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Analisi tattica e statistica della sconfitta di Bergamo

Nell’articolo post Bergamo mi ero soffermato a commentare più che la gara, le scelte di Sarri, il mancato riposo di alcuni uomini fondamentali e stanchi dopo 8 gare consecutive, manifestando legittimi dubbi suli motivi del mancato utilizzo di alcuni elementi, deputati sulla carta a sostituire Jorginho, Hamsik e eventualmente Callejon.

La delusione (da tifoso) per la prestazione aveva spostato la mia attenzione su questo argomento, rispetto ad altri aspetti tattici e di campo.

Le mie perplessità e le mie domande hanno poi trovato amabile risposta da un “uccellino”, che mi ha chiarito che Diawara e Rog, pur avendo acquistato forma fisica sufficiente per scendere in campo, ancora non hanno assimilato gli schemi e i movimenti “sacri” della squadra per poter essere utilizzati e dare il loro concreto apporto, anche al posto di chi di energie psicofisiche ne aveva poche.

Insomma il rendimento a scarto ridotto di Jorginho e Hamsik non sarebbe comunque stato adeguatamente sostituito e la squadra non avrebbe tratto giovamento da forze fresche, ma ancora non pronte per essere inserite in alcuni meccanismi.

Ora a sosta del Campionato concede il tempo per approfondire alcuni aspetti della squadra, ottima in Champions e con qualche passo falso in Campionato.

Ben 3 le gare che ci hanno tolto 7 punti sui 21 disponibili, tutte e 3 in trasferta, tutte diverse tra loro come prestazione e come maturazione del risultato finale.

Il dato su cui riflettere, innanzitutto, è il rendimento da trasferta degli azzurri, visto che anche nella passata stagione il rendimento al di fuori del “Fortino” San Paolo non è stato brillantissimo :

- in casa abbiamo lasciato su 25 gare solo 4 pari agli avversari (Samp, Milan, Roma e Villareal…tutte gare in cui solo la sfortuna e qualche errore sottoporta non ci ha permesso di vincere) e 1 sola sconfitta (in Coppa Italia contro l’Inter, in cui avevamo più di mezza squadra titolare in panchina o in Tribuna, quindi non fa molto testo).

- in trasferta su 23 gare sono stati 4 i pareggi e ben 7 le sconfitte (tra Campionato e Coppe), quasi il 50% dei punti lasciati per strada.

Quindi 3 gare su 5 non sono state brillantissime. Se è un dato ancora numericamente indecifrabile, sicuramente c’è qualcosa che ancora non va come dovrebbe.

A Pescara era calcio d’agosto (e un Pescara scintillante nella prima frazione, come in tutte le gare degli abruzzesi fino ad ora in Campionato, che giocano alla grande e sprecano nella prima frazione per sciogliersi e perdere quasi puntualmente nella ripresa) e c’era Rocchi (senza il quale forse i 3 punti potevano arrivare).

A Genova abbiamo sbagliato molto in fase di conclusione, pur non giocando un’ottima gara (con molto merito del Genoa e di Juric e ben 2 rigori negati da Damato).

A Bergamo, invece, il Napoli ha giocato male:

- stanco nelle gambe e nella testa, senza ritmo, senza le giuste energie e un pizzico di fortuna per tentare la rimonta dopo il balordo gol subito.

- Non aiutato dalle condizioni del terreno di gioco e dalla prestazione superlativa dei giovani (e non solo) bergamaschi in campo, che hanno giocato una gara difensiva perfetta e tatticamente accorta e ben preparata da Gasperini (aiutato anche dal vantaggio arrivato casualmente), sebbene di categoria inferiore rispetto a un Napoli in normale stato psico-fisico e non in quelle condizioni.

Alcune mosse di Gasperini sono state molto azzeccate :

- bloccate le fonti di gioco (Jorginho da Kurtic e Hamsik da Gagliardini)

- ingabbiato Milik da 2-3 uomini al centro (Toloi e sempre uno tra Caldirola e Masiello).

- raddoppi sugli esterni per disinnescare Callejon (marcato in prima battuta da Drame, in seconda da Masiello) e Insigne (preso da Conti e poi da Caldirola).

Gli unici ad avere un pò di spazio sono stati Hysaj e soprattutto Ghoulam (lasciati liberi di scendere sino alla trequarti avversaria e poi presi da Conti da una parte e Drame dall’altra, con i difensori centrali esterni Caldirola e Masiello che scalavano la marcatura su Insigne e/o Callejon).

Prestazione al massimo delle loro possibilità per quasi tutti gli effettivi dell’Atalanta, dei 3 centrali , bravissimi i giovani Caldirola, Conti e Gagliardini (su tutti), e anche degli unici due offensivi Petagna e Gomez.

Attribuiti i meriti alla squadra avversaria, veniamo al Napoli e alla prestazione degli azzurri :

- innanzitutto un buon inizio fino al gol subito, a dimostrazione che l’approccio mentale era quello giusto, :

 padronanza del campo, zero errori, ottimi scambi e 2 azioni potenziali da gol, con Insigne su punizione (di poco al lato) e con un assist dello stesso Insigne per Hamsik in area (che non riusciva a girarsi spalle alla porta, allargandosi a sinistra, invece che a destra per tentare subito la battuta a rete).

Poi il fortunoso e disgraziato gol di Petagna, con la deviazione impercettibile di Koulibaly sulla faccia di Ghoulam (90% di sfortuna e 10% di lieve errore).

Ci si aspettava la debita reazione degli azzurri e invece, nessun impeto, ritmi non alzati e una serie impressionante di errori e di palle perse :

- 12 palle perse tra il 10° il 21° minuto, intervallate da : un cross di Hysaj ribattuto, un cross di Callejon con Milik anticipato in area e un assist di Insigne per l’inserimento di Hamsik in area, intercettato fortunosamente da Conti con la punta del piedi.

Al 21° la prima occasione per Callejon, con scivolata di Drame e tiro di Jose parato da Berisha.

- tra il 21° e il 28° altre 9 palle perse (oltre Insigne pescato 2 volte in fuorigioco)

Al 28° il miracolo di Berisha su punizione di Ghoulam.

tra il 28° e il 32° altre 5 palle perse (e Milik pescato in fuori gioco).

Tra il 32° e il 35° 3 azioni gol per l’Atalanta (nate tutte dal lato di Gomez, lasciato solo nell’uno contro uno con Hysaj, con poca copertura di Zielinski e Callejon)

- parata di Reina su Gomez, traversa di Drame e colpo di testa diPpetagna da 2 passi ad anticipare la diagonale di Ghoulam.

Tra il 35° e il 41° altre 5 palle perse.

Nel finale l’occasione per Milik (miracolo di Berisha) e di Zielinski (tiro sull’esterno della rete, anzi sul palo di sostegno della rete).

Alla fine del primo tempo si contano:

5 occasioni per parte e oltre 30 PALLE PERSE dal Napoli, veramente un numero impressionante.

Vi propongo la classifica delle palle perse :

5 Insigne (e 2 volte in fuorigioco)

5 Hamsik (e 2 volte al tiro sballatissimo e non abile in area)

4 a testa Hysaj, Callejon e Jorginho

3 Milik (oltre una volta in fuori gioco e sempre anticipato ad eccezione dell’occasione del tiro in porta)

2 Ghoulam

1 Koulibaly (grave perchè nasce un’azione da gol, ma tanti buoni anticipi e recuperi palla)

Gli unici a zero errori Maksimovic e Zielinski (primo tempo oltre la sufficienza).

Nella ripresa ci aspettavamo reazione e rimonta, invece, pur giocando leggermente meglio il pallone (a ritmi sempre bassi) e commettendo meno errori , gli azzurri si sono resi addirittura meno pericolosi.

Inzio sulla falsa riga del primo tempo :

altre 9 palle perse in meno di 10 minuti (3 Ghoulam, 2 a testa Insigne ed Hamsik, 1 Callejon).

Uno spento Callejon a quel punto usciva per Mertens (altrettanto evanescente e con parecchi errori la sua prestazione).

Il Napoli cominciava finalmente a tornare padrone del campo per 10 minuti, nei quali però non trovava i gol.

L’azione , non trovando varchi centralmente, con l’Atalanta arroccata e chiusa ad imbuto, si sviluppava sulle fasce laterali, con l’intenzione di aggirare il muro bergamasco :

- il Napoli arrivava al cross in ben 10 occasioni (5 volte con Ghoulam, 3 con Hysaj, 1 a testa per Milik, Mertens, Insigne),  non tutti perfetti, ma molti a centro area, dove Milik veniva costantemente anticipato (controllato da 2 uomini almeno), ma era anche l’unico a poterli raccogliere, con Mertens ed Insigne sempre larghi e nessun centrocampista che si inseriva.

Sino al 25° , nonostante un predominio territoriale e i numerosi cross, il Napoli riusciva ad essere pericoloso in sole 3 occasioni, con 2 tiri di Hamsik da limite (fuori dai pali, sebbene non di molto (a Marek è difettata anche la mira…parecchio) e un angolo di Ghoulam con Berisha che levava la palla dall’angolino alto.

A 20 dal termine la mossa tattica di Sarri che non ti aspetti e che lui stesso nel post gara ha definito, la “mossa della disperazione” : out uno spento Jorginho, dentro Gabbiadini e cambio di modulo, si passa al 4-2-4 (troppo offensivo per chiamarlo 4-4-2).

La mossa , come sappiamo, non ha sortito i suoi effetti e il Napoli non è riuscito a trovare il gol del pareggio, anzi ha concesso un paio di ripartenze all’Atalanta sprecate dal neo entrato Grassi e da Gomez.

Il Napoli che aveva attaccato esclusivamente con cross dagli esterni aveva l’intenzione di mettere una seconda punta in area per liberare spazio a Milik, ma sia Insigne (e nel finale Giaccherini al suo posto)  che Mertens, tendevano ad accentrarsi, finendo per intasare l’area.

Le palle perse diventavano in totale oltre 50.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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