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Il Napoli domina la Juve, ma non riesce a batterla : 1-1 al San Paolo

Il Napoli non va oltre il pari contro la Juventus, 1-1 con reti di Khedira e Hamsik, e perde una buona opportunità per restare a stretto contatto con il secondo posto, con la Roma che allunga il passo e si porta a 4 lunghezze sugli azzurri.

Non può passare inosservato il comportamento inappuntabile dei tifosi azzurri, pungolati per mesi in vista di questa sfida, presentata per mesi come rischiosa per l’ordine pubblico, fomentata da giornali e opinionisti (che hanno fatto una spaurita marcia indietro nella settimana di vigilia, dopo averci azzuppato il pane per un anno) e che tranne per la giusta razione di fischi al loro ex beniamino, hanno dimostrato di essere una delle tifoserie più corrette e civili d’Italia.

Una gara da vincere, in cui i 3 punti erano molto importanti in chiave secondo posto, giocata bene, con la dovuta concentrazione e abnegazione, contro la solita Juventus cinica e opportunistica, che una volta in vantaggio si è difesa strenuamente e ad oltranza, riuscendo nell’intento di strappare un punto al S.Paolo.

Gli azzurri non sono riusciti a trovare la giocata vincente nell’ultima mezz’ora, dopo aver sprecato molte energie psicofisiche nel trovare il gol del pari, arrivato dopo quasi 1 ora di gioco con discreta intensità, a riabilitare le sorti del match dopo l’iniziale gol di Kedhira.

Partiamo proprio da questa rete, arrivata dopo soli 6 minuti, che ha indirizzato il match su binari ben precisi e favorevoli all’avversario, condizionando il resto della gara.

Una percussione di Khedira, dopo respinta di testa di Albiol ad anticipare Higuain, che lo infastidice con un leggero tocco (non falloso) e che induce Allan a girarsi verso l’arbitro, un’occhiata fatale che ha fatto perdere al brasiliano l’abbrivio in marcatura sull’iniziale scatto del tedesco (su cui Callejon non riusciva a porre l’adeguata copertura in seconda battuta). Scambio veloce al limite con Pjanic (che tagliava fuori Albiol, vanificando anche il ritorno di Hysaj) e tiro perentorio a tu per tu con Rafael, al quale non riusciva la miracolosa deviazione.

L’azione del gol sarà una delle poche della Juventus in tutta la partita (un paio di spunti di Higuain, gli unici di una gara nella quale l’argentino è rimasto ai margini, anche per l’atteggiamento tattico della squadra, che ha tenuto molto basso il baricentro, con due linee difensive strette e basse ad occupare tutte le possibili linee di passaggio degli azzurri).

Rafael spettatore tra i pali (poca la differenza con la consueta panchina, la partita se l’è vista anche da titolare).

Dal 6° minuto e sino al gol di Hamsik un monologo azzurro, azioni corali (partite da sinistra nel 47% dei casi) e tanti cross e percussioni nel tentativo di perforare il muro creato da Allegri davanti la porta di Buffon (avrà chiesto una consulenza al Mister bianconero anche Trump per la linea di confine col Messico).

L’azione degli azzurri, tambureggiante e continua, sebbene non sempre a ritmi altissimi, a causa delle difficoltà create dalla doppia linea difensiva avversaria, ha prodotto almeno 5-6 palle gol nitide nel primo tempo, con difetto evidente di mira in fase di finalizzazione.

2 tiri di Hamsik ciabattati dal limite da buona posizione, un tiro di Insigne largo di poco, una conclusione dopo dribbling centrale di Mertens (tra le braccia di Buffon) e almeno altre 2-3 occasioni frutto di gioco sugli esterni non concretizzatesi per la mancanza di un attaccante puro in area di rigore (i pro e i contro di avere un falso nueve, produttivo, ma poco rapace, anche per questione di centimetri).

Ottima la fase difensiva degli azzurri, che non hanno concesso ripartenze all’avversario, con Higuain poco servito, isolato dal resto della squadra e ben marcato da Koulibaly e Albiol, che lo hanno di sovente anticipato, non consentendo all’argentino di far salire la squadra.

Buono il pressing ed il recupero palla, anche grazie all’ottimo lavoro in copertura di Allan e Jorginho, con il Napoli che ha sbattuto più volte contro il muro avversario, ma abile nel riprendere il pallone e ricominciare a tessere l’azione offensiva.

Ovvio che con pochi spazi a disposizione e con un avversario che sa difendersi bene, l’azione potesse essere velocizzata fino a un certo punto.

Il Napoli con molta pazienza allargava il gioco sulle fasce, dove è stato costante l’appoggio di Hysaj e Strinic, cercando poco lo sfondamento centrale, con Mertens poco partecipe al gioco per gran parte della contesa, soprattutto nella prima frazione di gara.

Le azioni pericolose nascevano tutte da recuperi palla sulla trequarti avversaria, più che da azione manovrata. la Juventus poteva essere sorpresa così, visto che di varchi liberi ne ha lasciati ben pochi.

Purtroppo il Napoli non ha trovato subito il gol del pari nel primo tempo, finendo immeritatamente sotto di una rete, nessuna giocata individuale e poca precisione al tiro, che contro questo tipo di avversari non ti puoi permettere se vuoi avere la meglio e portare a casa i 3 punti.

Nella ripresa occasione abbastanza clamorosa di Insigne dopo 5 minuti , il cui tiro dopo dribbling a rientrare da sinistra finiva di un soffio oltre il palo lungo.

Poi il pari di Hamsik dopo azione ben condotta, con assist decisivo di Mertens per l’inserimento tempestivo di Marek, che folgorava Buffon con un tiro forte e preciso all’angolino alto. Una fotografia col flash a Buffon e palla in rete : 1-1 a 30 minuti dalla fine.

Il San Paolo alzava il volume e gli azzurri dopo 4 minuti, sfortunatissimi, sfioravano il gol del raddoppio con Mertens caparbio nel pressing che in “estirada” anticipava Buffon su passaggio all’indietro, deviazione del portiere e palla che con uno strano effetto si allargava dallo specchio verso il fondo. Dries ci arrivava sulla linea e ribatteva la palla sul palo da posizione estremamente defilata.

Sembrava l’inizio di un probabile assedio all’arma bianca, ma la girandola delle sostituzioni prima e un calo fisico evidente nel finale, non consentivano di gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Sarri restava fedele al modulo inserendo prima Zielinski per Allan, per conferire maggiore potenziale offensivo alla squadra, poi era costretto a sostituire Hamsik (stanco e vittima di crampi) con Rog, evitando rivoluzioni  con il 4-2-3-1, inserendo Milik.

Il polacco poi non riusciva a subentrare per la richiesta di sostituzione di Strinic, ormai stremato, e nel finale era costretto ad abbandonare la contesa, con Ghoulam in campo.

Il Napoli creava altre 2-3 potenziali azioni da rete (la più clamorosa con un assist dalla riga di fondo di testa di Callejon per Mertens, poco reattivo (che restava sulle sue invece di aggredire l’area piccola), frutto del gioco e non di invenzioni individuali, non riusciva a produrre l’ultimo disperato sforzo, forse anche per un pò di paura di subire un gol beffa, non gettava il cuore oltre l’ostacolo e non riusciva a segnare il gol della vittoria, che sarebbe stato molto importante per il prosieguo della stagione e per le velleità di raggiungere la Champions , evitando il preliminare.

Insomma una buona gara in cui è mancata la vittoria, il gol del campione, la giocata del campione, che il Napoli forse non ha, pur avendo dominato per gran parte della gara, come (spesso) dicono i numeri :

- 60,6% di possesso

- 89% di precisione nei passaggi,

- 17 tiri a 4 (solo 4 in porta, poco precisi, oltre al palo di Mertens)

- 906 tocchi contro i 656 degli avversari (Jorginho mattatore con ben 130 palloni giocati, di cui ben 119 passaggi riusciti)

- 22 a 7 i cross in area

Ora attenzione a blindare il terzo posto (trasferte all’Olimpico con la Lazio, la prossima di Campionato e poi a Milano con l’Inter più avanti), sperando che i miracoli accadano, in Campionato e mercoledì in Coppa Italia.

#FNS

 

 

 

 

 
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1 Comment  comments 

One Response

  1. Erdy

    Non ti appanna niente…
    bella partita peccato non aver segnato nel primo tempo
    complimenti per l’articolo (tranne il fatto di Trump… )

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