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NAPOLI comanda il bilancio…arrivano Sarri e il D.s.

Dopo l’addio preannunciato e prevedibile di Benitez e il totoallenatore che impazzava da un mese a questa parte, trovatici senza d.s. e tecnico in pieno mercato dopo una stagione alquanto amara (“triste” l’ha definita il nostro capitano Hamsik, soprattutto per l’epilogo), in pieno caos organizzativo, una buona mossa del presidente De Laurentiis sembra aver portato quantomeno un pò di serenità, non certo entusiamo spasmodico, ma serenità.

L’ ingaggio di Maurizio Sarri sulla panchina azzurra (e quello del d.s. del Carpi Giuntoli)  hanno finalmente fatto chiarezza sul futuro immediato della società azzurra, che, come preannunciavo nelle more dell’addio di Benitez, doveva scegliere se proseguire il progetto, almeno sulla carta, dell’internazionalizzazione, oppure decidere, come sempre di fatto avvenuto, di campare all’annata, ossia basandosi sui risultati anno per anno, dai quali dipende anche il bilancio societario.

Non a caso anche il contratto di Sarri (900.000 euro contro i 3,5 milioni di quello di Rafa) è annuale (con opzione plurima per gli anni a venire) ed è conferma di quanto sostengo, oltre ad essere stata una scelta opportuna per la verifica di quanto effettivamente il tecnico potrà dare ad una “piazza”importante e sino ad ora sconosciuta.

Il bilancio la fa da padrone, la cessione di Cavani, unita alla qualificazione alla Champions League, ha consentito al bilancio azzurro (quello approvato poi al 30 giugno 2014 e relativo all’annata 2013-2014) di avere un ‘impennata improvvisa e rimasta sino ad ora eccezionale all’alba dell’ingaggio di Benitez con i suoi 237 milioni di fatturato (i precedenti erano di 100 milioni inferiori o giù di lì)

Forte dell’entrata improvvisa il presidente De Laurentiis, nella speranza di avere continuità di risultati, ha iniziato allora un percorso volto alla crescita sperata della società, 100 milioni da investire e con la speranza che l’andazzo per le stagioni successivo fosse quello, ha portato Rafa e tanti giocatori blasonati a Napoli.

Ben presto l’entusiasmo si è spento : la mancata qualificazione alla Champions ha consentito con un piccolo sforzo di trattenere i migliori l’anno scorso, ma ha inibito il Napoli in sede di mercato, in cui gli acquisti sono stati al risparmio e, purtroppo, non quelli sperati e ai primi posti della lista di Benitez (e perchè no, di Bigon, bravo e competente D.S, sottovalutato per il budget ridotto a disposizione e per i veti ricevuti), anzi si è provveduto, seppur con pochi ritocchi a far scendere il monte ingaggi, che era di 90 milioni lordi nell’anno precedente.

Il secondo anno consecutivo senza Champions non è diventato più sostenibile ed il bilancio parte da basi non floride anche per questa stagione, quindi non era e non è ipotizzabile fare voli pindarici, nonostante la stagione 2015-2016 debba ancora iniziare e non si conoscono con esattezza, ma con sufficiente approssimazione si, i numeri della stagione che si concluderà il 30 giugno 2015, figuriamoci quella della  prossima.

L’ipotizzato, dal Presidente, rosso di 20 milioni (tutto da verificare con esattezza, ma un rosso tra i 10 e i 20 ci sarà) potrà essere facilmente coperto dalle riserve degli anni precedenti di ben 72 milioni (con liquidità pari a 42 milioni al 30 giugno scorso).

Il valore degli ammortamenti, già scesi quest’anno da 69 milioni a 49 milioni circa, continuerà la sua parabola discendente, mente il monte ingaggi salito a circa 90 milioni nel primo anno di Benitez è sceso ques’anno a circa 75 milioni.

Insomma ci sono tutti i presupposti per continuare ad andare avanti e, nonostante il bilancio sia esiguo rispetto a quello della Champions (e della cessione di Cavani), le riserve presenti garantiscono un mercato se non faraonico, quantomeno in linea con quelli degli anni precedenti.

La parola ridimensionamento non è  in linea con quanto riferito da stampa e tifosi poco consapevoli di quanto accade in casa Napoli dall’inizio dell’era De Laurentiis fino ad oggi, perchè il “progetto” (altra parola inflazionata) non è altro che conseguenza dei risultati sportivi e cioè del bilancio della società, che allo stato possiede entrate di sponsor,diritti televisivi, incassi delle gare, ma è priva di strutture (tra queste lo Stadio), di Cantèra e di una sua precisa organizzazione, nonchè di una scadente comunicazione, la cui mancanza può essere solo fonte di attriti tra Presidente e tifosi, i quali sono all’oscuro per lunghi periodi dell’anno di ciò che accade e che, in assenza di risultati, possono accrescere il loro bisogno di spiegazioni.

Cercherò di fare da tramite tra la Società e il tifoso, senza presunzione di completezza, al solo fine di spiegare i motivi di una detrminata politica, volta al rispetto quasi maniacale e senza esposizioni e rischi di sorta, della società, tutta improntata dalle scelte al  mercato a seguire i numeri e i conti.

Perchè non si prende Mascherano? Perchè si sceglie Lopez? La risposta è nel bilancio e nessuno potrà cambiare la realtà dei fatti finchè De laurentiis sarà presidente del Napoli : inutili le proteste e i tentativi di cambiare quest’ordine naturale delle cose.

Il bilancio, i costi, i numeri saranno la guida per entrare nel mondo del prossimo mercato, a cui da questa settimana dedicherò ampio tempo e spazio, con le trattative, ma anche con le strategie, volte a far comprendere la fattibilità o meno delle operazioni.

 

 

 
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2 Comments  comments 

2 Responses

  1. Francesco Bianconero

    DeLaurentis ha perso l’occasione. Quando ha incassato doveva fare uno sforzo e il Napoli avrebbe avuto il suo salto di qualità definitivo.
    Invece, nell’ordine:
    1) la pressapochezza prospettica del DELA,
    2) l’assenza di una struttura societaria articolata e presente,
    3) la crisi con il tifo locale
    hanno sancito il crollo del castello di carte azzurro.
    Ed ora?
    Beh, come direbbe un saggio: “magnatev o’ limone!”

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