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Un Napoli “sperimentale”non riesce a piegare la Fiorentina : 0-0 al San Paolo

Il Napoli, alla prima dopo l’eliminazione in Champions, non riesce a battere la Fiorentina al San Paolo e arriva il terzo 0-0 stagionale.

Un risultato “ad occhiali” ben diverso dai precedenti, figli della stanchezza nell’immediatezza del doppio impegno col City (Chievo in trasferta e Inter a Fuorigrotta), in cui più che il contraccolpo Champions e la fatica, ha pesato la totale assenza dell’ “out mancino”, orfano di Ghoulam e Insigne, al quale non si è riusciti a sopperire con la giocata degli uomini migliori, Mertens, Callejon e Hamsik, tutti fuori fase.

Tutto ciò al netto di 3 -4 clamorose palle gol mancate dagli azzurri nella ripresa (con Mertens, Callejon e Zielinski, in ben 2 occasioni) e un tiro di Hamsik che non entra per centimetri e che avrebbe potuto far sobbalzare il San Paolo.

Il Napoli di Sarri non si vede da almeno (e oltre) un mese, in periodo di appannamento dopo un inizio scintillante, favorito dalla preparazione anticipata.

Preliminare che ha portato, con imbarazzante puntualità le sue scorie, tra fine novembre e inizio dicembre, dopo un periodo in cui un golletto ed Insigne hanno tirato la carretta, portandoci punti preziosi, seppur in gare non brillanti, contro il Milan e l’Udinese.

IL NAPOLI “SPERIMENTALE”

Ieri, inoltre l’assenza di forzata di Insigne (che si aggiunge a quella di Ghoulam) ha svuotato del tutto l’asse mancino, l’arma letale degli azzurri, il porto sicuro dove da 2 anni e mezzo a questa parte il Napoli ha sviluppato il suo gioco.

Su quel lato il Napoli ha sempre costruito oltre il 50% delle sue azioni offensive (con punte del 55-60%), fascia non scelta a caso, ma dove operano (anzi operavano) i 3 uomini con la tecnica migliore Insigne-Hamsik e Ghoulam, altra pasta rispetto all’out di destra, dedicato per lo più alla fase difensiva con Callejon-Allan e Hysaj, che hanno caratteristiche opposte, grinta, capacità difensiva, corsa, ma poca tecnica e qualità, pochissimo dribbling nell’uno contro uno, quasi zero fantasia, poca propensione all’assist e all’invenzione.

L’assenza degli uomini fidati a sinistra ha costretto Sarri ad affidarsi alla fascia destra (talvolta alle percussioni centrale e alle imbucate), con la fascia sinistra battuta con scarsi risultati solo nel 29% delle azioni (la metà del solito) e i risultati si sono visti :

- nel primo tempo assenza assoluta di pericolosità, moltissimi gli errori, i lanci sbagliati, le palle filtranti fuori misura, la lentezza della manovra (con uomini poco dotati tecnicamente a destra, che non avendo lo spunto necessario e i piedi giusti, non potevano far altro che salire e ritornare indietro, con un evidente rallentamento e involuzione del gioco)

- addirittura Allan e Hysaj hanno tentato di fare gli Hamsik e i Ghoulam, Callejon l’Insigne, con il gioco che si sviluppava piatto a destra e si tentava l’imbucata, il lancio per gli inserimenti di Zielinski dal lato opposto, con Piotr che ha tentato invano i tagli di Josè.

Insomma altro che Napoli di Sarri, un Napoli “sperimentale”, a tratti spaesato, il Mister ha cercato di inventarsi a destra quello che ci riusciva a sinistra, senza riuscire a trovare risultati apprezzabili.

Ma quando si è accorto che il lato B non funzionava, Sarri ha tentato anche delle variazioni sul tema, accentrando a turno Zielinski e Hamsik, cambiando posizione a Dries, che si è spesso spostato sull’esterno, con Callejon accentrato.

Le abbiamo tentate tutte, ma nonostante le occasioni arrivate nella ripresa, non siamo riusciti a segnare quel gol che avrebbe scacciato tanti pensieri e avrebbe dato fiducia e morale alla squadra, linfa vitale in un momento in cui non tutto gira bene, anzi.

LA FORMA della SQUADRA e il PERIODO GRIGIO degli UOMINI MIGLIORI

Quando gl uomini migliori non sono al top e ti manca la tua arma migliore, allora c’è poco da fare.

HAMSIK sono ormai da 4 mesi (tanti) che non è più il motore della squuadra.

Quando gira lui, gira la squadra, ed è stato così per 2 anni e mezzo. Non sappiamo se il Capitano abbia problemi extracalcistici, ma quest’anno, con immenso dispiacere, proprio non c’è. Sia in termini di “score”(mai ha sopperito con qualche suo golletto alle carenze momentanee dei compagni, non risultamdo mai decisivo), che di prestazioni, raramente sufficienti. Si spesso limitato al compitino difensivo, non svolto nemmeno con tanta efficacia e a fare l’ingranaggio sul suo lato di competenza, che girava più grazie al momento eccezionale di Insigne e di Ghoulam che a lui.

CALLEJON gioca sempre da quando è arrivato a Napoli, non conosce soste, ma pause in campo si.

Spesso fenomenale nel suo momento migliore, gol e ssist a iosa, poi calava , pur guadagnandosi la pagnotta per dedizione, applicazione e fase difensiva, ma la brillantezza offensiva scompariva. Ora è in quella fase, purtroppo.

MERTENS Ha spesso dichiarato di voler essere sempre in campo, quando giocava di meno e quando è diventato un perno insostituibile.

Lui che vive di spunti, di brillantezza, di velocità (e da un pò di tempo anche di gol), purtroppo non può farle tutte. La voglia da sola non basta a coprire le magagne fisiche. L’assenza di Milik lo ha costretto ad essere sempre in campo, a volte a gestire le energie in campo (non fa parte del suo Dna). In alcune gare non lo vedevi per 80 minuti, poi ti risolveva con un assist e un gol e ti dimenticavi della sua non eccelsa prestazione. Roba da grandi. Ma ora siamo proprio alla canna del gas e, come tutti i bomber che in carriera sanno cosa vuol dire non trovare la rete, ora deve fare i conti col periodo buio e aspettare.

Non segna dal 29 ottobre in Campionato (col Sassuolo), da 6 gare e 540 minuti. Lui che ci aveva abituato a numeri da record. Mancano i suoi gol a noi e alla squadra,  e ieri se ne è mangiato uno colossale.

Non ha fisico e resistenza Superman, se ne è accorto lui, lo sappiamo noi, ogni tanto meritava un turno di riposo ed ora, senza alternative, vi è la controprova.

La squadra per il resto non è stanca, nè fisicamente, nè mentalmente, ma paga le 2 difficoltà appena enunciate.

Lo dimostra la sua applicazione difensiva, fase in cui siamo molto attenti e bravi.

Non abbiamo segnato in 4 gare e ne abbiamo, sfortunatamente, persa solo una.

La difesa ha tenuto quando l’attacco non ha funzionato, restando la migliore del Campionato e ci ha portato ben 6 punti.

Ben 11 le “clean sheet” stagionali, alle quali hanno contribuito non solo la crescita della fase e del reparto, ma anche l’annata dei singoli, con Koulibaly ormai top player, Albiol mostruoso e Reina che sta vivendo una stagione da protagonista anche tra i pali (con pochissimi e rari errori).

Il ritorno di Allan, quasi fisso a destra, ha reso nuovamente impenetrabile quel lato, conferendo la copertura necessaria a Hysaj, che va poco in difficoltà.

LA PARTITA

Sarri ha schierato l’unica formazione possibile, chiedendo un sacrificio ulteriore ad Albiol, considerata la pericolosità del tridente viola.

Il Mister era ben consapevole delle attuali difficoltà offensive della squadra e ha intuito subito che la prova difensiva dovesse essere prioritaria e la tenuta stagna del reparto l’unica via per poter tentare di venire a capo della gara.

Zielinski come plausibile al posto dell’infortunato Lorenzo.

Pioli con un 4-3-3, che si trasforma in 4-3-1-2 in fase passiva con Thereau che si occupa di Jorginho in fase di costruzone, con Chiesa a destra a tenere basso e cercare di pungere dal lato dui Rui.

A centrocampo duelli Allan-Veretout e Benassi-Hamsik, con Badelj a protezione della difesa e a creare l’imbuto su Mertens.

Ai lati della coppia di difensori centrali (Pezzella e Astori), Laurini a destra su Zielinski e Biraghi a sinistra su Callejon.

Come fatto da Oddo e Allegri, anche Pioli lascia spazio al nostro uomo meno tecnico, Hysaj, libero di impostare da destra e autore di una serie di innumerevoli errori nei passaggi e di qualche palla persa di troppo.

Il Napoli parte alla grande, giusto l’approccio, palla che si muove rapidamente, anche troppo (a discapito di qualche errore), squadra alta e aggressiva che nei primi 10 minuti non consente agli avversari di mettere il naso aldilà della propria metà campo.

Si attacca da destra, 2 traversoni di Hysaj e Allan un pò fuori misura per l’inserimento a sinistra di Zielinski.

Uno spunto di Mertens con cross su cui arriva Sportiello.

Il Napoli arriva subito sulle seconde palle (ne perde 5-6 con Allan, Hysaj (2), Hamsik (2) e Mertens, ma le recupera subito), squadra molto alta con Jorginho che sembra in giornata (ma non sarà così)

Un azione in percussione con tiro di Jorginho , che calcia alto da posizione favorevole all’8° minuto resterà l’unica occasione creata dagli azzurri in tutta la prima frazione.

Al 10°la Fiorentina per la prima volta si affaccia nella metà campo del Napoli e va in gol, annullato per un netto fuorigioco di Simeone.

Da allora i viola alzano il baricentro e il Napoli non riuscirà più a uscire dal guado.

Mai una uscita pulita palla al piede, con i centrocampisti e gli attaccanti che non ripartono e non riescono a far salire la squadra.

Errori di misura negli appoggi e nei passaggi, come mai visto prima.

Hysaj sbaglia l’impossibile, Allan conbatte (con Veretout è un bel duello), Hamsik mai nel vivo e arruffone, Jorginho sempre oscurato e raddoppiato non riesce a essere la luce, Mertens non tiene una palla che è una, Zielinski scompare e quando gioca la palla la sbaglia.

Per fortuna che reina para e la Fiorentina ci grazia in 3 occasioni.

Il Napoli si “libera” spesso e male del pallone troppe volte, si cerca l’imbucata, ma non riesce mai. Sarri si incazza.

L’asse di destra non produce, il gioco non è quello che conosciamo.

Primo tempo pessimo, che per fortuna non si chiude con gli azzurri in svantaggio.

Nella ripresa i viola calano progressivamente, il Napoli gioca strappi, si mangia 3 gol, ne sfiora uno con Hamsik, un altro con Callejon.

La mossa Ounas, che sostituisce un frastornato Zielinski a 20 dal termine non produce alcun effetto, come non lo producono i continui spostamenti di posizione del trio offensivo e  di Hamsik.

Nel finale escono stremati Allan e Jorginho, ma Rog e Diawara non fanno meglio.

Si chiude sullo 0-0.

LA CLASSIFICA

Non muta nel giorno degli 0-0 e resta invariata con Inter e Juve che impattano allo Stadium e la Roma a Verona col Chievo con lo stesso risultato.

Al bando critiche e isterismi, verranno momenti migliori.

#FNS

 

 

 

 

 

 

 

 
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