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Napoli beffato a Anfield, non riesce a segnare, passa il Liverpool

Il Napoli dopo aver condotto il Girone nelle prime 5 giornate perde la prima partita (anche meritatamente per certi versi) e scivola al terzo posto, non riuscendo a raggiungere l’obiettivo ottavi (meritato per quanto mostrato nell’arco delle 6 gare) e finendo in Europa League, Coppa che si giocherà come nel secondo anno di Benitez.

Dividerò l’articolo in paragrafi, non lo faccio mai, ma ci sono alcuni punti fondamentali da approfondire.

IL SORTEGGIO e LA BRAVURA di ANCELOTTI

Da quell’urna prendiamo il Liverpool, corazzata e finalista dell’ultima Champions, come mina della terza fascia.

Già questo dovrebbe bastare per far comprendere come la ciorta si sia accanita sugli azzurri sin dal principio. Il Napoli in questi ultimi anni si era meritato addirittura la seconda fascia di Champions e prende il Liverpool, che dovrebbe essere di prima.

I commenti sono tutti di sgomento, tutti già concentrati sull’Europa League, perchè tutti pensavano fosse impossibile superare LIverpool e Psg. I più ottimisti si auguravano un Girone orgoglioso, nella speranza di non fare quantomeno brutte figure negli scontri con le 2 squadre quasi “aliene” sulla carta.

Tutti tranne uno, Carlo Ancelotti, che di Champions un pò se ne intende e che sa che non esistono squadre imbattibili e che esarebbe stato importante giocarsi le proprie carte anche se gli avversari lasciavano poco spazio ai sogni e alla fantasia.

Carletto alla seconda giornata, batte il Liverpool, trova la quadra e la squadra ideale per la Champions, squadra che dopo aver battuto il Liverpool trova convinzione e autostima e le forze per competere e giocarsi la qualificazione, possibilità che resterà concreta sino all’ultimo respiro dell’ultima gara, quella di ieri ad Anfield.

Quindi appplausi a scena aperta all’allenatore, che ci ha consentito di cavalcare un sogno e di tramutarlo in realtà sino all’ultimo secondo.

Un applauso ai ragazzi che ci hanno creduto con l’allenatore e che hanno giocato grandi gare, prestazioni eccellenti e che forse sono andate oltre la reale forza di questo Napoli.

Proprio queste prestazioni alla fine hanno illuso il tifoso, che forse ha creduto di avere una squadra pronta giocarsela con tutti, pur non avendo Campioni assoluti (ad eccezione di Koulibaly e forse del rientrante Ghoulam), ma alcuni ottimi elementi, con altri giocatori normali in alcuni ruoli e non proprio affidabili per questo tipo di competizioni.

LA CHAMPIONS COMPETIZIONE dei CAMPIONI e degli EPISODI.

L’Europa è una sentenza

“La Coppa delle grandi orecchie”, una competizione in cui per far bene ed emergere ci vogliono 2 componenti fondamentali.

I Campioni che ti risolvono le gare e che te la fanno vincere, l’esperienza di chi non lascia nulla di intentato e che sfrutta la minima occasione, usando l’istinto del killer per chiudere gare e approfittare di ogni errore dell’avversario.

Nella stragrande maggioranza dei casi il minimo errore ti punisce, un gol sbagliato, un gol concesso, fallire una gara, un’occasione e difficilmente la passi liscia.

Lo sappiamo bene, abbiamo tastato con mano nelle occasioni precedenti.

Il Napoli ha giocato la Champions 5 volte con quest’ulttima nell’era De Laurentiis, aveva fatto 2 Coppe dei Campioni in passato.

Tutte le partecipazioni sono state eccellenti per alcuni versi, ma decise dai Campioni delle squadre avversarie, ma anche da episodi avversi, sfortunati, ma spesso condizionati da propri errori a monte.

La prima contro il Real, ad eliminazione diretta. Il Napoli giocò una gara difensiva a Madrid (a porte chiuse), perse 2-0 all’andata, divorandosi 2 gol (Giordano e Renica), che pesarono sul ritorno. Al San Paolo la prima mezz’ora nnichilimmo il Real Madrid, portandoci in vantaggio, ma fummo puniti dalla giocata dei Campioni dei Blancos, Butragueno e Sanchez e il sogno sfumò, anche e soprattutto per i gol falliti a Madrid.

La seconda volta uscimmo contro lo Spartak Mosca, furono decisivi i rigori e l’assenza di Maradona (non c’è bisogno che ricordi la vigilia della gara in Russia), quindi episodi e Campioni, stavolta assenti.

Nella prima Champions dell’era AdL con Mazzarri, dopo aver superto il Girone, tra l’altro difficile al pari di quello appena conclusosi (con City, Bayern e Villareal), uscimmo agli ottavi contro il Chelsea. Vittoria 3-1 al San Paolo, sconfitta 1-3 a Londra e uscita ai tempi supplementari. Anche in quella occasione un episodio influì sul doppio confronto. Dopo aver dominato la gara di andata, il Napoli sul 3-1 fallì clamorosamente la palla del 4-1 con Maggio, che a porta vuota, 7 metri di porta, riuscì a centrare proprio Ashley Cole posizionato accanto al palo. Quel gol sbagliato ci costò caro e amaro., così come i gol di Drogba al ritorno.

Alla seconda Champions altro girone impossibile. Il Napoli di Benitez lo giocò alla grande contro Arsenal, Dortmund e Marsiglia. Uscì pur avendo raccolto ben 12 punti, nessuno era mai stato eliminato da un girone facendone così tanti ed il record (negativo) non è mai stato uguagliato ad ora. Anche in quella Champions il Napoli perse per un episodio, subendo un gol alla prima gara col Dortmund (errore di Zuniga) dopo aver dominato i gialli di Klopp (a volte ritornano), perdendo poi 3-1 in Germania e finendo per uscire a causa della differenza reti, proprio grazie a quella ingenuità al San Paolo.

Le 2 Champions con Sarri furono decise dai Campioni del Real e da quelli del City, meno dagli episodi, anche se nella seconda il Napoli ci mise del suo, schierando una formazione poco accorta a Karkhiv contro lo Shakhtar, con sconfitta iniziale che condizionò l’intero Girone, oltre agli episodi negativi contro il City al San Paolo, in cui il Napoli stava vincendo e giocando benissimo sino all’infortunio di un tale Faouzi Ghoulam.

Il discorso appena fatto per la Champions vale per l’Europa in generale, errori e passi falsi non li puoi commettere, altrimenti la puzione è dietro l’angolo.

E’ successo puntualmente anche in EL in cui sbagliammo la gara interna col Villareal  nei sedicesimi di finale, imèpattando 0-0 al san paolo, sbagliando tante reti e puniti 2-1 nel ritorno in Spagna. Lo stesso dicasi per la doppi sfida col Porto, in cui sprecammo l’impossibile in una gara tutta condotta all’attacco contro il Porto, che dopo un’ora di dominio azzurro totale ci punì al primo errore (contrasto prso da Behrami a centrocampo e gol avversario). La storia si è ripetuta per ben 3 volte ancora.

Dai gol sbagliati da Higuain nella semifinale di andata col Dnipro, al netto dello scandaloso gol concesso con metri di fuorigico al Dnipro, e che non ci consentì di affrontare un ritorno tranquillo in Ucraina, dove ci divorammo almeno 2 gol clamorosi per passare in vantaggio (ne bastava uno ed era fatta). Lo stesso dicasi per la gara contro l’onnipresente Villareal l’anno dopo, con tante opportunità sciupate, condannati da un cross sbagliato di un certo Pina. Da ultimo con il Lipsia, in cui sbagliammo totalmente la gara di andata che ci costò l’eliminazione, nonostante la vittoria secca a Lipsia nel ritorno.

Tutto ciò senza dimenticare gli errori sotto porta e in difesa col Bilbao, tra andata e ritorno, da Michu, a Callejon, fino al trenino Britos-Maggio e agli scempi difensivi di quel preliminare in terra basca.

In Europa al minimo errore sei fuori.

Il CAMMINO CHAMPIONS e LA GARA di ANFIELD

Gli azzurri, pur diputando un grandissimo girone, hanno peccato di inesperienza, oltre ad essere puniti dai propri errori e dlle giocate dei Campioni avversari.

Il percorso va valutato nella sua globalità, per comprendere i motivi dell’eliminazione.

Il Napoli se da un lato è stato sfortunato (nel sorteggio in primis), non può appellarsi solo al destino, che ha avuto più volte a portata di mano e avrebbe potuto indirizzare diversamente.

In una fase ancora embrionale non è riuscito a vincere a Belgrado. Era il debutto, la squadra e l’assetto ancora “in fieri”, nonostante le difficoltà di quel campo e dell’ambiente, giocò la gara tenendo bene il campo, ma non riuscendo ad ottenere 3 punti, che sarebbero stati fondamentali per la qualificazione. E’ vero che il Liverpool ha perso a Belgrado, ma chi ha visto quella gara può facilmente dichiarare che i Reds la presero sotto gamba, non scendendo in pratica in campo. Mentre il Psg ha fatto il suo dovere ieri e portato a casa i 3 punti.

Gran gara a Parigi, vittoria sfumata all’ultimo secondo, grazie a una prodezza di Di Maria, al quale fu consentito il tiro di sinistro, che ci costò 3 punti meritati. Episodio e giocata del Campione, ma disattenzione fatale.

Contro la Stella Rossa al San Paolo, errore (sempre di Rui, lui c’è sempre in quasi tutti i gol subiti, senza voler infierire, ma “res sic stantibus”) e 3-1, con gli azzurri che non hanno poi accelerato per ripristinare una diffrenza reti che alla fine, seppur casualmente, ha inciso sulla qualificazione in maniera surreale, ma determinante.

Il Napoli , quindi, prima di Anfield, per suoi meriti, si era creato 3 possibilità per chiudere i giochi e qualificarsi, o comunque per rendere il passaggio del turno più agevole, senza sfruttarle.

Giocarci la qualificazione ad Anfield non era auspicabile, ma anche ieri le possibilità di passare non sono mancate.

Nonostante una gara difficile da giocare e da interpretare, gli azzurri hanno avuto e sprecato le loro occasioni, ma la fortuna non ci è stata avversa, anzi ci ha aiutato, evitando che il Liverpool segnassse 3-4 gol, con spazi anche giustamente ed inevitabilmente concessi nel tentativo di fare il nostro, che sarebbe stato molto più pesante di un raddoppio dei Reds, che non è , tra l’altro , arrivato.

Le occasioni sprecate sono state decisive (su tutte quella di Callejon a pochi minuti dalla fine, anche se in ordine temporale fa male anche quella di Milik, più complicata, ma altrettanto clamorosa) e la punizione è puntualmente arrivata.

Come dice il saggio e dispiaciutissimo Ancelotti, sempre positivo e intelligente (sa che i contraccolpi di un’elminazione a volte sono deleteri eduri da digerire) siamo pronti a giocarci le nostre possibilità in Europa League. Perchè il prestigio internazionale lo si acquista giocando e confrontandoci in affascinanti sfide europee, quelle che appassionano il pubblico, i tifosi e danno lustro e linfa vitale alla società.

Ad maiora

#FNS

 

 

 
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