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IL NAPOLI ROVINA LA STAGIONE e LA PASQUA ai suoi TIFOSI : 3-1 per la Lazio all’Olimpico

Nella giornata pre-pasquale, anticipata al sabato, il Napoli era atteso alla prova del fuoco, nel posticipo serale contro la Lazio, diretta concorrente per il 3° posto e quindi per la qualificazione al turno preliminare di Champions League.

 Le partite del pomeriggio avevano visto perdere la Roma (travolta a Lecce) e pareggiare l’Inter contro il Cagliari, con l’Udinese che, battendo il Parma per 3-1 in casa, aveva temporaneamente raggiunto i capitolini al 3°posto a quota 51 punti, con il Napoli pronto a tentare l’impresa e raggiungere il duetto alla casella numero 3 della classifica.Tutti speravamo e sognavamo quella classifica : Udinese, Lazio e Napoli a braccetto a 51 punti, sulla griglia di partenza, pronti allo sprint finale nelle ultime 7 vibranti giornate.

Ed invece il Napoli perde sonoramente all’Olimpico per 3 a 1, tirando fuori dall’uovo pasquale un’amara sorpresa per i suoi tifosi, disputando una partita senza mordente e condita da errori, degni della cinica comicità fantozziana. Altro che gustose uova di cioccolato, ne esce fuori un’altra frittata, peggiore di quella combinata a Torino contro la Juventus la settimana scorsa.

Nella giornata del ricordo di Giorgio Chinaglia (stroncato da un’infarto), indimenticabile bomber biancoceleste e indimenticato personaggio del calcio “made in Italy”, Lazio e Napoli si giocano una grande fetta di stagione in uno scontro di importanza vitale per entrambe le compagini.

Tutta la settimana antecedente la partita i due allenatori, Mazzarri e l’ex Reja, avevano cercato di risolvere il “rebus-formazione”, con le rispettive rose falcidiate da infortuni e squalifiche, che rendevano difficili e problematiche le scelte tecnico-tattiche di entrambi i mister.

Mentre Reja si è dovuto abituare nel corso della stagione a gestire l’emergenza, conseguente ai tanti infortuni subiti con imbarazzante frequenza dai propri calciatori, Mazzarri (grazie anche alla abilità del suo staff medico e alla preparazione di quello atletico) si trovava in una situazione nuova da gestire per le assenze di tutti gli esterni di ruolo, che molto probabilmente lo avrebbero costretto a schierare per la prima volta ad inizio di gara la difesa a 4 e ad abbandonare il suo immutabile e consacrato “credo calcistico”, il 3-4-2-1.

Nella Lazio assenze pesanti, a partire dal bomber Klose (imprescindibile pedina nell’attacco biancoceleste) e a finire del centrale difensivo Dias, senza dimenticare Lulic, Matuzalem, e le cattive condizioni di Radu (recuperato dell’ultim’ora), di Brocchi (che si accomoda inizialmente in panchina) e di molti altri giocatori, che tornano in campo dopo lunghe assenze.

Mazzarri deve fare a meno  di tutti gli esterni a disposizione, per gli infortuni di Maggio e Dossena (che va in panchina) e la squalifica di Zuniga, oltre a quella di Gargano (fondamentale assenza, unico a garantire negli ultimi tempi quella energia vitale, venuta meno a molti protagonisti della squadra azzurra).

E allora, seppur controvoglia, Mazzarri è costretto a schierare la difesa a 4, con Campagnaro e Aronica esterni e Cannavaro e Britos centrali. La tentazione di non rinunciare allo schema abituale non ha mai abbondonato il tecnico toscano, tant’è che Mazzarri schiera Dzemaili esterno alto a destra (sul poco offensivo Radu), quasi ad imitare Maggio, stringendo spesso Campagnaro accanto ai due centrali, con Aronica che si allarga sulla fascia sinistra, da quinto difensivo (o meglio da quarto di centrocampo). Una difesa a 4 che è un ibrido e spesso si trasforma a tre : il primo e unico amore non si scorda mai !!!

Hamsik viene arretrato sulla linea dei centrocampisti accanto ad Inler, con lo svizzero deputato alla marcatura di Hernanes nel primo tempo e di Mauri nel secondo (schierato centralmente al posto del brasiliano nella ripresa) e lo slovacco con compiti di impostazione (…sulla cui riuscita stendiamo un velo pietoso). In attacco Cavani al centro, con compiti di abbassarsi e aprire varchi per gli inserimenti di Pandev e Lavezzi, che agiscono in posizione più avanzata, partendo lateralmente a destra e sinistra. In fase difensiva Cavani va a prendere Ledesma, regista laziale,sperperando le ultime energie, che lo annientano in fase offensiva e lo annebbiano sotto porta.

La partita, dopo attimi di studio tecnico tattico, si sblocca subito, dopo appena 8 minuti, con la Lazio che passa in vantaggio, grazie all’ennesimo svarione difensivo azzurro di stagione, con Aronica che non chiude su Candreva a sinistra e con De Sanctis che si fa passare sotto il corpo il non proprio irresistibile diagonale del centrocampista’esterno laziale. Il pallone, una “ciofeca rotolante” si insacca in porta, con l’estermo difensore azzurro che si accascia goffamente su sè stesso, facendosi uccellare. Morgan poco reattivo nell’occasione, in un periodo già poco splendente di forma, stavolta la combina grossa!!!

La partita si mette proprio come desiderava Reja, con il Napoli costretto a dettare i ritmi della gara e con la Lazio a difendersi nella propria metà campo, pronta a ripartire, ma soprattutto senza concedere spazio al tridente “pesante”, schierato nell’occasione da Mazzarri.

Il Napoli resta basìto dal gol inaspettatamente subito e cerca di reagire con il suo solito impeto, con Cavani che ha subito un’ottima occasione per il pareggio, ma solo davanti a Marchetti si fa respingere il tiro dal portiere laziale, in disperata ed efficace uscita sui piedi del Matadòr.

Pandev sembra ispirato, Lavezzi stenta ad entrare in partita. Dzemaili si impegna sulla fascia destra, ma semra un pesce fuor d’acqua in quella posizione così defilata, in cui non sa offendere , nè difendere (anche perchè Radu, il suo dirimpettaio se ne sta sulle sue). La Lazio si chiude e la manovra azzurra è lenta e farraginosa, con Hamsik e Inler che smistano palloni in orizzontale, non riuscendo a trovare il varco giusto.

Allora è Pandev a cercare di inventare qualcosa, ma dopo un inizio promettente le sue giocate non riescono quasi mai. Lavezzi inizia pian piano a svegliarsi dal torpore e la squadra, seppur con difficoltà riesce a proporre qualcosa in avanti, con il Pocho che ha una buona occasione , ma crossa al centro, invece di concludere in porta da buona posizione.

A dieci minuti dal termine il Napoli trova il gol del pari, con una invenzione di Lavezzi, che di tacco serve Pandev in area, vanificando con la sua magìa il fuorigioco tentato dalla linea laziale, che lascia in fuorigioco Cavani, ma non il macedone, abile e freddo a mettere in rete di piatto sinistro.

Pareggio meritato. La Lazio, dopo l’iniziale vantaggio, si era vista ben poco dalle parti di De Sanctis, grazie anche alle chiusure difensive degli azzurri, con Britos che sembrava aver preso confidenza con il campo e le misure agli avversari, con ottimi anticipi ed interventi di testa.

Gli azzurri, ringalluzziti dal pareggio, potevano anche portarsi in vantaggio nel finale di tempo e avrebbero potuto conquistarsi un calcio di rigore, con Pandev fermato con una netta ostruzione, dopo un dribbling in area, che lo stava per mettere solo avanti alla porta di Marchetti. L’arbitro, esitante, decide di non fischiare la massima punizione.

Riaddrizzata la gara, nella ripresa il Napoli parte bene e sfiora il vantaggio, con Lavezzi che  si beve in dribbling Konko e Biava e serve un pallone perfetto per l’inserimento di Pandev, che manca la deviazione a due passi dalla palla. Clamorosa l’occasione da gol mancata dal macedone!!!

E’ ancora il Pocho ad avere una buona occasione, liberandosi bene per il tiro, che non è altrettanto preciso e finisce alto. La mira dell’argentino torna, dopo un periodo di gloria, sui livelli standard.

Quando la gara sembra mettersi bene per gli azzurri, cala il buio ed improvvisamente dopo 10 minuti del secondo tempo giocati alla grande, la squadra sembra gradualmente spegnersi.

La Lazio sbaglia il gol del vantaggio, dopo gentile regalo di Hamsik che sbaglia un passaggio in orizzontale nella propria trequarti, servendo su piatto d’argento la palla del gol agli avanti laziali, con De sanctis che si riscatta dalla “papera” iniziale, salvando momentaneamente la propria porta, con una miracolososa respinta sul digionale a colpo sicuro di Candreva. Campagnaro completa l’opera con un tempestivo intervento risolutore.

La Lazio acquista fiducia e dopo una serie di calci d’angolo passa in vantaggio con una spettacolare rovesciata di Mauri in area, dopo liscio di testa di Britos, che non riesce a deviare il pallone diretto al centrocampista laziale, questi si coordina ed in acrobatica rovesciata manda un siluro sotto la traversa che gonfia la rete.

Lazio di nuovo in vantaggio e Napoli che trova difficoltà a reagire, anzi che crolla a 10 minuti dal termine, con Inler e Britos che decidono di porre la parola “fine” sulla gara e, forse, sul campionato degli azzurri, regalando un rigore alla Lazio, con una scena poco edificante e poco piacevole agli occhi dei tifosi azzurri, con il primo che serve corto il compagno al limite dell’area azzurra ed il secondo che arriva in ritardo sul pallone e stende inesorabilmente Rocchi, che lo aveva anticipato.

Tre a uno per la Lazio….e addio sogni di gloria…Casatiello e Pastiera saranno un pò più amari per tutti…..

 
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