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Il Napoli non riesce a battere una modesta Stella Rossa al debutto ; 0-0 a Belgaado

Il Napoli inizia con uno 0-0 a Belgrado l’avventura Champions.

Gara da vincere per il divario tecnico tra le squadre in campo e nonostante una cornice di pubblico eccezionale, che ha dato coraggio ed energia alla squadra serba.

Come ho scritto in sede di presentazione dell’avversario, 43 milioni di rosa contro i 353 degli azzurri si sono visti tutti, con gli azzurri che hanno dominato gioco e possesso in maniera netta (73% il dato sul possesso palla), ma che hanno sviluppato l’azione a tratti in maniera molto lenta e prevedibile, arrivando come un libro già letto sulla trequarti e che hanno sbagliato tanto in fase di finalizzazione e ultimo passaggio (e anche in fase di conclusione).

I numeri della gara, la tattica, i movimenti, sono stati pressocchè identici a quelli della partita di sabato contro la Fiorentina, solo che l’avversario era di una categoria inferiore  ai viola e molti azzurri hanno reso sotto standard, in particolare i 2 centrocampisti più in forma in questo inizio di stagione  e tutto il reparto avanzato, poco concreto e produttivo.

Allan evidentemente scarico rispetto alle sue prestazioni abituali, lo stesso dicasi per Piotr, che ha perso smalto e lucidità col passare dei minuti e ha sbagliato molto in fase di finalizzazione e conclusione.

I due , sempre titolari, si sono sobbarcati una gran fatica nelle prime gare e il polacco ha giocato anche le 2 gare con la Nazionale.

Milik non ha convinto, riuscendo a scambiare poche palle con i compagni (solo 12 in 90 minuti), sbagliando parecchi stop e appoggi.

Insigne a corrente alternata, nonostante buon impegno da punta, ma costretto a giocare troppo spesso spalle alle porta (cosa per lui del tutto inusuale), grazie all’imbuto centrale creato dai serbi, che hanno intasato lo spazio davanti a i centrali, molto stretti con i 3 centrocampisti a protezione della difesa. Non sempre preciso, è quasi scomparso dal gioco quando è entrato Mertens e si è spostato sulla sua congeniale corsia sinistra.

Callejon, defilato sulla sua fascia di competenza , ha fatto il suo lavoro e non ha demeritato, anche se alla fine nemmeno lui ha inciso. Disastroso, ahinoi, il quarto d’ora finale di Ounas al posto di Josè (controfigura di quello visto con qualche buono spunto a Genova con la Samp, non ne ha azzeccata una).

Mertens , in evidente stato di forma ancora deficitario, non è riuscito con i suoi spunti a dare una scossa alla gara e a sbloccarla, anche oggi sbagliando un gol per lui abbastaanza facile (dopo buon movimento a tagliare sul primo palo), ma ancora troppo poco costrutto e presenza.Dries in forma avrebbe sicuramente fatto ammattire i lenti difensori centrali serbi.

La linea difensiva azzurra non ha dovuto faticare molto a contenere Boakye (ex bomber del Latina) e i suoi compagni d’attacco (generosi solo nel pressing e nella copertura, ma niente di più), Hysaj è rimasto bloccato a controllo di Marin, con Rui deputato a salire a sinistra, dove ha messo in mezzo qualche buon cross ed ha mostrato la solita generosità, stavolta con maggior margine di errore, sia nel disimpegno che nella finalizzazione (anche lui accusa un pò la fatica e  la mancanza di alternative nel ruolo).

Debutto timido per Ruiz, che ha giochicchiato, senza prendersi qualche responsabilità in più in fase di costruzione (lui era il principale deputato), ma è comprensibile alla prima gara, in cui giocare facile è la cosa più normale da fare. Ha doti superiori alla media e lo dimostrerà col tempo.

Non sono bastati 20 tentativi, di cui 8 in porta per sbloccare la gara (2 pali, una palla salvata sulla linea e almeno 2-3 gol sbagliati), ci è mancato un pizzico di fortuna, ma abbiamo giocato maluccio e in maniera troppo scolastica. In Champions ci vuole un altro spirito e un’altra “cazzimma” per ottenere risultati.

Non battere una squadra nettamente alla portata, e che concederà con ogni probabilità 6 punti a Liverpool e Psg, non è il miglior viatico, forse nemmeno per tenere accesa la luce di una “speranzella”.

In ogni caso la via maestra passa per altri miracoli, ossia fare punti, più punti, almeno con una delle 2 ammazza -Girone, allo stato davvero improbabile, anche se il calcio ci ha abituati a impensabili ribaltoni di certezze e situazioni che appaiono lette, scritte e sottoscritte.

Ancelotti ha comunque riproposto le situazioni positive contro i viola, ma stavolta senza risultati apprezzabili o almeno utili a raggiungere l’obiettivo vittoria:

- linea difensiva più alta, con riduzione evidente degli spazi tra i reparti rispetto alle prime 3 gare di campionato

- 4-4-2 in fase difensiva e 4-2-3-1 in quella offensiva, con accentramento di Piotr dietro le puntee spazio alle discese di Rui, alto come Callejon dall’altra parte. Milik e Insigne centrali.

C’è da lavorare, ci giocheremo le gare contro i “marziani”, con la consapevolezza che la Stella Rossa non sarà avversario probante, almeno per la terza piazza, che vale l’Europa League.

#FNS

 

 

 

 
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