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Impresa a Salisburgo : il Napoli esce dal guado e mette una pietra fondamentale per qualificazione

Il Napoli che avresti voluto vedere, che speravi esistesse, si materializza a Salisburgo e compie un’impresa importante, ottenendo la prima vittoria esterna in Champions dopo 3 anni (l’ultima a Lisbona con Sarri, alla prima Champions dell’ex tecnico azzurro), espugnando il difficilissimo campo degli austriaci targati Red Bull, imbattuti da 70 gare, tra Campionato e Coppe Europee.

3-2 per gli azzurri in una gara vibrante e giocata a ritmi vertiginosi, una vera battaglia, sempre corretta, ma senza esclusione di colpi e senza alcun risparmio di energie.

Il Napoli, rabberciato e privo di 2/3 di difesa, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo e ha disputato la gara che tutti ci attendevamo e speravamo, allenatore compreso, tra l’altro in un momento poco propizio con alcune difficoltà (tattiche e di forma individuale), che vanno verso la via della risoluzione e il risultato di ieri contribuirà ad affievolire, accrescendo morale e autostima del gruppo.

Ancelotti, sempre trasparente, onesto (più che buonista) e disponibile, ha dovuto usare, non il pugno di ferro, ma sicuramente un minimo di determinazione nei confronti di alcuni elementi, non guardando faccia e curricula dei suoi calciatori, ma seguendo il suo istinto e le sue idee, anche perchè uno come lui deve salvaguardare blasone e carriera e ha compreso che non poteva essere condizionato da elementi estranei al campo e al calcio giocato, giocandosi le sue chanches senza favoritismi o concessioni di sorta e mettendo in campo e in pratica le sue idee calcistiche e di formazione.

Ha messo in panchina e in tribuna Insigne e fatto giocare chi ritenesse più in forma o più adatto al tipo di partita o avversario da incontrare, premiando quelli che hanno dimostrato sacrificio e impegno negli allenamenti, senza farsi molti scrupoli, a giusta ragione.

Sicuramente non avrà apprezzato atteggiamenti e rendimento e soprattutto qualche critica eccessiva per situazioni che non sempre sono dipese da sue scelte tattiche o di formazione, con alcune gare giocate male da alcuni elementi (alcuni fondamentali per progetto e risultati).

Da questa gara ne esce un Napoli più consapevole e unito ed è un buon punto di partenza per riprendere il cammino e intraprenderne la strada della continuità, che è la cosa che più è mancata e manca al suo Napoli.

Il gioco spettacolare interessa meno quando le gare sono giocate con grinta, garra e sudore, che il tifoso apprezza anche più del bel gioco in fin dei conti.

Non tutto funzionava alla perfezione, nè tutto funzionerà alla perfezione, ma la via intrapresa è quella giusta.

Ma veniamo alla gara di ieri, dove si è un pò verificato tutto quello che avevo previsto in sede di presentazione dell’avversario (basta dare un’occhiata all’articolo di presentazione del Salisburgo), individuandone pregi e difetti, il tipo di match che avremmo dovuto affrontare con tutte le sue difficoltà e finanche la formazione iniziale (con un centrocampista in più, Zielinski) e la tattica da utilizzare (Lozano, che anche ieri non ha reso come sperato, schierato per attaccare in velocità la lenta e poco attenta difesa avversaria insieme a Dries, un grande Dries).

FORMAZIONE e TATTICA

Ancelotti privo di Maksimovic, Rui e dell’ormai enigmatico Ghoulam (che attualmente sarebbe stato impensabile schierare con la velocità doppia degli avversari), ma anche di Hysaj, ha perso in prossimità del match anche il baluardo Manolas, vittima di una botta al costato rimediata col Verona, non smaltita e che non gli ha consentito di essere presente dopo il provino decisivo a poche ore dalla gara.

Insomma non i presupposti migliori per affrontare una gara così delicata per il Girone e per il prosieguo della stagione, contro un avversario che ha proprio nell’attacco il suo punto di forza.

4 elementi contati e da assemblare, 5 out, e nessun difensore in panchina (e nessun centrocampista, almeno di contenimento), solo attaccanti , oltre ad Elmas.

Scelte obbligate quindi, Malcuit a destra per contenere il coreano Hee-Chan, Di Lorenzo a sinistra, in duello costante con il forte maliano Daka, KK e Luperto (bravissimo) centrali per cercare di contenere il ciclone Haland.

Allan, insispensabile in questo tipo di gare e contro questi avversari che giocano a ritmi elevati e indemoniati, a contrastare spesso Minamino, messo tra le linee da Marsch, ma anche a smazzarsi su tutti.

Fabian al suo fianco, che nel primo tempo è arretrato per avere lo scarico in fase di prima costruzione, nel tentativo di uscire dal primo pressing (forsennato) del Salisburgo, con Piotr a sinistra per rinforzare la copertura a centrocampo (è mancato quasi del tutto nelle 2 fasi nel primo tempo) e Callejon a destra.

Di punta Mertens e Lozano per sorprendere in velocità e negli spazi (il Salisburgo ne lascia, avendo gran propensione offensiva) l’avversario, poco attento e tatticamente non eccelso in fase difensiva. Resta in panchina Milik.

Marsch schiera un 4-2-3-1, mettendo in attacco Minamino fra le linee dietro Haland e ai lati Daka a destra e Hee-Chan a sinistra, in mezzo al campo Mwepu e Junuzovic, difesa a 4 Kristensen-Ramalho-Wober-Ulmer.

LA GARA

Gara subito vibrante e giocata per tutti i 90 minuti ad alti ritmi, a discapito della precisione (il Napoli la chiuderà con un 79% di precisione nei passaggi, peggior media stagionale, con tanti elementi sotto soglia dell’80% e con ben 49 palle perse, inclusi i contrasti, dribbling non riusciti, ma senza contare i passaggi sbagliati che sono stati parecchi).

Il Napoli inizia molto bene, già al primo minuto fa girare bene palla, senza farla toccare per sessanta secondi agli avversari e andando alla pericolosissima conclusione con Mertens, con palla fortunosamente deviata dal portiere.

20 minuti ottimi del Napoli, unico rischio corso un gol di Haland annullato per fuorigioco, nettissimo e rilevato poi dal Var.

Bravi KK e Luperto centralmente, ed anche di Lorenzo a sinistra con Daka, mentre Malcuit ci fa correre qualche brivido, ma (per ora) non combina guai.

Buone trame offensive, che portano Dries al tiro 3 volte, con il belga che al minuto 17 su assist di Callejon fulmina il portiere dalla destra in area con un bolide scagliato dal basso verso l’alto sotto la traversa.

Unica pecca qualche palla persa di troppo da Allan, Callejon, Malcuit e Piotr e qualche spunto di Lozano non finalizzato a dovere dall’attaccante messicano, che si perde in fase di ultimo passaggio, sbagliando qualche giocata (anche in dribbling).

Dal 20° il risveglio del Salisburgo, che coincide con il venir meno del pressing alto degli azzurri, molto importante sia per difendere che per offendere, in caso di recupero alto della palla.

Il Napoli abbassa il baricentro e il Salisburgo ne approfitta e comincia un assedio alla porta di Meret, che dura parecchio per le nostre coronarie, col portierone azzurro bravissimo ad evitare il pari con 3 interventi miracolosi.

Il Napoli non riesce a uscire dal fortino per 20 minuti, angoli, cross, scambi veloci al limite dell’area, Haland e compagni ci stringono d’assedio e Malcuit commette una leggerezza non da poco e a 5 minuti dalla fine, si fa superare e atterra in area il suo avversario, rigore netto che Haland trasforma.

Si va al riposo sull1-1 dopo 5 minuti di recupero.

Meret ci salva come in ogni gara da inizio stagione, bene Luperto, KK tiene botta, Di Lorenzo contiene (a fatica) Daka, Malcuit sbaglia e non dà certezze in fase difensiva.

Partita opaca di Callejon e quasi invisibile di Piotr a sinistra, Allan si smazza, ma sbaglia molto in fase di passaggio e ripartenza, anche Fabian dopo un ottimo inizio perde colpi e perde 2-3 palloni. Lozano evanescente perde numerose palle in ripartenza. Mertens generosissimo è l’unico ad emergere.

Nessun cambi nella ripresa, il Salisburgo comincia in avanti , ma gli azzurri non corrono grossi pericoli, migliorano Malcuit e Di Lorenzo.

Col passare del tempo Fabian comincia a fa fatica centralmente (ha giocato da centrale tutta la gara col Verona) e a perdere qualche palla di troppo e Ancelotti inverte la sua posizione con quella di Zielinski, che giocherà una buona mezz’ora da centrale con Fabian largo a sinistra.

Dopo 20 minuti il Napoli colpisce di nuovo in contropiede, ben condotto da Malcuit, che almeno in fase di spinta si fa valere, da un suo cross (deviato) la palla arriva a Mertens, freddo e secco il suo destro che trafigge Coronel (entratyo al posto del portiere titolare, vittima di uno stiramento muscolare).

2-1 Napoli.

Con doppietta storica di Mertens, che aggancia e supera Maradona nella classifica dei marcatori azzurri di tutti i tempi, a 116 reti.

Entra Insigne per un evanescente Lozano.

Ashimeru (un centrocampista) per Daka, con Minamino che va sull’esterno.

Il Salisburgo reagisce, ma il Napoli, seppur a fatica , non demorde e riesce a difendere abbastanza bene. Allan raddoppia i suoi sforzi.

Non passano 10 minuti che il Salisburgo pareggia, cross dalla lunga distanza di Junuzovic, KK, mal posizionato lascia solo Haland, sbagliando anche il tempo dello stacco e il giovane talento norvegese di testa batte Meret da distanza ravvicinata.

Nemmeno il tempo di battere a centrocampo e il Napoli ripassa in vantaggio con Insigne, imbeccato da Mertens, tiro deviato con Loerenzo che scivola, ne esce una parabola beffarda che si insacca sul secondo palo.

Cappottone ad Ancelotti di tutta la squadra con Lorenzo che corre ad esultare con il Mister.

Entrano Llorente Elmas per Dries e Callejon.

Il Napoli si difende con i denti e porta a casa 3 punti preziosi, forse fondamentali per la qualificazione.

Primi nel Girone con 7 punti, davanti al Liverpool (corsaro in scioltezza a Genk, 4-1 per i reds) e al Salisburgo con 3 punti.

Ora al San Paolo per il colpo di grazia.

#FNS

 

 

 

 
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