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Un mercato estenuante e anomalo

Alle 23 di ieri si è chiuso il calciomercato finalmente, mai come quest’anno, possiamo dire finalmente.

Dopo 3 mesi e mezzo estenuanti, quasi da nausea, tra ritardi, cambi di strategie, acquisti sfumati, botte dalla quali è stato difficile riprendersi, flop, bluff, dichiaraziooni ad effetto, intrighi, momenti thrilling e anche a tratti esilaranti e buoni acquisti.

Insomma non ci siamo fatti mancare niente, anche se conti alla mano, il risultato è stato più che soddisfacente, nonostante qualche piccola mancanza.

Mi dovete permettere una digressione sul tema, che esula dall’argomento Napoli e anche dall’argomento “strictu sensu” legato ai trasferimenti, ma riguardante  la finestra di mercato in se, il calcio di agosto e l’organizzazione di date, Campionati e Coppe Europee.

Il calcio è sempre presente nella testa degli appassionati, anche quando non ci sono partite, ma il business non lo deve nè sminuire, nè uccidere.

Non è credibile, nè può essere consentito, che, per esigenze di palinsesto televisivo e giornalistiche, il calciomercato possa durare 3 mesi e mezzo, non è pensabile che lo stesso si possa accavallare con gare ufficiali di campionato e Coppe (playoff).

Le squadre devono essere definitive e i calciatori a disposizione degli allenatori prima che inizi il calcio che conta per non stravolgere squadre e spogliatoi.

Questa la mia ricetta, che non può non essere valutata con attenzione e condivisa :

- Unica finestra di mercato che non dovrà protrarsi oltre il 31 luglio.

- eliminazione immediata di play off per le Coppe Europee.

- inizio campionati il primo week end utile di settembre

- svolgimento ad agosto di una settimana per le Nazionali al posto di play off Champions e gare di Campionato

- svolgimento ad agosto dei turni di Coppa Italia, sottraendoli al mese di dicembre e gennaio, facendo disputare in quei 2 mesi solo quarti e semifinali (escludendo gare gravose a marzo e aprile)

– riduzione della seria A a 18 (se non 16 squadre) con abolizione dei turni infrasettmanali.

Fatto questo accorato appello passiamo al mercato.

Un mercato anomalo, condizionato pesantemente dai soldi degli inglesi e di una Premier ricchissima e sempre di più in stile Nba, con gli altri Campionati relegati a quelli Europei del basket, lontani anni luce dalla Premier per organizzazione, marketing, Stadi, spettacolo e Merchandaising

Un mercato che deve fare i conti con le nuove proprietà, grandi colossi, finanziari e imprenditoriali, che ora interessano anche l’Italia (con i cinesi di Suning e  la cordata statale del Milan).

Perchè indico queste cose che potrebbero sembrare ovvie e banali e conosciute da tutti?

Per 2 motivi fondamentali (lungi da me aprire una parentesi sull’evoluzione del calcio dal punto di vista della finanza e del danaro) che costituiscono 2 grandi anomalie del sistema calcio in Italia :

Il primo riguarda la immissione eccezionale di danaro nel nostro Campionato, avvenuta con la vendita di Pogba dalla Juventus al Manchester Utd., che ha consentito alla società bianconera di acquistare Higuain dal Napoli (cessione che senza quei soldi forse non sarebbe mai avvenuta, nonostante l’ampia disponibilità economica della Juventus, che pure ha speso parecchio aldilà di questa operazione).

In pratica c’è stato quasi un passaggio per interposta persona del denaro del Manchester al Napoli (forse era auspiacabile che l’argentino lo prensessero loro…eh eh), che ha consentito agli azzurri di investire questa grande somma e a ristabilire le sorti di altre società in Italia, come il Bologna (Diawara), l’Udinese (Zielinski), il Torino (Maksimovic)…anche perchè senza i soldi della discussa cessione il Napoli avrebbe lo stesso avuto quelli per acquistare Milik, Rog, Giaccherini, anzi anche di più.

Il secondo, invece, riguarda per il momento l’Inter (visto che per il Milan ancora non c’è stato il c.d. “closing”e i soldi per il mercato, pochini ovviamente, li ha anticipati Berlusconi, salvo averli indietro).

La grande potenza economica della Suning, colosso mondiale, ha consentito di investire alla società nerazzurra ben 100 milioni sul mercato per gli acquisti di Gabigol, Joao Mario e Candreva, oltre a dare la possibilità di trattenere i migliori, evitando cessioni eccellenti e di conservare un monte ingaggi, già elevato, veramente mostruoso.

Non credevo che l’Inter potesse riuscirci, non certo per le possibilità economiche della Suning, ma per le regole del Fair Play Finanziario.

Se è vero che esiste ancora la sessione di gennaio (in cui sarà aperto, contrariamente ad ora, il mercato cinese, al quale “sbolognare”qualche calciatore a cifre fuori dalla realtà per ottenere congrue plusvalenze e incassi) e che l’Inter è riuscita nell’annata appena conclusasi a contenere nei 30 milioni di passivo consentito il bilancio di esercizio, mi sono chiesto (non parliamo dell’attacco scriteriato dei tifosi dell’Inter alle mie considerazioni su twitter, un  trollaggio senza precedenti, forse “ammirato” in precedenza dai soliti simpaticissimi tifosi juventini, fatta eccezione di qualche tifoso assennato) come potesse l’Inter ovviare , o meglio bypassare le regole del FpF in questa stagione, in cui è previsto il pareggio in bilancio.

Aldilà delle possibilità concesse dal Uefa alla nuova compagine societaria (non del tutto nuova, in quanto Thoir vi è rimasto all’interno) che consente di derogare alle regole del Fair Play con presentazione di un apposito piano finanziario, che dovrà essere presentato e vagliato dal Uefa, mi chiedo come possa l’Inter contenere una spesa di oltre 200 milioni tra nuovi acquisti e monte ingaggi.

Questa mia curiosità avrà sicuramente risposta nei giorni o mesi a seguire e da qui si capirà se il FpF (tuttora vigente e che ha colpito in maniera diversa molte società, con esclusione dalla Coppe e con pesanti multe, 60 milioni quella del Psg per l’escamotage Emirates) è ancora una realtà esistente o una norma di facciata, inserita per far sorridere gli abitanti del pollaio.

Nel prossimo articolo, fatte queste opportune  eper me doverose premesse parlerò finamente del mercato azzurro, sia dal punto di vista tecnico che economico.

 

 

 

 

 

 

 
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