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Il Napoli a un bivio : è l’ora delle scelte

Ho saltato la disamina delle ultime 2 gare degli azzurri, fatto inusuale per me, e forse se ne saranno accorti quelli che hanno il piacere e la pazienza di seguire il mio blog e i miei pensieri.

La gara di Super Coppa con la Juve, dall’andamento così lampante che non necessitava di ulteriori commenti a quanto visto (poco coraggio e episodi poi negativi) e quella col Verona, gara che mi ha avvilito non poco per il punteggio e per quanto visto in campo, in cui al di là degli errori difensivi sui gol presi, abbiamo gestito veramente male nelle scelte iniziali e poi di campo.

Il calcio segue una logica e se è vero che tutte le squadre hanno momenti altalenanti, il Napoli ne ha qualcuno in più del dovuto e credo che le assenze contino sino a un certo punto.

Gattuso ha sicuramente commesso degli errori di fondo, in buona fede per carità, ai quali ha anche posto rimedio talvolta, comprendendoli, mostrando intelligenza, ma ne continua a commettere altri di valutazione abbastanza eclatanti.

Lasciamo stare veleno, fiuto del pericolo, personalità, che ci possono pure far difetto, ma non giustificano tutto.

Per arrivare ad oggi dobbiamo, purtroppo, ripercorrere il cammino degli azzurri da inizio stagione, forse facendo anche qualche rapido passaggio a ritroso.

Gattuso arrriva a Napoli per sostituire un Ancelotti in difficoltà, che ha perso prima la via tattica e poi lo spogliatoio.

Ringhio, uomo di calcio e con un forte carattere, ha il duplice difficile compito di incidere sulla testa della squadra e sul suo schieramento in campo.

Apprende dalla squadra che lo schema preferito è il 4-3-3, ma deve fare i conti con la rosa a disposizione in cui non c’è nè un regista nè un metodista.

Cerca di usare bastone e carota, accontenta la squadra sul modulo, che è anche quello che lui preferisce, pur sapendo di non poterlo applicare senza un regista o un metodista, li chiede alla società e nel frattempo cerca una soluzione per le partite che mancano da allora agli acquisti.

Prova Allan davanti alla difesa, ma si accorge ben presto che il brasiliano non ha nè tempi di regia nè acume tattico da metodista, insomma che l’azione con lui non può partire e allora prova Fabian, che ha piedi migliori, ma che non copre la difesa nè ha i tempi giusti.

Risultato?

Rimediamo sconfitte su sconfitte e figure ben più barbine di Ancelotti.

Finalmente arrivano Demme e finanche Lobotka (pagato anche abbastanza), le cose vanno meglio, migliorano di gara in gara, la squadra trova una sua quadratura, Piotr e Fabian (2 mezzeali che Ancelotti ha avuto la presunzione di schierare centrocampisti centrali) ritrovano posizione naturale in campo, Insigne migliora, Lozano migliora. Fabian addirittura, svilito e martoriato dai tifosi poco attenti (alcuni non capivano che stava svolgendo un ruolo non suo) rinasce e da mezzala fa grandi partite (in primis a S.Siro in Coppa italia).

Demme e Lobotka, pur non essendo 2 fulmini di guerra, sono utili all’applicazione del modulo e hanno il pregio di far tornare gli altri a splendere nelle loro posizioni naturali.

Arriva per la prima volta dopo un anno un filotto di vittorie che ci risolleva in Campionato, portandoci a competere per l’Europa.

Per la precisione 7 vittorie in 8 gare con un’eccezione.

Una volta sola , contro il Lecce, Gattuso prova a fare il 4-2-4 e rimedia una figuraccia.

Se la gara non si sblocca o si mette male Gattuso la stappa negli ultimi 25 minuti schierando la squadra 4-2-4 e spesso ci riesce di riprenderla o di sbloccarla.

Gattuso vince la Coppa Italia, da traghettatore passa a Capitano, promosso a pieni gradi fa cambiare scelta al Napoli, che aveva pensato a Juric a giugno.

Il Napoli, che aveva già preso per Juric Rrhamani e Petagna (e bloccato Amrabat e Kumbulla), ritorna sui suoi passi, si tiene i primi 2 già presi, molla gli altri 2 che senza Juric preferiscono andare a Fiorentina (che era la seconda opzione per Juric, ma il Verona lo convincerà poi a restare) e Roma.

Juric era stata un’idea intelligente, soprattutto in vista della partenza di KK, senza il quale sarebbe stato anche opportuno schierarsi a 3 dietro, contenendo la dipartita.

A sorpresa invece, anche a causa dei pochi danari in circolazione con il Covid, oltre a Gattuso resta anche KK.

Gennaro si trova una rosa competitiva, nel mercato si punta su Osimhen, anche perchè gli altri hanno fatto bene con Rino e gli danno garanzie.

Rinnova Dries, abbiamo anche Petagna che resta in rosa.

Durante il tardivo ritiro nasce l’idea di cercare di sfruttare insieme il potenziale offensivo di Mertens e Osimhen e di provare il 4-2-3-1, inattuabile però con i centrocampisti in rosa.

Il Napoli non prende un terzino (di cui abbiamo bisogno da 2 anni e mezzo), ma in vista dello schema prende a sorpresa Bakayoko last minute, almeno uno adatto allo schema alternativo che si vuole tentare di adottare.

Il Napoli parte in campionato, però, senza Baka (arriverà 2 gare dopo) e Gattuso non può provare lo schema, ritornando a giocare la prima con il 4-3-3.

Un’ora di sterile possesso e gara inchiodata e Rino sceglie, come sempre fatto, di giocare l’ultima mezz’ora col 4-2-4, entra Osimhen, che spacca la partita e il Napoli la vince 2-0.

Dopo quella gara il Napoli compra Bakayoko.

Rino ancora con gli occhi all’ultima mezz’ora di Parma ripropone subito il 4-2-4 dal primo minuto contro il Genoa.

Il Napoli non la sblocca e ha qualche difficoltà, poi ci riesce, dilaga : 6-0.

A fine gara Gattuso dichiara candidamente che se non si fosse sbloccata la gara, per le difficoltà incontrate con il 4-2-4, avrebbe schierato di nuovo il 4-3-3 nella ripresa per dare più equilibrio alla squadra e almeno puntare su meccanismi collaudati.

Arriva Bakayoko, viene rinviata la gara con la Juve, e il Napoli prepara con 2 settimane di tempo a disposizione la gara casalinga con l’Atalanta, nei minimi dettagli.

L’Atalanta arriva spavalda, il Napoli la prende d’infilata subito, gli rifila 4 palloni nel primo tempo, Bakayoko debutta e fa un figurone e pare che si sia trovata la quadra. Tifosi con il morale alle stelle.

Il Napoli evidentemente si sente forte, prende sotto gamba l’AZ e rimedia una figuraccia, perdendo 1-0 in EL.

L’AZ si difende in 10, il Napoli crede di farne un boccone, ma spreca le occasioni, imposta con lentezza esasperante il gioco e la perde senza mostrare un briciolo di cazzimma.

Con pochi spazi rispetto alle gare precedenti Osimhen e Dries vanno in difficoltà e il Napoli non verticalizza e non velocizza, con Lobotka mediano a 2 e una costante negativa (che poi vedremo), Maksimovic centrale e Hysaj a sinistra. Non hai nemmeno Insigne infortunato e Piotr che ti possono inventare la giocata.

Il Napoli poi non brillerà molto in EL con il 4-2-3-1 con riserve utilizzate, ma che si palesano poco adatte allo schema.

Il Napoli vince a Benevento, ma non convince e Insigne ci salva con una gran bella partita.

Arriva poi il secondo passo falso stagionale col Sassuolo, che a sorpresa copia l’AZ e la gara si ripete. Napoli che non velocizza il gioco, sbaglia qualche gol di troppo, trova spazi intasati e non verticalizza.

Anche in questa occasione mancano Insigne e Piotr che ti possono inventare la giocata.

Mettiamo la sconfitta a libretto, passiamo a Bologna di misura, ma poi arrivano l’infortunio di Osimhen e la sconfitta col Milan, terza delusione in poco tempo.

I centrocampisti centrali sempre Fabian e Bakayoko, che alla lunga cominciano a subire le troppe gare consecutive e non esaltano.

Con la Roma Gattuso inserisce Demme, le cose migliorano e la gara si mette in discesa grazie soprattutto a una gran gara di Lorenzo.

Il Napoli schiera Zielinski trequarti e Dries di punta, la squadra sembra trarne giovamento.

Il Napoli con Demme in campo (in entrambi i casi) vince anche 4-0 a Crotone e batte di misura la Samp, in rimonta, grazie a un super Lozano.

Gioca poi con l’Inter e perde di misura una gara accorta e poco coraggiosa, anche sfortunata nel finale, con tante occasioni per il pari in 10.

Senza Insigne, Mertens e Osimhen va a Roma con la Lazio, per la prima volta fa riposare Demme dopo l’unico filotto positivo di partite senza sconfitte (prima dell’Inter), perde in maniera netta e meritata.

Si fa male KK, la squadra è stremata dopo le tante fatiche ogni 3 giorni e riusciamo a rimediare un pareggio all’ultimo minuto col Torino.

L’annus horribilis si chiude col morale sotto i tacchi, si attribuisce il momento negativo alle assenze e alla poca lucidità, con gare ogni 3 giorni per oltre 2 mesi.

Il Napoli riposa nella sosta e poi torna fresco a Cagliari, vincendo 4-1, ma il Cagliari è scarso e in momento nero (lo dimostreranno i risutlati successivi), anche Gattuso lo comprende e avverte che la larga vittoria non deve condurre a facili entusiasmi.

Arriva lo Spezia, Gattuso si inventa Lozano centravanti, sbaglia (il Napoli si divora l’impossibile tra l’altro, senza un cecchino), rimedia con Petagna nella ripresa, la sblocca tardi e non la indirizza, un episodio negativo a 20 dal termine ci mette i bastoni tra le ruote e il Napoli addirittura la perde.

Fabian inguardabile, lui e Baka non convincono, si invoca il 4-3-3 senza Dries e Osimhen o almeno l’inserimento di Demme, che non c’è perchè si fa male all’anca.

Il Napoli gioca una pessima gara a Udine, buchi centrali e miriadi di occasioni concesse all’Udinese, Fabian e Baka non reggono, ma clamorosamente riusciamo a vincerla inaspettatamete allo scadere.

Gattuso non cambia lo schema, mette Demme però, che rientra con la Fiorentina, il Napoli migliora, azzecca la partita della vita e segna oltre misura, altro 6-0.

Risultati da montagne russe, ma siamo là di nuovo con le altre a giocarci la Champions.

Il Napoli poi perde la Super Coppa (con poco coraggio e episodi sfavorevoli un pò come S.Siro), ma con un senso con Demme e Baka.

Alla terza consecutiva in pochi giorni, con gli stessi uomini dalla cintola in su (Fabian ha il Covid), crolla a Verona nella ripresa, con Di Lorenzo, Demme, Baka, Insigne e Piotr stremati.

Gattuso con il 4-2-3-1, applicato per Dries e Osimhen, ma senza di loro, ha fatto fuori una buona parte della rosa.

Lobotka, riserva di Demme da metodista non ha più un ruolo in questa squadra (non è stato ceduto perchè in questo momento non c’è la forza economica per comprare un centrocampista più adatto allo schema, lo voleva il Toro). Elmas mezzala o esterno non gioca più in questo modulo. Fabian svilito nel fare il mediano. Piotr da trequartista, ruolo fondamentale, mostra la sua discontinuità di prestazioni.

Insigne e Lozano spesso fanno i terzini e non va bene.

Tralasciando l’assenza di un terzino sinistro, con Hysaj inguardabile sul lato sinistro da sempre.

Insomma senza soldi non si cantano Messe e va bene, ma restutiamo ruoli adatti ai giocatori e identità alla squadra, prima di perdere il filo.

Sono mesi che invochiamo il 4-3-3, almeno in alternanza con il 4-2-3-1 in alcune gare o in parte di esse.

E’ il momento delle scelte e di dare un senso e una sferzata alla stagione.

Gattuso dovrà essere scaltro e giocarsi bene le sue carte, per far si che non siano le ultime

#FNS

 

 

 

 

 
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2 Comments  comments 

2 Responses

  1. Antonio Sarnelli

    Gattuso sembra non voler tornare al 433 per non darla vinta non si sa a chi.

    Intanto il Napoli perde quote in classifica, abbasserà notevolmente il monte ingaggi alla prossima visto il secondo anno senza Champions.

    Si brucia lui steso l’occasione di competere per il titolo, nel primo anno senza Juventus.

    Un insensato Gattuso, resta il mistero di Castel di Sangro.

    Preferire fuori ruolo o quasi mezza squadra titolare, per far giocare “meglio” un ventenne che non ha manco mai giocato in quel modulo.

    • Gianluca Torre Gianluca Torre

      Vediamo se pone rimedio, prima che sia troppo tardi, già abbiamo buttato troppi punti inutili che ci potevano aprire nuovi orizzonti in questo Campionato senza padrone

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