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Il Napoli torna a vincere dopo 9 gare in Campionato : 2-1 al 94° a Sassuolo

Il Napoli torna a vincere in Campionato dopo 9 gare, 6 pareggi e 3 sconfitte, grazie a un autogol di Obiang su calcio d’angolo in combutta con Elmas.

Primi 3 punti per Gattuso, ottenuti all’ultimo minuto di quelli di recupero, stessa sorte che gli azzurri avevano dovuto subire al debutto di Rino al San Paolo contro il Parma.

Era l’occasione propizia per tornare alla vittoria, contro un Sassuolo che gioca e fa giocare, che era alla 3^ gara in 7 giorni (impegnati nell’infrasettimanale col Brescia) e con ampio turn over e tanti assenti : out Consigli, Chiriches, Berardi e Tolijan,  dal primo minuto Magnanelli, Djiuricic.

Certo anche gli azzurri erano privi di KK e Maksimovic (oltre che a corto di terzini da tempo, con Malcuit e Ghoulam out), ma l’occasione era ghiotta.

In attesa del mercato di gennaio (stavolta almeno un centrocampista è d’obbligo, ma ne servirebbero 2  e un terzino sinistro), le difficoltà del 4-3-3 per la mancanza di un centrocampista centrale restano.

Dopo gli esperimenti di Piotr e Allan centrali è toccato a Fabian Ruiz l’ingrato compito, ed è andata anche peggio degli altri due, con Fabian che non ha la sagacia tattica e il passo giusto per le coperture, per gli anticipi preventivi, che non ha nel Dna i tempi di gioco per farlo e nemmeno le qualità difensive giuste per proteggere la difesa.

Il risultato : un disastro.

Il Sassuolo affondava a piacimento e Fabian , non coadiuvato granchè da attaccanti esterni e dai 2 centrocampisti a lati, ha evidenziato tutte le lacune nel ruolo (a prescindere da una non esaltante forma fisica), rimediando una figura barbina (purtroppo).

Tornerà a splendere da mezzala, una volta arrivato un centrale, il suo ruolo ideale nel 4-3-3, sicuramente meglio di quello pensato da Ancelotti , centrale a 2, che poteva fare , ma al quale si è dovuto adeguare, con risultati non sempre all’altezza delle sue indubbie e innate qualità.

Dopo mezz’ora, con il Sassuolo che imprversava centralmente, con Duncan e Traorè, che si inserivano tra le linee, il buon Fabian è naufragato, ed è stato tenuto forse un tantino troppo in campo e in quel ruolo, che proprio non gli si addice, ed il Napoli ha rischiato anche di prendere 3 gol, non arrivati grazie a Meret e all’imprecisione degli attaccanti neroverdi.

La linea difensiva azzurra ha sofferto oltremodo per oltre un’ora e ha trovato un pò di solliebvo, come tutta la squadra, con lo spostamento di Allan al centro e l’ingresso di Elmas.

A prescindere dalle difficoltà tattiche, il Napoli ha dato l’ennesima conferma che la testa e la qualità dei giocatori conta spesso più dell’organizzazione tattica della gara, andando a vincere al 94°una partita in cui nella ripresa ha messo una grinta superiore rispetto ad altre occasioni ed è riuscito a portare a casa i 3 punti, ormai insperati, con una voglia e una determinazione poche volte riscontrate in Campionato in questa stagione (fatta eccezione per le gare di Firenze, secondo tempo con il Piemonte e Atalanta al San Paolo).

La testa è fondamentale e gli azzurri lo hanno confermato, inguardabili e distratti dalle vicende fuori campo dal Salisburgo in poi.

Già contro il Parma si erano visti i primi segnali di risveglio, almeno per quanto concerne l’applicazione, vanificata da ingenuità tecnico-tattiche di squadra e individuali, ma per quelle dovremo aspettare il centrocampista e dare un pò di tempo a Gattuso, arrivato da poco.

Una buona gara soprattutto nei 20 minuti finali, dopo un primo tempo pessimo.

Ma anche nella gara di ieri la testa ha fatto la differenza : dopo 30 minuti di difficoltà tattiche, nonostante l’impegno, il gol reagalato a Sassuolo (con Meret che resta tra i pali e Rui che lascia indisturbato Traorè colpire sul secondo palo, con la palla che finisce goffamente solo le gambe del portierone azzurro) ha innervosito e, per quanto possibile, peggiorato la situazione, con gli azzurri che hanno rischiato di prendere la rete del 2-0 in più di un’occasione, dimostrando di non saper reagire.

La strigliata di Gattuso negli spogliatoi e la carica trasmessa per riprendere la gara hanno influito sicuramente, anche se la differenza a livello mentale è arrivata dopo il pareggio di Allan (gran gol) e tatticamente dopo il cambio Fabian- Elmas con Allan riportato a proteggere la difesa, che era già migliorata con Di Lorenzo centrale per Luperto (e Hysaj entrato a destra).

Negli ultimi 20 minuti il Napoli ha avuto grandissime occasioni per segnare, con Callejon (traversa A PORTA VUOTA e gol annullato), con Mertens (gol mancato di testa clamoroso e tiro a giro fuori di poco), grazie alle parate di Pegolo su Callejon e Piotr, e almeno un altro paio di occasioni create da Elmas e Dries.

In quella confusione. In quelle praterie lasciate agli avversari (senza filtro in mezzo al campo). In quel rigore non dato. In quel gol annullato per millimetri. Poi i pali, i gol sbagliati a porta vuota, le occasioni create e sprecate.

Prima di quel gol ci è passato davanti agli occhi tutto il dramma stagionale. A mò di trailer dell’Immortale.

Insomma per tutti i 90 minuti abbiamo rivissuto 2 mesi e oltre da incubo, terminato solo grazie al gol al 93°, tra l’altro rocamblesco, con spizzata di Di Lorenzo sul secondo palo e deviazione sotto porta, a metà tra Obiang ed Elmas.

Il Napoli grazie a questa rete è finalmente tornato alla vittoria e, come ben sappiamo, i risultati possono aiutare molto in questa fase delicata, oltre ai 3 punti in classifica, che sono salutari ed evitano preoccupazioni dal basso, le vittorie fanno accrescere morale ed autostima per il prosieguo immediato della stagione.

Si chiude un 2019 vincendo ed è già una buona soddisfazione, in un’annata che ha regalato rare goie e tanti mal di fegato ai tifosi.

Ci rivediamo al San Paolo con l’Inter il 6 gennaio, sperando che la Befana porti fortuna agli azzurri e il carbone alla squadra di Conte.

#FNS

 
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