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Impresa a Lisbona 1-2 : il Napoli vince il Girone e vola agli ottavi

Il Napoli vince a Lisbona, batte il Benfica, vince il Girone di Champions e vola agli ottavi di finale.

2-1 per gli azzurri , con reti di Callejon e del subentrato Mertens nella ripresa.

Una vera e propria impresa, una pagina di storia azzurra scritta dal maestro Sarri e dal suo gruppo, un altro record da ascrivere all’era De Laurentiis, l’ennesimo, con gli azzurri che per la prima volta passano agli ottavi di finale della “Coppa dalla grandi orecchie” da primi della classe.

Un Girone vinto in trasferta, che si era enormemente complicato dopo  le prime 2 scintillanti vittorie nella prime 2 gare, grazie a 2 doppiette di Milik.

Il 9 ottobre l’infortunio del polacco, la paura di non riuscircela a fare, nonostante quei 6 punti, quel tesoretto accumulato. Paura concretizzatasi dopo la sconfitta col modesto Besiktas al San paolo, partita che poteva essere decisiva e che invece è stata una mazzata per fortuna non definitiva.

Una qualificazione ottenuta con l’abnegazione, con la voglia, con una forte determinazione, grazie al gol (o meglio Eurogol) di Hamsik a Istanbul, che ci ha tenuti in gioco (non lo dimentichiamo) e alla prestazione vincente di ieri a Lisbona.

Una vetrina internazionale fondamentale per gli azzurri, che hanno confermato quanto di buono fatto in Europa negli ultimi anni, nonostante rocambolesche e sfortunate uscite premature.

Dai supplementari di Londra col Chelsea con Mazzarri, alla immeritata uscita dalla Champions con Rafa con 12 punti conquistati nel Girone, fino alle sconfitte in Europa League, arrivate con molta sfortuna e anche per fattori non strettamente dipendenti dalla squadra azzurra : gli errori arbitrali nella semifinale mortifera col Dnipro, l’eliminazione negli ottavi col Porto (beffati dopo ben 30 occasioni create al San Paolo sull’1-0, alla fine fu 2-2), da ultimo il beffardo gol del Villareal (cross sbagliato di Pina all’incrocio, con il Napoli in vantaggio 1-0), che è costato l’eliminazione ai sedicesimi nella passata stagione.

Siamo tra le prime 16 squadre di Europa, da ben 8 anni consecutivi presenti nelle Coppe, e lo conferma non solo l’attuale Champions, ma anche il Ranking Uefa, aggiornato al 25-11, prima della gara di ieri, in cui il Napoli è al 15° posto assoluto.

Ora qualunque avversaria sarà ben accetta, non sarà un sorteggio morbido, visto che, seppur primi, avremo la possibilità di incontrare seconde classificate che valgono anche di più di chi il Girone lo ha vinto : Bayern, Psg, M. City, Real o Dortmund (si saprà stasera).

Più abbordabili Porto, Leverkusen e la vincente di Siviglia-Lione (anche questa in serata).

Il passaggio agli ottavi vale altri 9 milioni nell’immediato, oltre a 24 di marketpool, incassi da stadio negli ottavi e bonus nei contratti con gli sponsor, una barca di danari, che si aggiungono ai 90 milioni della plusvalenza dello scolorato e ai già 40 e oltre milioni ottenuti sino ad ora tra premi partecipazione ai gironi , Marketpool (ci sono anche i soldi della Roma, una bella fetta), incassi, sponsor e premi partita. Circa 70 i milioni dalla Champions.

Il Napoli arriverà ad un fatturato con entrate mostruose, da buona squadra di Premier, che sarà di circa 300 milioni di euro, rispetto ai 137 del primo anno dell’era Sarri, oltre il doppio, ben superiori anche rispetto all’anno della Champions e della plusvalenza Cavani (237 milioni, primo anno di Benitez).

Si può spendere a gennaio (si poteva anche prima) per l’attaccante e anche per il terzino.

Ma veniamo all’impresa di ieri.

Senza peccare di presunzione, una gara che avevo letto bene in sede di presentazione, sia come tattica che come scelte di formazione (tutte azzeccate), dimostrando di conoscere Sarri a menadito (e anche il Benfica), un allenatore straordinario che non solo sarà bene tenere a lungo (intelligenti pauca), ma che va difeso con gli artigli dalla solita stampa ostile e da quella parte della tifoseria legata al solo risultato, obnubilata quando non arrivano i 3 punti, nonostante le buoni prestazioni della squadra.

Dal cambio di modulo, alle accuse più oscene (Rog e Tonelli, bravi giocatori eh, ma non ancora pronti, con titolari avanti più esperti e più forti), alla presunta ottusaggine di un tecnico che era restio a cambiare, ben sapendo che schemi e movimenti erano la forza di questa squadra, in difficoltà per assenze importanti, dal bomber al leader difensivo. Ma meglio lasciar stare oggi.

Sarri sceglie Diawara a schermo e Allan per la “garra”, entrambi per i raddoppi e la fisicità di una gara maschia e da battaglia, oltre che tecnica e tattica.

Comprende l’imprescindibilità di una punta per la profondità e per il gioco della squadra (nonostante le prestazioni e le difficoltà di Gabbiadini) e schiera Manolo dall’inizio, sapendo che Mertens gli avrebbe potuto dare di più in corso (come a Istanbul). Tutto quel che Sarri ha ipotizzato si è poi verificato.

Il Benfica aveva assenze importanti sull’out sinistro difensivo (con Grimaldo ed Eliseu out e Andrè Almeida, centrocampista adattato a terzino) e Sarri ha martellato sin dall’inizio da quel lato.

Partita equilibrata all’inizio, come da pronostico, con gli azzurri determinati e sempre propositivi con il loro gioco, nonostante qualche indecisione nella prima parte di gara di un “finalmente” emozionato e umano Diawara (poi si riprenderà alla grande e con gli interessi nella ripresa) e un paio di errori, i soliti errori, che ci potevano costare caro e che anche stavolta non ci hanno punito, ulteriore segnale che il periodo di “ciorta nera”è terminato.

Ottima la fase difensiva di squadra (eccetto un paio di svarioni di Ghoulam e Diawara, come detto), solidi Koulibaly e Albiol, Impenetrabile Hysaj (rivisto sui suoi livelli mostruosi da un pò di gare), sempre presente Ghoulam.

Allan un gueriero, Diawara fa il suo (anche se non è sempre ben posizionato e perde qualche pallone, per l’evidente tensione della gara in un campo che a 19 anni si fa fatica anche ad immaginare a volte),.

Il Capitano da leader cuce nelle due fasi, commoventi Callejon e Insigne nei ripiegamenti, sempre efficaci e generosi.

Partecipa benino anche Manolo, che non riesce a sfruttare 3 palle gol nitide (2 nella prima frazione).

Il Napoli gioca, nell’ultima mezz’ora della prima frazione crea 5 palle gol e le spreca per poca precisione in fase di conclusione.

Si gioca, si combatte e da Kiev giungono notizie esaltanti e poco immaginabili nel loro evolversi, Dinamo in vantaggio, 1-0, poi 2-0 con turchi in 10, poi 3-0 (non siamo ancora rilassati), e sul 4-0 per i “Dinamici” a Kiev si va di vodka e noi di borghetti, la festa può avere inizio : a Lisbona si gioca per la gloria del primo posto nel secondo tempo e non per la qualificazione.

Il napoli se ne frega, vuole vincere, ci prova ancora con Gabbiadini, ancora con Callejon, poi la mossa che Sarri aveva gelosamente conservato : l’ingresso di Dries Mertens.

Pochi istanti dal suo ingresso e con un tocco da playstation Dries manda in porta Callejon, che non ci pensa nemmeno un attimo a sbagliare, con freddezza e determinazione si invola verso la porta e con un lucido e talentuoso scavetto beffa il portiere e porta il napoli in vantaggio, con i 3.000 irriducibili tifosi azzurri al “DaLuz”completamente impazziti (una trasferta da ricordare e raccontare ai nipoti).

Segue il raddoppio di Dries, azione personale in slalom centrale, doppio dribbling sull’esperto ma lento Luisao e palla che si infila in rete sul primo palo, tiro talmente preciso che toccan la parte interna del legno prima di entrare in porta.

2-0 Napoli, si festeggia, nonostante lo svarione di Albiol nel finale, ma fa niente.

Il Napoli vince a Lisbona ed entra nella storia.

#FNS

 

 

 

 
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