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Torrenapoli Mundial : Il Brasile vince all’esordio in stile rubbentus

Tra polemiche, manifestazioni di protesta, scontri e feriti, inizia il Mondiale numero 20, quello nella patria del calcio “sambado”.

Cerimonia di apertura sobria a San paolo, anche per evitare di alimentare ulteriormente il già insofferente popolo brasiliano, e subito in campo i padroni di casa contro la temibile e insidiosa Croazia, nel nuovo stadio del Corinthians.

Il Brasile è squadra compatta e quadrata, anche se non ha giocatori di tecnica superiore e di valore assoluto come in passato, soprattutto a centrocampo e in attacco, ad eccezione dei numeri di Neymar e Oscar (e di Bernard). La sua forza è nella difesa, coperta da 2 centrocampisti abili a contrastare il gioco avversario, più che ad offendere, come Luis Gustavo e Paulinho.

La Croazia è l’esatto contrario, tecnica da vendere in mezzo al campo e poca copertura di una difesa non trascendentale, centrocampo folto e una sola punta di ruolo, Jelavic, che sostituisce Mandzukic (assente all’esordio).

Brasiliani visibilmente emozionati, non solo durante l’inno, ma anche ad inizio gara, impacciati nel disimpegno e subito in difficoltà evidente, con la Croazia che sfiora il gol con Olic di testa (diagonale mancata di Dani Alves), prima di passare in vantaggio sorprendentemente all’11° minuto con uno sfortunato autogol di Marcelo, su cross dalla sinistra, dove Dani Alves latita. La difesa brasiliana scala male le marcature, con Luis gustavo che non copre e David Luiz che scala in ritarso su Jelavic, il cui tocco sottporte favorisce la deviazione drammatica di marcelo nella propria porta.

Cominciare l’avventura con quest’autogol (che può capitare) non è un bell’inizio e Marcelo vorrebbe sprofondare in Mondovisione (forse si sarà anche ricordato di un certo Escobar..chissà).

Il brasile reagisce d’impeto più che razionalmente e cerca di rimediare subito, ma la tensione e la voglia lo tradiscono. Gli attacchi sono scriteriati a spese della precisione e la Croazia si difende con ordine e fa paura nelle ripartenze.

Bravi Rakitic e Modric (si vede che ha imparato molto da Ancelotti)  anche nella fase difensiva, meno Kovacic, spaesato e poco in sintonia con i compagni nel difendere.

Il Brasile crea alcuni pericoli (tiri di Paulinho e Oscar respinti dal portiere croato Pleitikosa), ma è Neymar a risolvere tutto, parte dritto per dritto sulla trequarti avversaria, si libera di Kovacic e, contrastato in ritardo al limite dell’area, da partire un rasoterra chirurgico a fil di palo, lento, ma preciso, sul quale il portiere avversario arriva in ritardo.

Il primo tempo si conclude sull’1-1 e conferma le mie previsioni della vigilia, Brasile che non esalta,anzi, in difficoltà anche nella fase difensiva, con Dani Alves, Marcelo e David Luiz deludenti, poco lucido e estroso in mezzo al campo e quasi nullo in attacco, con Hulk fine a se stesso e Fred da puntata chi “Chi l’ha visto?”.

La Croazia è avversario temibile e dimostra sul campo di meritare le attenzioni della vigilia, Bravissimi Perisic e Olic sugli esterni, ben coperti dagli ottimi Srna e destra e Vrsalijko (Genoa) a sinistra (riciclato sulla fascia mancina e per questo ancor più bavo). Tiene botta in mezzo al campo, dove le difficoltà dovute alle caratteristiche dei propri centrocampisti, non proprio mostri nel difendere, rendono i croati più vulnerabili, almeno sulla carta (e in opccasione del gol del pareggio).

Ci si aspetta un brasile più arrembante e detrminato nella ripresa, invece gli uomini di Scolari scendono in campo senza furore agonistico e si limitano al palleggio sterile, con la Croazia che non ha alcuna intenzione di alzare i ritmi della gara, che non emoziona granchè.

A venti minuti dal termine, quando nulla lasciava presagire al gol, l’arbitro si inventa un rigore per i brasiliani e si materializza la mia visione onirica del prepartita, ossia quella della vittoria del Brasile con favore arbitrale.

Fred cade in area come colpito da un macete in piena sceneggiata napoletana (anche l’icona Marione lo avrebbe apprezzato) si lascia andre giù e l’arbitro giapponese, come se stesse attendendo il momento propizio, indica il dischetto del rigore, inseguito dalla furia croata, in una scena che ha ricordato molto quelle di Byron Moreno in Corea contro Italia e Spagna.

Gol di Neymar dal dischetto, con Pleitikosa che intercetta, ma non riesce a deviare oltre i pali, facendo venir meno anche un pò di giustizia divina.

La Croazia sfiora ripetutamente il pari nel finale (anche qui l’arbitro fischia contro i croati, anche se in maniera meno plateale) e in pieno recupero Oscar in contropiede fissa il punteggio sul 3-1, ponendo la palrola fine al match.

Il Brasile vince in stile Rubbentus, tra le polemiche, ma non potrà andare avanti di questo passo per tutta la competizione, e non sembra una grande squadra, non sempre chi ben comincia è a metà dell’opera.

Per la Croazia le speranze di qualificazione rimangono inalterate, ma Camerun e Messico non saranno avversari arrendevoli e facili da superare.

 

 

 
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