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Porto amaro : 2-2 al S.Paolo nel festival delle occasioni sprecate

Non avrei proprio voglia di commentare questa partita, anche perchè potrei trovarmi a dire delle ovvietà, che avrebbero il sapore amaro lasciatoci da Insigne e compagni e rigenerare il dolore che ci accompagna dal 24° del secondo tempo, quando una lama appuntita si è infilzata tra capo e collo di noi napoletani… un pugno nello stomaco ad addominali rilassati sarebbe stato più salutare.

Vabbè se proprio devo sfogare..inizio come avevo concluso l’articolo che precedeva la gara… : “…e il Napoli avrà la ghiotta opportunità di affondare il Porto a suon di gol…quindi senza sprecare le proverbiali 100 occasioni clamorose…l’avventura europea potrà continuare…mi raccomando…cinici spietati e cazzimmosi….”.

Non ci voleva Cassandra per conoscere pregi e difetti del Napoli di Benitez…forse solo i tifosotti voltabandiera (e ce ne sono tanti, ahimè) e i soliti soloni che imperversano ovunque, che ora cominceranno di nuovo con il loro insopportabile mantra anti Benitez, anti Napoli e anti tutto, potevano far finta di non sapere a cosa potevamo andare incontro in caso di perseveranza nello sbagliare occasioni da gol in campo internazionale.

Ero certo che non avremmo visto in campo il Napoli di Torino, memore delle gare di Champions e delle altre prove decisive disputate, fiero e consapevole della bontà del gioco che avrebbero potuto mostrare gli azzurri e fiducioso come sempre del valore del nostro amato Rafa, nonchè convinto della ottima preparazione atletica della squadra, per niente a corto di fiato, come hanno tentato di volerci far credere.

L’unica mia preoccupazione era, dunque,  per gli errori sottoporta e per la poca cinicità e cazzimma del nostro attacco…e purtroppo Insigne e compagni non mi hanno smentito, giocando una delle migliori 4-5 gare della stagione, ma sprecando l’impossibile (27 e non una di meno le occasioni create e i tiri verso la porta avversaria, 12 nello specchio).

Quasi 70 minuti di dominio assoluto e la beffa che ti aspetti dopo aver delapidato l’impossibile, la solita storia vista e rivista, che in campo internazionale non ti lascia scampo, che a certi livelli non ti puoi permettere.

Quel che brucia di più è che il Porto è poca roba, inguardabile in difesa (nemmeno con la sconsiderata difesa del Marsiglia avevamo prodotto tante palle gol), appena sufficiente in mezzo al campo e poco incisivo in attacco, con il solo Martinez a creare pericoli, sperando in qualche giocata di Quaresma, che ieri è arrivata, ma quando l’impresa era ormai impossibile e quando la mente era annebbiata dopo il pareggio beffa di Ghilas.

Non voglio sentir parlare di inesperienza, la partita non è stata giocata con immaturità, ma casomai senza la cattiveria giusta, ma solo in fase di finalizzazione :

niente da rimproverare a Henrique e compagni di difesa, autori di una gara impeccabile sino al gol del pari, nato per caso e per un fuorigico non avveratosi per millimetri. Bravo Ghilas a fermarsi in tempo, meno astuto Fernandez a cercare la linea e non l’attaccante algerino.

Niente da rimproverare a Inler e Berahmi, bravi ad evitare le ripartenze dei portoghesi e ad accorciare sulle seconde palle, sufficientemente abili nell’impostare l’azione.

Molto da rimpiangere in fase di conclusione, a parte un paio di occasioni nitide per Higuain, Mertens ed Insigne non sono riusciti a finalizzare almeno 10 occasioni propizie, dove, invece, Pandev era riuscito, segnando la splendida rete dell’1-0, su assist di pura classe del Pipita.

Insomma usciamo dalla Europa League con molti più rimpianti rispetto al girone di Champions, in cui avevamo fatto ampiamente il nostro dovere e siamo stati puniti dall’arbitro (rigore inesistente fischiato a fernandez dopo soli 8 minuti..non ce ne dimentichiamo…) e da errori evitabili nella partita decisiva a Dortmund, ma giocando bene e a testa alta (avrei pagato pur di chinare il capo e giocare i quarti col Siviglia).

Ora non ci resta che contenere l’onda d’urto di giornalisti e commentatori ostili e tifosi poco innamorati e competenti e rituffarci nel campionato per tentare l’impresa secondo posto (che vale tanto, soprattutto per la prossima stagione), sperando di tornare vincitori dall’Olimpico, dove il 3 maggio (ormai la data è tratta) incontreremo un ‘agguerrita Fiorentina nella finale di Coppa Italia.

Ad maiora…mio amato Ciuccio.

 

 

 
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