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IL Napoli si incarta a Bergamo : 1-1 nel festival degli errori

 Il Napoli non va oltre l’1-1 contro l’Atalanta, reti del solito ex Denis al 57° per il vantaggio atalantino e di Higuain a 5 minuti dal termine, con il Pipita che sbaglia clamorosamente un calcio di rigore al 92° minuto e manda in fumo un’altra vittoria, che ormai sembrava essere acquisita.

La squadra azzurra spreca l’impossibile e non riesce ad espugnare il campo di Bergamo, storicamente ostico per gli azzurri, ma quantomai tenero oggi ,considerato il non eccelso spessore tecnico della squadra bergamasca quest’anno, tra l’altro non in un buon momento di forma.

A tre giorni dal match contro la Roma al S.Paolo non si riesce a sfruttare l’occasione per avvicinarsi alla vetta e i punti persi sono ben 12 sui 27 disponibili, veramente troppi, frutto di 3 pareggi in gare dove la vittoria sembrava ampiamente alla portata (contro Palermo, Inter e oggi) e di due sconfitte immeritate e scellerate contro Chievo e Udinese.

Il terzo posto, obiettivo minimo, è a un passo, a soli 2 punti, con ben 6 compagini a contenderselo (Milan, Inter, Lazio, Udinese, Sampdoria e Napoli alle quali si è aggiunto inaspettatamente il Genoa, autore di una vera e propria impresa contro la Juventus.), tutte tra i 14 e i 16 punti, con Roma e Juventus appaiate in vetta a quota 22.

Ebbene, senza voler esagerare e paragonare i nostri obiettivi con quelli delle capoliste, abbiamo gettato al vento almeno 7 punti sui 12 persi, con i quali potremmo essere in vetta alla classifica, anzi se facessimo il conto di tutti i punti buttati contro le squadre medio-piccole, ampiamente alla portata del Napoli, come quelle che abbiamo incontrato sino ad ora tra l’altro, sia l’anno scorso che in quelli precedenti, saremmo potuti essere la squadra con più vittorie in Italia negli ultimi 5 anni.

La ripetizione delle stesse gare da un anno e mezzo, con almeno una ventina di palle gol create e i gol stupidamente subiti nelle rarissime occasioni concesse agli avversari (ieri solo una e un gol), devono far riflettere, perchè c’è sicuramente qualcosa , un virus, un baco, nel Dna della squadra, che evidentemente non ha le caratteristiche e le qualità di una squadra vincente, pur esprimendo, a tratti, il miglior calcio del campionato.

Se non possiedi il fuoco dentro, per non utilizzare la ormai  inflazionata “cazzimma”, per vincere le gare e ti specchi spesso in un possesso palla sterile, senza affondare i colpi al momento opportuno, se non concretizzi le occasioni create, forse non hai ben presente e non ti importa qual’è lo scopo del gioco : buttare la palla in quella cazzo di porta e fare un gol più degli avversari.

Il Napoli, invece, non riesce a cogliere e a leggere le difficoltà dell’avversario, non riesce ad essere cinico e punirlo quando si mostra debole, anzi quando capisce che ne potrebbe fare un sol boccone, quello è il momento in cui tira i remi in barca e mostra una sorta di “pietas”calcistica che lo induce a non infierire sul cadavere, consentendogli la chance di rialzarsi e ritornare in vita.

Insomma è come un pugile che non affonda il colpo, lavora ai fianchi l’avversario, ma nonmette l’avversario k.o, questo è un limite invalicabile della squadra : hai voglia di criticare Benitez e il suo modulo, potremmo stare anni a disquisire di tattica, posizioni in campo e alchimie di ogni tipo, hai voglia di parlare di turn over o stupidaggine del genere, ma la mentalità vincente non si inventa, o ce l’hai o meno.

Ma veniamo alla gara e all’ennesima colica che i tifosi hanno dovuto patire :

Benitez schiera la stessa formazione che ha largamente battuto il Verona ad eccezione di Inler per Jorginho e Mertens per Insigne, dovendo ancora rinunciare agli infortunati Gargano e  Zuniga.  Britos recupera e si accomoda in panchina.

In campo Maggio e Ghoulam sugli esterni, Koulibaly e Albiol centrali difensivi. In mezzo al campo è il turno di Inler e Lopez. In attacco Higuain, Callejon e Hamsik, affiancati da Mertens.

Colantuono sceglie la difesa a 3 con Cherubin Benalouane e Stendardo. Sugli esterni Raimondi e Del Grosso terzini per fermare Mertens e Callejon. In mezzo al campo Cigarini regista con Migliaccio e Baselli ai lati. Moralez e Denis le punte.

ATALANTA: Sportiello; Cherubin, Benalouane, Stendardo; Del Grosso, Raimondi; Cigarini, Baselli, Migliaccio; Denis, Moralez

NAPOLI Rafael; Maggio, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Inler, David Lopez; Callejon, Hamsik, Mertens; Higuain

Il Napoli domina la prima mezz’ora di gara, gestisce la palla con scambi rapidi e di rara precisione, forse l’inizio migliore degli azzurri di questa stagione. La manovra è fluida e ariosa, triangoli, cambi di gioco e anche tante occasioni, purtroppo non finalizzate.

Le occasioni da rete per gli azzurri sono ben cinque nei primi 15 minuti : due per Higuain, innescato in entrambi i casi da un rapido scambio Mertens-Hamsik, ma il pipita non centra la porta. Ci provano Mertens e David Lopez (tiro alto) da fuori area ed anche Hamsik, ma è bravo il portiere atalantino Sportiello, che sarà grande protagonista della serata a deviare in angolo.

Il Napoli è padrone assoluto del campo e l’Atalanta subisce come un pugile stretto all’angolo, che incassa bene, ma non reagisce e non riesce a ripartire mai.

Hamsik è decisivo e i suoi inserimenti tra le linee sono fondamentali ed infatti il  Napoli rallenta sino a spegnersi proprio quando il capitano cala.

Vivace Mertens, mentre Callejon è in ombra, anche perchè gli azzurri decidono di attaccare spesso centralmente e molto sul lato sinistro. Higuain trova pochissimi spazi e resta spesso imbottigliato nella morsa dei tre centrali bergamaschi e per toccare qualche pallone deve indietreggiare spesso.

Gli spazi sono stretti con l’Atalanta che si rintana nei pressi della propria area di rigore e il fraseggio degli azzurri si perde spesso all’ultimo passaggio,.

L’occasione buona capita a Callejon, ma il nostro goleador tira fuori, invece di servire Higuain liberissimo in area di rigore.

Evidente la difficoltà nel trovare spazi nella arroccata difesa atalantina, con gli azzurri che con il passare  del tempo rallentano il forcing offensivo e il tempo si chiude sullo 0-0, grazie ad una parata di Sportiello su tiro di Mertens da posizione defilata.

Ad inizio ripresa l’Atalanta parte più aggressiva e si rende pericolosa sui soliti calci da fermo, con gli azzurri che tremano su ogni pallone messo in area.

Il tempo di ammirare un  tiro di Mertens da fuori che si spegne a fil di palo, che l’Atalanta sino a quel momento inoffensiva, passa a sorpresa in vantaggio con Denis, che sfrutta un liscio di Albiol di testa e batte Rafael, incornando la sfera poco fuori l’area piccola.

Albiol ne combina un’altra delle sue e sceglie l’anticipo sulla palla invece di guardare l’uomo, lasciando solo Denis, con Rafael che non esce dai pali (forse memore di una avventata uscita a farfalle nel primo tempo, in cui sbaglia tempo e modalità dell’intervento)

Il Napoli reagisce e Callejon dopo 5 minuti sbaglia il gol della vita, alzando da pochi millimetri dalla linea di porta un perfetto cross di Ghoulam dalla sinistra. Veramente più facile segnare che sbagliare, un mistero della fisica il suo pallone alto.

Entrano Jorginho per Lopez e Insigne per uno spento Hamsik a distanza di 10 minuti l’uno dall’altro

Gli azzurri sono farraginosi e la fretta non li aiuta, Insigne cerca di scuoterli e un suo tiro dalla distanza sfiora il palo alla destra di Sportiello.

All’83° viene espulso l’ex Cigarini per somma di ammonizioni e il Napoli riesce a raggiungere il pari con una prodezza di Higuain, che riceve la palla eriesce a girarsi spalle alla porta e per battere il portiere con un destro rasoterra (un gol alla Pandev…quello delle 6 partite all’anno)

1-1  con assalto finale degli azzurri, rinforzati da Zapata, che subentra a Ghoulam.

Le occasioni sono clamorose negli ultimi 5 minuti di gara più recupero, per Mertens che a due passi dalla porta tira sul portiere, che salva sulla linea e rigore concesso per atterramento di Zapata : Higuain non è freddo sul dischetto e non angola a dovere il piatto destro, purtroppo ancora a mezz’altezza, facendosi respingere il penalty.

Si poteva essere terzi da soli a 5 punti dalla vetta, ma gli azzuri restano nel purgatorio, tra color che son sospesi, non riuscendo ancora a dare la svolta decisiva alla stagione.

 
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2 Comments  comments 

2 Responses

  1. Carlo Torre

    Stavo a vede’ Ki ti Kaka, su Italia 1, in vista di Napoli – Roma. Ma nun ce sta’ troppa retorica che addirittura aizza i malintenzionati? Bbohhhh…me sembra na minkiata!

    Raffaele Auriemma non si puo’ sentire. Due parole due…tre minkiate!!

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