3): Benussi; Sala, Rodriguez, Moras, Pisano; Obbadi, Tachtsidis, Hallfredsson; Gomez, Toni, Jankovic.

NAPOLI (4-2-3-1): Andujar; Mesto, Albiol, Britos, Ghoulam; Lopez, Inler; Mertens, Hamsik, De Guzman; Zapata.

Il Napoli sbaglia l’approccio alla gara come a Torino e fatica ad entrare in partita, il Verona pressa e aggredisce gli azzurri in ogni zona del campo, approfittando delle amnesie degli avversari e creando i presupposti del gol del vantaggio, che arriva dopo soli 7 minuti con uno scatenato Toni che, dopo essersi liberato facilmente di Britos, travolge Mesto e Andujar, con irruenza e con una spinta più che sospetta, e mette la palla in rete.

Il Verona è scatenato e costringe all’angolo il Napoli per i primi 15-20 minuti, con i due centrali azzurri che soffrono oltre misura Toni, lasciato troppo spesso libero e indisturbato, concedendogli almeno 4 conclusioni.

Il Napoli non riesce a reagire, sembra imbambolato, spazza l’area alla men peggio e non imposta un’azione lineare con tre passaggi consecutivi. Alcune palle perse creano pericoli e confusione, la difesa è una groviera, attaccata sia centralmente che sugli esterni. L’1-0 sta stretto agli scaligeri, che sfiorano il raddoppio con Jankovic in due occasioni.

Impalpabili De Guzman e Hamsik, spenti e per niente creativi, sbagliano anche numerosi passaggi, reparti poco corti e compatti, centrocampo che fa poco filtro ed esterni in difficoltà, con Mesto e Ghoulam che soffrono i tecnici  e veloci Jankovic e Gomez e sbagliano molto in fase di appoggio alla manovra. Britos e Albiol non riescono a limitare Toni

Gli unici segni di vita del Napoli arrivano sul finire del tempo da Zapata, che va due volte vicino al pari con un colpo di testa parato miracolosamente da Benussi (ma veniva fischiato fallo) e con una girata ravvicinata salvata da Moras, oltre che un paio di spunti di Mertens.

Nella ripresa le velleità degli azzurri di riprendere in mano la gara e ribaltare il risultato sono spente sul nascere da Toni, che conclude in rete un veloce contropiede condotto da Halfreddson, su palla persa da Lopez sulla trequarti avversaria, con gli azzurri sbilanciati. Albiol saltato, Britos fuori posizione e Ghoulam in ritardo colpevole sulla diagonale, compiono l’ennesimo scempio difensivo.

L’ingresso di Callejon per un irritante De Guzman e di Higuain per Mesto (con Callejon nel ruolo di terzino) non cambiano l’andamento della gara e il Napoli non riesce a riaprirla, andando a sbattere con una manovra lenta e prevedibile sul muro gialloblù nell’ultima mezz’ora. Nemmeno Gabbiadini, in campo negli ultimi 10 minuti. riesce a regalare un sorriso ed un suo bolide dalla distanza coglie in pieno il palo.

Il Campionato del Napoli si complica, ma restiamo in corsa e alla fine si tireranno le somme, convinti che gli azzurri si riprenderanno e che disputeranno un finale di stagione in crescendo, come hanno sempre dimostrato le squadre di Benitez, che volano in primavera.

Ma vediamo di non arrivare spennati alla fioritura, di tenere dignitosamente il passo in questo momento difficile, per poi cambiare rotta e conquistare la Champions, che è obiettivo vitale per le ambizioni della società e di noi tifosi, perchè senza tutto si complica e si complicherà.

Pronti a respingere al mittente critiche eccessive e soliti “nemici” cerchiamo la qualificazione ai quarti di Europa Legue, perchè vedendo l’ultimo Napoli l’unico ostacolo non sarà la Dinamo e il freddo di Mosca, ma il nostro atteggiamento in campo e la tenuta difensiva, veramente poco rassicurante.

Gianluca Torre

 

 
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