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Napoli in testa dopo 25 anni, ma conta più la vittoria con l’Inter

Il Napoli batte l’Inter 2-1 al San Paolo, con doppietta di un inarrrestabile Higuain, una vittoria pronosticata, ma sofferta più di quanto si potesse pensare, il che la rende ancor più sentita ed emozionante, 3 punti utili al cammino della squadra e a raggiungere dopo 25 anni (a questo punto del Campionato) la testa della classifica.

Emozioni forti al San Paolo ieri e soprattutto per tutti i tifosi di più recente generazione (“stamm senza voce”, ndr), che non avevano ancora provato l’ebbrezza del primo posto, ma che devono comprendere le difficoltà di contenere l’entusiasmo dell’ambiente ed avere i piedi ben saldi a terra, perchè dopo 14 giornate abbiamo avuto una grande gioia, ma non possiamo nemmeno pensare di aver raggiunto un obiettivo.

Per fortuna abbiamo una garanzia solida, che è Sarri, che come sempre ha ben presente la situazione ed è e sarà bravissimo a far mantenere alta la concentrazione, ricavando dal suo gruppo energia positiva e non deleteria da questo momento adrenalinico ed emozionante.

Le sue dichiarazioni nel post gara, tutte tese a smorzare gli entusiasmi e ricondurli nel giusto binario emozionale, sono “sante parole”che danno una carica al pari di quella trasmessaci dagli azzurri a fine partita, quella del giro di campo e dei canti intonati sotto le curve, momenti in cui squadra e pubblico si sono fusi in un’unica anima azzurra, inperfetta sintonia.

Vedere Reina, Higuain, cantare con e come i tifosi non consente di trovare le giuste parole per descrivere l’emozione, pertanto lasciamo a chi le ha vissute sul campo e chi le vede (e le rivede)  “a loop” su internet e in televisione le gioie di questi momenti.

La classifica (alla quale diamo il relativo peso) recita così : Napoli 31, Inter 30, Fiorentina 29, Roma 27, Juventus 24, Milan e Sassuolo 23.

Il Napoli diventa la migliore difesa del Campionato, con 9 reti subite, alla pari con l’Inter, solo 4 nelle ultime 16 gare (anche quella di ieri ininfulente ali fini del risultato finale, come le precedenti 3) e Reina raggiunge il record di imbattibilità a livello europeo, 533 minuti contro i 518 minuti di De Gea con la maglia dei Red Devils di Manchester.

A proposito di record, eguagliato quello delle 18 gare consecutive di imbattibilità del Napoli di Bigon del 1989-90 (anno in cui….) e quello di incassi della stagione in corso (con oltre 1 milione e mezzo nelle casse della società).

Siamo il terzo attacco del Campionato, con 26 reti, a una lunghezza dalla Fiorentina e a 3 dalla Roma, squadra che però ha subito molto (a prescindere dal set di Barcellona e dalle 15 reti in 5 gare subite in Champions), ben 17 reti, quasi il doppio degli azzurri e con evidenti difficoltà psicologiche attualmente.

L’attacco, guidato da un Higuain straripante e sempre più decisivo, bomber incontrastato della serie A con 12 reti (staccato Eder con la doppietta di ieri), ha comunque numeri da record, considerate le 17 reti in 5 gare dell’Europa League, siamo a quota 43 ad un terzo della stagione, con il doppio record di 104 di Benitez nel mirino ed ampiamente alla portata.

Aggiorniamo  la speciale classifica, che vi propongo con aggiornamento settimanale, quella di assist e gol (stagionale), numeri impressionanti, che ora coinvolgono anche difensori, oltre attaccanti e centrocampisti (i gol di Maggio e Chiriches in Coppa e l’assist di Albiol di ieri):

Higuain 14+3= 17

Insigne 7+6 =   13

Allan 3+5= 8

Gabbia 5+2= 7

Mertens 4+2 =   6

Callejon 4+2= 6

Hamsik 2+3= 5

El Kaddouri 1+4= 5

Jorginho 0+3= 3

Valdifiori 0+2 = 2

Ghoulam 0+2 = 2

Maggio 1+0 = 1

Lopez 0+1= 1

Chiriches 1 +0= 1

Albiol 0 +1 = 1

Ma veniamo alla gara di ieri, emozionante e tesa, sudata più del previsto, grazie a un’Inter mai doma, che ha avuto una reazione poco sospettabile dopo il 2-0 e con un uomo in meno, soprattutto dopo averla vista giocare nelle precedenti gare e in 11 contro 11 nel primo tempo, domata e a tratti dominata dagli azzurri.

Guardando l’Inter di questo inizio stagione avevo pronosticato e tenuto scaramanticamente (almeno all’approssimarsi della vigilia della partita) in cuor mio il pensiero su questa gara, quella tra il calcio degli azzurri e l’anticalcio della squadra di Mancini, sapendo che avremmo potuto batterla e, nel caso, anche in maniera deflagrante, ma alla fine la vittoria è arrivata con qualche palpitazione di troppo, grazie anche alla parata di Handanovic su Higuain nel finale, alle assenze di Mertens e Gabbiadini, che ieri si sono fatte sentire più del dovuto al momento dei cambi e che avrebbero potuto influire molto sull’andamento del finale di gara, creando le premesse per chiudere il risultato senza patemi e in maniera più rotonda.

Il risultato è arrivato lo stesso, ma quanta sofferenza dopo l’inaspettato gol di Laijc a circa 20 minuti dal termine, con il Napoli stanco in molti elementi e col braccino corto, che ha sbagliato qualcosina di troppo nel tentativo di gestire una gara che, senza gli innesti di Mertens e Gabbiadini,  non ha avuto la forza di chiudere, spingendo sull’acceleratore alla ricerca del gol del 3-1, che non avrebbe lasciato spazio al forcing finale e disperato interista, in cui solo un grandissimo, immenso Reina, ha salvato il risultato con due parate fondamentali, grazie all’aiuto di 2 pali amici e a un flusso di buona sorte (che di solito aiuta gli audaci… eh), improvviamente trasferito dal Ciuffo di Mancini al sodo lavoro di Sarri (con il beneplacito della ormai decantata “manovra”del nostro amato mister).

Una partita sopra le righe del Pipita Higuain, autentico trascinatore e decisivo più che mai. Gonzalo, che nell’esecuzione delle due reti, ha ricordato molto un certo Antonio Careca, per la rapidità ed esplosività di esecuzione in occasione della prima rete e per la sgroppata e la conclusione finale sul secondo gol (molto simile a quello realizzato dal bomber brasiliano in un Napoli Milan del 1987-88, quando si bevve Tassotti in velocità, piegando le mani di Giovanni Galli).

Sarri schiera i soliti 11 titolari, con le importanti defezioni di Mertens e Gabbiadini, ancora alle prese con il recupero dagli infortuni.

Mancini si scervella per trovare la soluzione adatta a contrastare gli azzurri, dovendo fare a meno di Santon e Kondgobia. Sceglie un soluzione abbastanza offensiva con un tridente pesante Perisic,Lajic e Icardi, supportato da Medel, Guarin e Brozovic in mezzo al campo. Gli esterni difensivi sono D’Ambrosio a destra (su Insigne ) e Nagatomo a sinistra (su Callejon).

Pronti via e il Napoli passa in vantaggio con un bolide del Pipita, che approfitta di una mancata chiusura di Murillo e trafigge inesorabilmente Handanovic dopo 64 secondi di gioco.

L’Inter accusa il colpo e il Napoli dimostra di poter affondare a piacimento nelle maglie della difesa interista, creando ogni 3 minuti un presupposto per il raddoppio per altri 20 minuti : ci provano Callejon (tiro a volo ciccato da buona posizione), Hamsik (che calcia alto, dopo ottima trama Insigne-Higuain), Insigne cerca la percussione di frequente, ma la finalizzazione si perde spesso nell’ultimo passaggio, dopo azioni manovrate ben costruite.

A parte un paio di indecisioni di Koulibaly (che viene ammonito dopo soli 10 minuti per un fallo evitabile in mezzo al campo) e Albiol, la difesa, supportata dal solito ottimo pressing del centrocampo, soffre poco, con Hysaj e Ghoulam (che spinge e arriva al cross più di frequente del solito) bravi a presidiare le fasce. Reina si limita ad una comoda uscita alta.

La sensazione è che gli azzurri possano colpire ad ogni affondo, ma qualche errore di misura in fase di ultimo passaggio vanifica la manovra offensiva e il Napoli con il passare del tempo, pur controllando abbastanza bene la situazione, non riesce a rendersi pericoloso.

L’Inter ne approfitta e arriva pericolosamente al tiro, prima con Guarin da fuori (palla alta non di molto) e poi con Perisic (lasciato solo da Albiol in piena area di rigore), ma il suo tiro svirgolato da buona posizione finisce di poco al lato.

Allo scadere la seconda ammonizione per Nagatomo, che dopo aver atterrato a palla lontana Callejon, stende anche Allan che lo aveva superato, Orsato gli mostra il rosso e l’Inter resta in 10 poco prima dell’ingresso negli spogliatoi.

Nella ripresa l’Inter scende in campo senza Icardi, con Telles che va a prendere il posto di Nagatomo sull’esterno basso a sinistra.

Il Napoli cerca di gestire la gara, tentando l’affondo solo al momento giusto, senza rischiare nulla, ma l’Inter sembra più pericolosa della prima frazione, avendo poco da perdere.

Dopo 15 minuti è Higuain a far sobbalzare il San Paolo con un gol magnifico con cui stende i nerazzurri. 2-0 Napoli !!!

La partita sembra chiusa, ma gli azzurri, che spesso cercano fraseggi anche in zone del campo a rischio, prendono, dopo una serie di rimpalli sfortunati in area il gol del 2-1 con una secca conclusione di Lajic (forse il migliore dei suoi con Miranda e Brozovic) all’interno dell’area il gol del 2-1, che li ringalluzzisce e che mette apprensione agli uomini Sarri, che non hanno molte forze per cercare con detrminazione ilgol del 3-1, con Insigne e Hamsik stanchi (e poi sostituiti da El Kaddouri e Lopez, per tenere palla e conferire maggiore copertura).

Ci fossero stati Mertens e Gabbiadini, forse i cambi sarebbero stati diversi , tentando di colpire con l’affondo decisivo, invece di gestire e difendere.

Sta di fatto che stanchezza e un pò di apprensione giocano un brutto scherzo agli azzurri, che non riescono ad essere lucidi e sereni, concedendo all’Inter (ricordiamo in 10), almeno 4 palle gol clamorose, la prima conclusasi per fortuna da un cross di Lajic sbagliato da favorevolissima posizione, poi con una parata provvidenziale di Reina e i 2 pali che sanno di ” Miracolo” (con la M maiuscola) divino e di san Reina.

Finisce sul 2-1 con tanti paura negli ultimi 5 minuti(4 di recupero) e ha inizio lo show post gara di squadra e tifosi, momenti da raccontare ai posteri, quelli che solo Napoli sa dare e che resteranno nei ricordi indelebili di tifosi e giocatori, con questi ultimi che da queste gioie riescono a comprendere il reale valore di giocare in questa città e con questa maglia, soddisfazioni e brividi che un calciatore difficilmente può provare altrove.

NAPOLI (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Allan, Jorginho, Hamsik (80′ Lopez); Callejon (87′ Maggio), Higuain, Insigne (70′ El Kaddouri). A disp: Gabriel, Rafael, Henrique, Chiriches, Strinic, Luperto, Valdifiori, Chalobah, Dezi. All.: Maurizio Sarri.

INTER (4-3-3): Handanovic; D’Ambrosio, Miranda, Murillo, Nagatomo; Guarin (62′ Biabiany), Medel, Brozovic; Perisic (83′ Jovetic), Icardi (46′ Telles), Ljajic. A disp: Carrizo, Berni, Ranocchia, Dodo’, Montoya, Juan Jesus, Gnokouri, Melo, Palacio. All.: Roberto Mancini.

Arbitro: Daniele Orsato (Schio). Marcatori: 1′, 62′ Higuain (N), 67′ Ljajic (I) Ammoniti: Koulibaly, Hysaj, Allan, Callejon (N), Nagatomo, Guarin (I). Espulso: 43′ Nagatomo (I).

Un applauso sentito, in ogni caso, a Sarri per quel che ha fatto sinora (e per quello che saprà fare e farà) e a tutto il gruppo azzurro, che dovrà restere compatto, sereno e umile, senza soffrire l’altura della classifica. Sarà dura resistere come sempre agli eccessivi entusiasmi e all’attaco di stampa ostile, ma l’allenatore è garanzia da questo punto di vista. Ci penseranno società e tifosi a fargli da scudo, in ogni caso.

Una sola parola “Bologna”.

#FNS

 

 

 

 
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