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LE PAGELLE del NAPOLI 2011

Un 10 alla SOCIETA’

9 all’allenatore MAZZARRI ( 10 come valore del tecnico, meno per l’estenuante e a volte irritante modo di affrontare la stampa con una difesa ad oltranza non solo di scelte tencniche e tattiche, ma anche per il costante e spesso scriteriato attacco volto a condannare le decisioni arbitrali di turno, per  la poca umiltà nel commmentare prestazioni deludenti della squadra ed i propri errori, seppur rari).

I PORTIERI

DE SANCTIS 9 Il portierone azzurro è il vero e proprio baluardo della squadra. Un gigante in tutti i sensi, a Napoli ha conosciuto la vera e propria maturità calcistica e non solo. Si è imposto come il miglior portiere indiscusso della serie A, tanto da meritare la Nazionale e a convincere Prandelli a convocarlo, nonostante la volontà iniziale dell’allenatore di escluderlo in in primo momento, per ragioni strettamente anagrafiche. Un De Sanctis così in forma è assoluta garanzia tra i pali. Ottimo senso della posizione, esperienza da vendere e riflessi ancora pronti, ne fanno un portiere completo, un numero uno che garantisce punti preziosi nell’arco del Campionato, con la sua autorevolezza e con le sue miracolose parate, che hanno tolto le castagne dal fuoco agli azzurri in più di un’occasione. Difficile trovargli un difetto, così come rarissimne sono state le sue incertezze. I gol presi e venuti da suoi errori possono contarsi sulle dita di una sola mano. Senza forse, il miglior portiere nella storia azzurra, o almeno quello dal miglior rendimento.

ROSATI s.v. Il numero 2 azzurro ha avuto zero occasioni di mettersi in mostra, ma ricordiamo che l’ex portiere leccese rappresenta per la giovane età e per i mezzi fisici e tecnici uno dei migliori giovani portieri del calcio italiano.  Sicura garanzia per il futuro azzurro tra i pali, potendo tra l’altro crescere alle spalle di un maestro come De Sanctis. Non dimentichiamo che l’estremo difensore, acquistato nell’ultima sessione estiva di mercato è stato per la Società partenopea uno degli investimenti più interessanti. Sarà molto probabilmente titolare in Coppa Italia, occasione in cui potrà scrollarsi un pò di ruggine da dosso, dopo le parentesi estive, in cui ha dimostrato il suo valore nelle amichevoli e in cui è stato protagonista assoluto nella vittoria azzurra in terra iberica nel Trofeo “Ciutad de Mallorca”, contro gli isolani spagnoli.

COLOMBO s.v Arrivato per essere il terzo portiere, il 36enne proveniente dalla Triestina si è dimostrato un professionista serio e un ottimo acquisto per lo spogliatoio azzurro, dove si è perfettamente integrato. Non ha mai dato segnali di insofferenza, pur sapendo che le occasioni per giocare dovevano essere, come in effetti sono state, nulle.

 

I DIFENSORI

 

CAMPAGNARO 8 Splendido protagonista dell’inizio stagione degli azzurri, cuore e anima del Napoli, ha disputato una grandissima Champions League, in cui la sua foga agonistica è stata preziosa per il risultato eccezionale raggiunto dai partenopei. Marcatore efficace ed asfissiante, ma lontano dall’area di rigore, in cui non riesce a limitare gli errori, marcando talvolta l’avversario non con la dovuta concentrazione, circostanza che ha spesso condannato il Napoli a subire gol evitabili. Una parte finale di stagione, a dicembre, un pò sottotono rispetto al suo standard abituale, che ne condiziona la votazione, ridotta di un punto. Le sue prestazioni hanno convinto l’allenatore della nazionale argentina  Sabella a visionarlo più volte e ad apprezzarne il valore, tanto che la convocazione in nazionale sembra prossima e sicura.

CANNAVARO 8 Si è dimostrato e confermato come uno dei più forti difensori centrali d’Italia. Non si comprende come il c.t. Prandelli ancora non lo abbia convocato in Nazionale, considerando che il materiale difensivo degli azzurri d’Italia non sembra eccelso. Il Capitano ha condotto  con fierezza e da vero gladiatore la sua squadra nell’esaltante cavalcata europea. Sempre più una sicurezza, ha guidato con esperienza, bravura e con una serie impressionante di prestazioni sopra le righe la difesa a tre degli azzurri, riducendo all’osso le sue proverbiali “giornate no”, in cui anche se raramente sembra perdere la bussola. Da incorniciare le sue prestazioni contro il Manchester City, in cui ha disinnescato il temiblie bomber Dzeko.

ARONICA 8,5 L’ho soprannominato Totò l’Illuminato, perchè sembra essere oggetto di un miracolo che si è avverato, il migliore del terzetto azzurro per livello e continuità di prestazioni, sempre attento, preciso e puntuale. Ai limiti della perfezione, ha esternato qualità impensabili, risultando prezioso e irrinunciabile per la quadra azzurra. Nessuno lo avrebbe mai pensato, un  Aronica su livelli altissimi, sia in campo nazionale, che in quello internazionale, dove pur gli mancava l’esperienza necessaria, alla quale ha saputo sopperire con tutto il mestiere e l’abnegazione possibile e immaginabile. Da affidabile soldato semplice, pronto a mettere a disposizione del Mister la sua diligenza, a prim’attore e colonna insostituibile della difesa sul centro sinistra. La gloria Totò non l’ha trovata per caso, ma se l’è andata a cercare con la convinzione di chi è voluto rimanere a tutti i costi in maglia azzurra, nonostante fosse stato praticamente ceduto la scorsa estate da Bigon al Bologna nell’affare Britos, salvo essere sostituito da Vitale all’ultimo momento. Non doveva partire titolare, ma il serio infortunio del neo acquisto uruguagio nell’amichevole estiva di Barcellona al Nou Camp di fine agosto, la cessione di Ruiz e la scarsa esperienza del suo sostituto dell’ultim’ora, Fideleff, lo hanno portato alla ribalta dei riflettori e lui l’occasione non se l’è fatta sfuggire, anzi….fenomenale!!!

FERNANDEZ 6 E’ stato uno degli acquisti “prospettici” tanto cari al Presidente De Laurentiis, uno dei migliori giovani difensori argentini, prelevato dall’Estudiantes quest’estate per una cifra abbordabile di circa 3 milioni di euro, ha manifestato le sue qualità in erba già dal ritiro estivo di Dimaro, dove si è fatto apprezzare per il suo incedere a testa alta e per la sua già forte personalità. Le sue prestazioni non sono state eccezionali, soprattutto per la sua inesperienza ancora tangibile e per essere stato impiegato in in ruolo non proprio a lui congeniale sul centro destra della difesa, costretto ad affrontare da esterno, avversari agili e veloci, non proprio il suo pane quotidiano, per uno come lui che ama giocare da centrale, forte di testa e apprezzabile soprattutto per il tempismo degli interventi in anticipo sull’avversario. Da ricordare, proprio in una delle sole due occasioni in cui ha giocato da centrale, la sua doppietta in Champions alla Allianz Arena contro i tedeschi del Bayern. Il ragazzo si farà, alle spalle di capitan Cannavaro.

FIDELEFF 5 E’ stato l’acquisto dell’ultim’ora del mercato estivo, resosi necessario per colmare la lacuna sul centro sinistra della difesa a tre, a causa dell’infortunio di Britos (per il quale si doveva attendere almeno 4-5 mesi prima di verificare sul campo l’esito del suo recupero) e per la “prematura” partenza di Ruiz (resasi necessaria per questioni tecniche…e di bilancio). L’argentino più che un acquisto prospettico è stata una scommessa, essendo una seconda scelta, dopo che nel ruolo si era cercato di prendere il brasiliano Juan (talentuoso mancino brasiliano, che i tempi ormai ristretti del mercato – si era ormai alle battute finali – non hanno consentito di portare  all’ombra del Vesuvio). Il biondo e riccio argentino, nelle rare occasioni in cui è stato impiegato, nonostante la generosità e la sempre espressa buona volontà, non ha fornito prestazioni brillanti, risultando spesso impacciato ed insicuro, non garantendo l’apporto concreto necessario alla squadra. Non ha mostrato un piede totalmente “educato”, ma non può essere bocciato per le poche partite disputate. Lo ricordiamo per l’errore pesante di Chievo, che ci fece perdere punti preziosi. Avrebbe bisogno di giocare con più continuità, ma sarà chiuso ancor di più dopo il probabile recupero di Britos, già disponibile alla ripresa dei giochi.

GRAVA s.v L’infortunio al crociato lo ha costretto a star fuori un anno dai campi di gioco. Mazzarri, una volta recuperatolo alla causa, lo ha portato con più frequenza in panchina, facendogli assaporare la gioia di tornare in campo, anche se per pochi minuti, nella trionfale trasferta di Villareal, quella dell’impresa Champions, regalandogli la soddisfazione di essere l’unico azzurro a fare il triplo salto mortale dalla serie C alla Champions League. Un ringraziamento va al soldato Grava, che sicuaramente merita una medaglia all’Onore per le mille battaglie sostenute in onore alla casacca azzurra.

BRITOS s.v Il mancino urugaiano vittima del pesante infortunio al metatarso del piede sinistro non ha preso parte alla prima fase della stagione, ora dovrebbe essere pronto al rientro.

RINAUDO s.v E’ rimasto pur sapendo di non far parte dei piani della Società azzurra, partitrà sicuramente a gennaio.

 

ESTERNI di CENTROCAMPO

 

MAGGIO 8,5 La freccia azzurra, un anno di corse sulla fascia percorsa  a velocità doppia, uno degli esterni più forti del mondo ormai (considerata la scarsa vena recente di Maicon), insostituibile e imprescindibile. Se i suoi piedi fossero più delicati sarebbe il giocatore perfetto. Energie da vendere e spese sempre fino all’ultima goccia di sudore per la causa azzurra, in costante scintillante stato di forma, appannatasi solo per pochi mesi alla ripresa del post mondiale sudafricano. Un valore aggiunto in Italia e soprattutto in Champions, dove ha disputato partite memorabili. Gol e assist pesanti con i suoi continui inserimenti sulla fascia. Desideroso di rinnovare il contratto e di restare a Napoli sino al termine della carriera. Sarà uno dei punti di forza della Nazionale di Prandelli per l’Europeo di giugno.

DOSSENA 7 Mister Cross, questo il suo soprannome. E sempre un piacere vederlo andare sul fondo e fornire splendidi assist a Cavani e compagni con i suoi traversoni precisi al millimetro. La sua forma altalenante, ma in crescendo soprattutto in questa stagione, lo ha consacrato come uno dei perni e titolarissimi della formazione di Mazzarri., che lo ha alternato sulla fascia con il sempre più convincente Zuniga. Sempre attento ed impegnato ha dato un contributo notevole alla crescita della squadra, mai lesinando energie. Una certezza ormai.

ZUNIGA 7,5 Il Colombiano è in crescita costante, uno dei pupilli dell’allenatore che lo ha visto migliorare a vista d’occhio, riponendo in lui grande fiducia. Ha il pregio ormai di essersi adattato a giocare anche in fascia sinistra, costituendo una valida alternativa, se non una vera e propria minaccia per il suo compagno Dossena. La sua forza fisica prorompente, la sua corsa senza soste, la sua tenacia e l’abilità con cui svolge il compito sia in fase offensiva che in quella difensiva, lo hanno portato di forza ad essere considerato un “titolarissimo”, uno di quelli che fanno la differenza. Svolge un lavoro enorme che spesso non concretizza in egual misura rispetto alla mole di giocate che propone e a volte inventa. Unico neo è proprio la tendenza ad essere talvolta fumoso, non dando seguito alle sue iniziative costanti e continue sulla fascia di competenza. Spettacolari le sue finte e il suo passaggio “no look”, delle quali spesso ancora abusa, ma che risultano essere sempre meno fini a se stesse. Proprio in questo deve ancora migliorare, avendone ancora i margini. Perno sulla fascia anche della Nazionale colombiana, dove viene impiegato spesso nel ruolo più difensivo di esterno destro nella difesa a quattro, la posizione dove è stato sempre impiegato sino all’arrivo di mister Mazzarri.

CENTROCAMPISTI CENTRALI

INLER 6,5 Acclamato come pochi e aspettato con ansia da tutti i tifosi napoletani per circa un anno e mezzo, è approdato finalmente quest’estate alla corte di Mazzarri, che tanto lo stimava e lo desiderava. Era lui l’uomo giusto, deputato a garantire le famose ripartenze della squadra con i suoi passaggi e i suoi lanci geometrici, con cui far correre gli esterni di fascia e mandare in rete gli uomini del Tridente. Era lui il faro, la luce che mancava alla squadra azzurre. Quanto ci si aspettava dallo svizzero si è potuto solo intravedere in questo primo scorcio di stagione. Utilizzato in una posizione nuova da Mazzarri rispetto a quella abituale in cui era schierato ad Udine, in un centrocampo dove era coadiuvato da due uomini al suo fianco (spesso Asamoah e Pinzi) e non dal solo Gargano (o Dzemaili), non ha espresso il meglio di se. Deputato a fare il mediano “frangflutti” avanti alla difesa a tre, rincorrendo spesso il trequartista avversario che si inseriva tra le linee di difesa e centrocampo, ha svolto diligentemente il suo compito, senza strafare e talvolta con qualche sbavatura di troppo sia in fase di interdizione che di rilancio, i suoi passaggi non sono risultati sempre precisi, come eravamo abituati a vedere. Stanco dalle mille battaglie disputate con la maglia azzurra, in cui è stato sempre presente ad onta dei numerosi minuti già giocati, e con la nazionale svizzera, di cui è un elemento insostituibile. Mazzarri ha concepito per lui un ruolo tatticamente difficile, ma a lui congeniale seppur nuovo, per cui dovremo attendere un pò di tempo che ci si abitui con naturalezza e con i risultati eccellenti da tutti sperati. Questo ruolo nel Napoli lo ha sempre svolto Pazienza, con Gargano deputato alle ripartenze palla al piede e a portare palla. Rispetto allo svizzero il buon Pazienza aveva una maggiore sagacia tattica, risultando prezioso in interdizione e nelle chiusure, utili a coadiuvare i difensori azzurri, ma sicuramente con un piede non fatato, che lo svizzero invece possiede. Inler dovrebbe essere impiegato, in realtà almeno 10-15 metri più avanti, ma in un centrocampo più protetto (a 3), che lo schema di Mazzarri non prevede, per vederlo più pericoloso in fase avanzata e più spesso al tiro, colpo quello del tiro dalla distanza che il calciatore ha innato nel suo DNA, come dimostrato al madrigal, quando ha messo a segno uno dei gol più importanti della storia del Napoli, consegnando la storica qualificazione agli ottavi di finale agli azzurri.

GARGANO 8 Il trottolino uruguaiano non tradisce mai la attese, si prende nuovamente sul groppone il centrocampo del Napoli, dopo le fatiche della Coppa America e degli estenuanti viaggi in sudamerica per disputare, anche se non sempre da titolare, le qualificazioni ai Mondiali brasiliani del 2014 con la sua nazionale. Dopo un’ estate travagliata, in cui è stato sul punto di partire e laciare Napoli, almeno da quanto scritto e dichiarato dagli “addetti ai lavori”, è rimasto in maglia azzurra e la sua presenza è stata determinante accanto ad Inler per ridare forza e vigore alla mediana. La sua corsa e i suoi polmoni d’acciaio ben si integrano con la maggiore geometria del suo alter ego svizzero Iner, con il quale costituisce una diga difensiva e un reparto di tutta affidabilità. I suoi piedi non proprio vellutati hanno fatto passi da gigante, risultando sempre più rari i suoi proverbiali errori in fase di impostazione della manovra, che saggiamente e umilmente lascia impostare sempre con maggiore frequenza al suo compagno di reparto. Eccezionale in Champions, dove intancabile ed inesauribile ha rincorso e morso le caviglie all’avversario di turno, risultandosempre come uno dei migliori in campo, decisivo in ogni occasione. Il suo peso si è fatto sentire e quando si è dovuto arrendere ad un infortunio muscolare al retto femorale, ampiamente annunciato per le troppe fatiche sopportate, la sua mancanza si è fatta sentire parecchio, anche per la concomitante scarsa forma del suo sostituto naturale Dzemaili, anche lui a corto do preparazione per un infortunio subito e per le difficoltà di inserimento in un gruppo eccezionale, ma ancora in cui non si era ancora integrato alla perfezione, almeno dal punto di vista tattico. Gargano ha disputato una stagione ad altissimi livelli ed è tornato anche al gol nell’ultima partita, vinta di goleada contro il Genoa, dopo tre anni di digiuno, ossia dal primo anno in azzurro, in cui segnò due eurogol contro Roma e Juventus.

DZEMAILI 6 Il centrocampista svizzero, arrivato a Napoli quest’estate, nel dubbio generale, per le sue qualità in rapporto all’esborso di non poco conto effettuato dalla società per garantirsi le sue prestazioni, di circa 7,5 milioni di euro. Dzemaili ha mostrato poco rispetto a quanto fatto vedere nelle sue precedenti esperienze italiane, in particolar modo nel Torino, meno appariscenti e concrete nel Parma. Ha avuto un inizio difficile, trovando molte difficoltà ad orientarsi negli schemi di Mazzarri, facendo rimpiangere Gargano, aggravatesi da un fastidioso infortunio ad un piede, che ne ha condizionato il rendimento, tanto da meritare spesso i fischi del San Paolo. Un finale di stagione in crescendo, in cui anche due gol segnati gli hanno consentito di riacquistare fiducia nei propri mezzi e di rilanciarlo alla ribalta dei riflettori. Ci aspettiamo un 2012 in netto crescendo e un apporto sostanzioso e concreto del mediano nel prosieguo della stagione, per lui che è anche un nazionale di valore.

DONADEL s.v. Out per un infortunio, con risvolti ai limiti del misterioso, al retto femorale, subito durante il ritiro e che lo ha tenuto fuori per tutto l’inizio di stagione. Vedremo se sarà giudicato abile e arruolabile per l’inizio dell’anno e se saprà garantire l’apporto sperato. Altrimenti il Napoli dovrà tornare sul mercato per trovare un sostituto e aumentare la forza del centrocampo sia numericamente che qualitativamente.

 

ATTACCANTI

 

HAMSIK 7,5 Lo slovacco, il più dotato tecnicamente e tatticamente del tridente azzurro, ha espresso a tratti le sue indubbie doti e qualità, iniziando alla grande la stagione, disputando ottime gare sia in Campionato che in Champions, salvo poi trascorrere un periodo buio, che non ha mai messo in discussione le sue qualità di grande centrocampista avanzato, di rifinitore e abile “cecchino”, sfruttando la sua innata abilità nell’aggredire gli spazi, negli inserimenti senza palla, che spesso lo hanno portato in zona gol, mantenendo inalterato il suo “score” abituale. Hamsik ha disputato un finale di stagione in netto crescendo, sfornando prestazioni di alta scuola e ritornando ad essere un protagonista assoluto con i suoi gol e con le sue giocate. Resta dubbia la sua regolarità e continuità nel rendimento nel corso dell’intera stagione, per consacrarlo quale vero e proprio campione, per occupare un ruolo fondamentale e definitivo nella storia del calcio che conta. E’ in una fase della carriera che appare ormai -  per le sue caratteristiche tecnico tattiche e per il suo ruolo delicato, in cui occorre prendersi responsabilità e iniziative – decisiva per la sua maturazione, che inizia a delinearsi proprio intorno ai 26-27 anni. Ci auguriamo di trovarlo sempre più presente in campo e decisivo per la squadra, evitando pause e cali di tensione, propri dei geni del calcio, ma altrettanto forieri di critiche da parte di chi ne conosce e ne apprezza le qualità. Sarà sicuramente l’anno di Hamsik il prossimo.

LAVEZZI  8 Mezzo voto in meno per la sua consueta imprecisione sotto porta, non proprio un “cecchino” infallibile il Pocho, che dispendia energie a causa della sua proverbiale generosità in campo. Rappresenta il cuore e l’anima del Napoli, il giocoliere capace di risolvere da solo le partite, con le sue giocate fatte di dribbling, improvvise accelerazioni, scatti continui ed assist preziosi. E’ capace di scardinare le difese avversarie e di aprire spazi vitali per i compagni, tenendo in apprensione da solo almeno 2-3 difensori avversari. Si è messo particolarmente in luce in Champions con giocate decisive e spettacolari, calamitando gli occhi di mezzo mondo sulle sue qualità e scatenando una vera e propria bagarre tra i suoi estimatori che se ne vorrebbero assicurare le prestazioni. Costituirà con il neo acquisto Vargas una coppia dotata di una velocità superiore, che già possiamo azzardare a definire “gli imprendibili”. Ha trovato nuovamente la stima del selezionatore argentino Sabella, che gli consentirà di farsi apprezzare con continuità anche in nazionale.

CAVANI 9 Un’annata fenomenale per il Matador, vice capocannoniere del Campionato con 26 gol, goleador anche in Europa ed in Champions League con rispettivamente 7 e 4 gol segnati, e con 9 gol messi a segno in questo campionato, dove ha conosciuto più di una pausa agonistica. Gioca ormai senza soluzione di continuità dai Mondiali sudafricani, senza mai avere una pausa fisica e mentale, sempre utilizzato dai suoi  allenatori, Mazzarri e Tabarez, che di lui proprio non possono fare a meno. Non è un androide e qualche flessione umana gli va concessa, soprattutto a lui che di soddisfazioni e gioie immense ce ne ha regalate tante.

PANDEV 6 E stato preso in estate per diventare il quarto tenore, che avrebbe dovuto garantire anche un pizzico di esperienza in più in campo internazionale. Ha avuto un inizio di stagione difficile, dapprima ha stentato a recuperare la sua forma fisica, dopo un anno infausto nell’Inter in cui aveva giocato molto poco per i molti acciacchi subiti, che ne ha messo in dubbio la sua ripresa dal punto di vista atletico, poi è stato frenato da un infortunio che ne ha rallentato in maniera determinante il percorso di risalita. Quando pochi ancora credevano ormai in lui, ha avuto uno scatto di orgoglio, riprendendo vigore e risorgendo con una doppietta alla Juventus, che lo ritemprato nel morale e soprattutto nel fisico, che finalmente sta rispondendo agli stimoli dei duri allenamenti impostigli dallo staff dei preparatori atletici degli azzurri. Sarà e dovrà essere un valore aggiunto nella stagione che sta per iniziare.

SANTANA 4,5 Senza dubbio il più deludente degli azzurri. Preso a parametro zero dalla Fiorentina, vittima di numerosi infortuni gravi e fastidiosi nelle ultime stagioni, non è riuscito a farsi apprezzare nelle pur brevi apparizioni in maglia azzurra, dove ha disputato 5-6 partite sottotono, mostrando il suo non perfetto stato di forma e molto poco del suo repertorio. Avrebbe bisogno di giocare con più continiuità per ritrovare la forma perduta, ma non credo nel Napoli potrà pretendere più di tanto, non essendo a ragione tra i primi nelle rigide graduatorie di Mazzarri. L’allenatore gli ha concesso qualche chanches che il buon Mario non ha saputo sfruttare al meglio. Da dimenticare la sua unica e speriamo ultima apparizione da centrocampista centrale nella traferta di Catania, espulso dopo soli circa 26 minuti di agonia e di brutte figure rimediate.

MASCARA 5 Lui di spazio ne ha avuto ancora di meno. Sempre più rare le sue apparizioni, mai da titolare. Spezzoni di partite giocati con voglia, grinta e determinazione, ma con risultati (1 solo gol contro il Parma, purtroppo ininfluente) non certo ottimali, non per sua specifica colpa o responsabilitaà. Almeno uno tra lui e Santana è destinato a fare le valigie per far spazio al nuovo acquisto Edu Vargas.

LUCARELLI s.v. Rimasto per far gruppo, non si spiega altrimenti la sua presenza costante in Tribuna, quasi mai neppure nella lista dei convocati.

CHAVEZ s.v. Oggetto misterioso del mercato azzurro. Più di qualche voce strana sul suo arrivo. Quasi mai convocato. In campo qualche minuto?….con l’Inter a partita chiusissima.

 

 
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4 Comments  comments 

4 Responses

  1. andrea

    Gianlù ma Krasic là miez nunt piacess????
    e nun me ricer no!!!!

  2. andrea

    Viva la sincerità.Ma quant si brutt!!!!!

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