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Il Napoli onora Diego e gli dedica il sentito tributo : 4-0 alla Roma

Momenti di dolore, tristezza, malinconia, giorni di ricordi e lacrime, quelle che ti scendono senza un motivo apparente, all’improvviso, quando la mente fa giochi strani e ti riporta nei suoi meandri, in quella sfera del vissuto emozionale, al recupero nel tuo database delle fortissime sensazioni di gioia, delle esplosioni di felicità che Diego ti e ci ha regalato.

Nascoste nell’inconscio di ognuno di noi, riaffiorano in tutta la loro veemenza e quelle emozioni forti si trasformano in lacrime, un misto di dolore, gioia, ma soprattutto di ricordi vivi e vitali e una riconoscenza infinita nei confronti di chi ci ha trasmesso tutte quelle sensazioni ed emozioni indescrivibili.

Diego ci ha lasciato una grande eredità calcistica ed emozionale, con le sue magie e il suo essere ribelle, sempre con il popolo, con i più deboli, con i meno fortunati ed ha messo al loro servizio il suo talento, che andava condiviso soprattutto con la gente, ha trasmesso amore, si è imposto attraverso il rispetto e non lo ha preteso, ma gli è stato restituito in maniera naturale da tutti quelli che lo hanno conosciuto, stimato e apprezzato.

Potremmo scrivere in questi giorni fiumi di parole , di ricordi, di emozioni vissute, senza timore di essere e apparire retorici, melensi e pesanti, ma questo fiume in piena non si fermerà e resterà una costante per tutti quelli che lo hanno amato e hanno realmente compreso la portata e lo spessore dei suoi spartiti.

Napoli e il Napoli lo hanno onorato, omaggiato e gli hanno riservato il giusto tributo, dentro e fuori dal campo, il fulcro del suo essere, il rettangolo verde, il suo palcoscenico, su cui non è mai venuto meno ad ogni rappresentazione.

L’eco della sua fama è stato riconosciuto in tutto il mondo, in primis dai suoi tifosi, dai suoi avversari e da tutti quelli che hanno avuto il piacere di conoscerlo e di apprezzarne l’umanità e lo spessore del Diego uomo, oltre al rispetto e alla riverenza nei confronti del calciatore, che si pone religiosamente una spanna al di sopra di tutti i talenti terreni.

Ma veniamo alla serata di ieri.

Una serata magica, un mix di santeria, commozione e devozione.

Lo Stadio avvolto dai cimeli ancora intrisi di lacrime, avvolto dall’amore che arde, ben rappresentato dal rosso dei fumogeni già nell’immediatezza della sua dipartita giovedì in EL col Rijeka.

Quello Stadio che formalmente fra pochi giorni porterà con fierezza il suo nome, che da sempre è stata ed è la sua casa, non ha mai smesso di essere il suo Tempio ed è diventato subito per tutti il “Diego Armando Maradona”.

Ha già iniziato ad esserlo, con 2 vittorie e 6 reti.

Diego si è materializzato anche nella gara di ieri.

L’inizio col minuto di silenzio, un Napoli quasi remissivo e resiliente per i primi 10 minuti, tanto da far apparire per pochi minuti la gara simile a quella col Milan.

Poi lo stop, il tributo, l’applauso e il Napoli lo ha onorato cominciando a giocare e ad attaccare l’avversario con intelligenza e determinazione, sino alla perla di Insigne, su punizione, quasi ad emulare e ricordare la battuta a rete imprendibile del suo mentore, calciata con devozione e precisione e con la convinzione di chi appariva sorretto da una luce magica e divinatoria.

Diego è apparso più volte, nel sinistro chirurgico di fabian, nel gol di scaltrezza di Dries e anche nella serpentina di Politano, con chiusura in porta di sinistro (nella fase terminale ci ha ricordato la chiusura in porta del grandissimo gol di Diego contro il Milan al San Paolo, senza presunzione di far riferimento al resto), dopo aver saltato in percussione e dribbling, avversari e portiere.

Mi immagino Diego richiedere e pretendere dall’alto un risultato da incorniciare, “l’ultima volta che ho visto il Napoli dal vivo con la Roma vinse 3-0, oggi dall’alto devo fare di più, almeno 4″.

Lasciamo per un attimo i ricordi e la loro magia e veniamo al campo, ringraziando Gattuso e i ragazzi per la serietà, la dedizione e l’abnegazione della prestazione, che hanno portato una vittoria come sigillo del sentimento collettivo.

Tutti splendidi protagonisti da Di Lorenzo a Mario Rui, da KK a Manolas, da Demme a Piotr, da Lozano a Insigne, sino a Politano subentrato nella ripresa.

Un Napoli sul pezzo, come chiedeva l’allenatore, ma anche compatto e accorto tatticamente, con un centrocampista in più, il ritrovato Piotr e con Demme vertice basso, il suo ruolo, con Diego che ha sfoderato una gran prestazione proprio nel giorno dell’omonimo Campione.

Una Roma sparring partner, sino a ieri mai sconfitta sul campo da inizio stagione, annichilita col gioco di squadra e sommersa da giusto punteggio, per quel che ha mostrato il campo.

Siamo tornati compatti a difenderci con 4-5-1 e a ripartire con Piotr che si è allargato e accentrato, mettendo in difficoltà l’assetto difensivo avversario.

La squadra non è più spaccata in 2 tronconi, ma stretta tra i reparti e ben amalgamata, con un assetto che forse col Milan (ma Piotr non era ancora in forma dopo il Covid) avrebbe prodotto un altro risultato.

Questa disposizione ti consente anche di gestire la partita e la palla e non affidarti alla solo aggressività e produzione offensiva, lasciando agli altri il pallino del gioco.

Certo, non è questione di schemi o moduli, ma anche di concentrazione e di testa, che è forse mancata col Milan, ma anche qui c’è da dire che preparare una gara tutta la settimana è ben diverso dal non avere a disposizione gli interpreti della domenica per tutto il periodo antecedente al match.

Ua vittoria che alleggerisce e dà solllievo, ora possiamo continuare con più leggerezza, ma immutata devozione a diffondere il verbo di Diego e le sue gesta, da tramandare alle nuove generazioni, e a tifare per lui e per i nostri amati colori, con la consapevolezza di avere una “Mano de Dios”in più dal cielo.

#FNS

#GrazieDiego

 

 

 
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2 Comments  comments 

2 Responses

  1. Laura

    Bellissimo ed emozionante articolo!!

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