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Ancelotti batte anche il “suo” Milan : 3-2 al San Paolo

Buona la seconda.

Il Napoli batte anche il Milan al San Paolo, sovvertendo ogni pronostico giornalistico (in controtendenza rispetto alle griglie di partenza “pontificate”da presunti esperti di blasonati quotidiani sportivi e non a inizio Campionato, per il momento) e, forse, convincendo anche i tifosi più scettici, dopo le “delusioni mercatali”, che ormai si protraggono da almeno un quinquennio.

3-2, di nuovo in rimonta, stavolta ancor più complicata, dopo il doppio vantaggio rossonero, arrivato all’incirca dopo 1 ora di gioco.

Cambio di piglio, cambio di modulo, cambio di uomini, Ancelotti le azzecca tutte e viene premiato dalla “Dea Bendata”, dopo essersi trovato sotto di 2 reti, non demeritando, ma punito da un paio di esitazioni e da 2 ottimi tiri (con relativa incursione) di Bonaventura e Calabria, che trovano gli azzurri più blandi e poco reattivi che impreparati.

Come con la Lazio gli azzurri hanno cominciato la gara pensando più all’aspetto tattico e difensivo che a quello più cinico e “sprezzante, alias “buttare la palla dentro”.

Le distanze tra i reparti, i movimenti, le coperture, i sincronismi, la linea difensiva, le sovrapposizioni dei terzini, il Napoli è ancora “work in progress” e si attarda ad entrare nella contesa proprio per la curiosità di mettere in pratica le nuove idee calcistiche che Ancelotti ha proposto ai ragazzi, che da bravi scolaretti cercano di portare nelle gare, oltre che negli allenamenti.

Poi all’improvviso il gol avversario, un pacchero salutare che li riporta a considerare che ci sono 3 punti i palio e un avversario da battere, che prescindono dall’apprendistato e che bisogna fare sul serio, cercando di capitalizzare il lavoro svolto.

Molte sono state le partite ribaltate dagli azzurri anche l’anno scorso (proprio ad agostto ricordiamo l’Atalanta, ex multis), il che fa ben comprendere la voglia della squadra di perseguire l’obiettivo, la caparbietà del gruppo nel raggiungere il risultato, base solida che ci consentirà di guardare in alto.

Certo il registro dovrà cambiare, perchè non sempre si potrà pensare di recuperare le gare, da affrontare con maggiore caparbietà e cattiveria agonistica sin dai primi minuti.

Il Milan ieri, trovatosi in vantaggio per 2-0, anche con molta casualità (oltre che per bravura), ha favorito non poco la rimonta, con Gattuso che non ha saputo trovare le contromosse giuste ai cambiamenti di modulo e di uomini proposto da Ancelotti.

I gol di Piotr, la vivacità di Mertens (e il suo sigillo finale) da seconda punta con Milik, hanno creato lo scompiglio tra le fila rossonere, ed i gol potevano essere anche il doppio di quelli messi a segno.

Partita emozionantissima, come avevo previsto alla vigilia, quando ho predicato più occhio al campo che alle sirene ammaliatrici e ingannatrici  delle varie diatribe Prsidenziali, e i suoi scontri verbali con Sindaco, tifosi, Ultras e resto del mondo.

Bisognava onorare (come è stato giustamente fatto e alla grande dal pubblico del San Paolo) la prima di Ancelotti nel Tempio che lo ha visto sempre emozionato da avversario. Il feeling è stato immediato, le emozioni reciproche, attese e ampiamente vissute con grande trasporto.

Insomma una gara dai mille risvolti che non ha tradito le attese.

Dagli applausi totalitari e convinti del San Paolo a Reina all’abbraccio Ancelotti-Gattuso, maestro e allievo, compagni di grandi vittorie, al silenzio nel primo tempo nelle Curve per Genova, alla spinta del pubblico che ha portato la squadra alla rimonta nella ripresa, esaltando ed  esaltata  dalla risposta dei ragazzi in campo.

Non è mancato nulla, compreso il doppio esorcismo, al Diavolo e allo spauracchio Higuain. che sarà difficile veder accolto come un “figliol prodigo”a Fuorigrotta.

Un appluso deciso ad Ancelotti, che con la sua solita flemma apparente, ha conquistato già la quasi totalità dei napoletani, anche con i risultati del campo, qualora ci fosse qualche dubbio.

#FNS

 

 
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