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Il Napoli esagera e asfalta il Bologna : 7 palloni al Dall’Ara

Il Napoli sorprende, non smette mai di sorprendere ed emozionare, nel bene e nel male (ahimè), e sfodera una prestazione eccezionale e spettacolare a Bologna, rifilando 7 reti al malcapitato Donadoni.

Triplette per Mertens e Hamsik, gol di Insigne.

Un primo tempo chiuso sul 4-1 per gli azzurri in cui è successo di tutto : 2 reti splendide del Napoli nei primi 6 minuti, qualche solita distrazione difensiva subito dopo, un rigore parato da reina, l’espulsione incomprennsibile di Callejon (stavolta non c’entra l’arbitro, ma 2 momenti di pura follia di Josè), poi quella di Masina. Il 3-0 (splendida punizione di Mertens),una dormita di Zielinski sul gol degli avversari del 3-1. Mertens che la richiude di nuovo.

Con buona pace delle nostre coronarie.

Poi un secondo tempo con le squadre in 10 in cui gli azzurri hanno imperversato e surclassato l’avversario.

Un Napoli condotto dal Maradona degli allenatori, solo Diego è riuscito ad emozionare e a rendere unico il gioco del calcio a Napoli, in Italia e addirittura al livello Mondiale (e parlo di Storia del calcio).

Il Napoli di Sarri se la gioca a livello di spettacolo puro con l’Olanda anni 70, col Brasile anni 50-60 (e quello dell’82), con il Barcellona di Guardiola.

Tutte squadre in cui il gioco veniva nobilitato dalla presenza di campioni assoluti, che il Napoli non ha, anche se la tecnica non difetta a molti azzurri, ottimi giocatori che sono stati in grado di mettere a disposizione della squadra le loro migliori qualità, grazie al gioco impartito e insegnato da un vero maestro di calcio.

In Italia solo Sacchi col Milan è riuscito ad emozionare così, anche se in maniera diversa,  grazie a schemi e movimenti innovativi che avevano creato una macchina perfetta a livello tattico, impreziosita da campioni (e con i lavoro di tanti buoni giocatori).

Lo spettacolo del Milan di Sacchi era diverso, sincronismi, intensità e giocate dei campioni, quello offerto dal Napoli è calcio puro, casomai non vincente, ma veramente un piacere per gli occhi di chiunque, tifosi e non.

Solo Zeman ha mostrato un calcio così brillante, anche se a sprazzi e con troppo squilibrio tra le 2 fasi, che talvolta lo ha esposto anche a brutte figure.

Al Napoli manca ancora la mentalità vincente però, quella che non ti consente di rilassarti e deconcentrarti, che non ti fa perdere punti e partite sulla carta facili, di difendere con i denti quello che si crea col gioco, sia dal punto di vista difensivo (distrazioni, spesso individuali), che da quello offensivo (gol divorati e poco cinismo sotto porta rispetto alla enorme mole di gioco e occasioni create).

Perdere punti come con Pescara, Sassuolo, Palermo (cito 3 gare sulla carta -e per quanto visto – più che abbordabili) può vanificare il lavoro di una stagione, svilire per certi versi lo spettacolo proposto.

Questo è il pensiero che tutti i giocatori azzurri dovrebbero avere sempre presente per crescere e per impreziosire con l’obiettivo cotanta emozione provocata attraverso la spettacolarità del gioco espresso.

Il calcio non è altro che specchio di vita, ci vuole divertimento, positività, emozione, lavoro, sudore , sacrificio, perseveranza nel voler dare concretezza all’emozione pura, che questo Napoli è capace e sa regalare.

Il Napoli dopo le 19 occasioni col Palermo (con 3 palle non concretizzate sulla linea di porta) ha immagazzinato rabbia (sportiva,si intende), ha compreso di aver gettato altri 2 punti preziosi, sfogando sul Bologna tutto quello che aveva in corpo.

La percentuale realizzativa del 5% contro i rosanero (1 gol su 19 tentativi) e del 50% a Bologna (7 gol su 14 tiri).

La precisione al tiro vista ieri non è casuale, ma frutto di quanto somatizzato durante la settimana post Palermo e ben riassunta nel tiro di Insigne in occasione del secondo gol, la freddezza quasi mai mostrata, a tu per tu col portiere è figlia del gol sbagliato a una manciata di secondi dalla fine della gara precedente.

Ora basta errori, non ce n’è per nessuno, corsa dritta verso la porta e destro chirurgico, deciso, senza esitazioni tra palo e portiere.

Questo è l’ultimo step per la crescita, la consapevolezza e la voglia di non buttare alle ortiche e non rendere effimero il gioco, lo spettacolo.

Sotto il punto di vista del gioco non siamo secondi a nessuno in Europa e nemmeno alle grandi di Spagna.

Abbiamo numeri (possesso palla, precisione nei passaggi, tiri in porta, gol su azione manovrata) che ci collocano al primo posto in Europa, con Barcellona e Real Madrid, pur avendo un tasso tecnico inferiore a queste squadre ed è per questo che sarebbe veramente un peccato non impreziosire tutto ciò con il risultato, con un Trofeo, nonostante la nostra Storia ci insegni quanto sia difficile ottenerne.

Ci vorrebbe un piccolo manoscritto per riepilogare tutti i record ottenuti dal Napoli di Sarri in appena un anno e mezzo, non solo per la Storia del Napoli, ma per il calcio italiano ed Europeo.

Questi record vanno negli almanacchi al pari dei trofei, è vero. è innegabile, ma la voglia del tifoso di vincere (che a Napoli ha un sapore unico, anche perchè non usuale), dovrebbe essere trasmessa ai calciatori per “cacciare”quel qualcosa in più, con la consapevolezza che quel poco gli potrà regalare emozioni che segnano una vita calcistica e non solo.

70 reti stagionali (55 in Campionato…non ci era mai riuscito nessuno in A a questo punto dei giochi…11 in Champions e 4 in Cioppa Italia)

Mertens capocannoniere della A con 16 reti (20 stagionali)

Callejon Re degli assist, ben 9,  in Italia e in Europa (con Kroos e De Bruyne)

Primi in Europa per tiri a partita, media 17,8 come il Real.

Primi in Italia per possesso palla e precisione dei passaggi (87% che ci regala anche il secondo posto in Europa dopo il Psg).

Numeri strabilianti, nonostante il rendimento in campionato non ci consenta, per inezie e alcune superficialità deleterie,di essere primi in classifica., anzi che ci obbliga a sudarci anche il posto in Champions, pur possedendo gioco e record da primi 5 Club europei.

Tutto questo con una difesa rabberciata per 2 terzi della stagione e senza una punta di ruolo da ottobre.

Vorrei vedere un Napoli completo da qui alla fine, ma giusto per capire se i limiti attuali possano essere superati, perchè a quel punto nulla ci sarà sulla carta precluso e dipenderà solo dalla testa dei nostri beniamini.

Sarebbe un peccato non riuscire a vincere (anche se quest’anno non sarà facile e poco possibile), ma sono fiducioso per avere il Maestro, per avere il Capitano, per avere Pepe Reina (per il quale Sarri stravede e che considera l’uomo chiave di questo gruppo, a giusta ragione), per avere giovani da Real Madrid (come Zielinski in primis e Diawara) e tanti altri Top player o quasi come Koulibaly, Milik, Mertens, Callejon e lo stesso Lorenzo se vuole.

Insomma manca poco

#FNS

 

 

 

 

 
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