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NAPOLI : ALCUNE CONSIDERAZIONI del DOPO LIVORNO

Mi scuso con tutti i lettori del blog per non aver pubblicato l’articolo di Livorno-Napoli (con relative pagelle), ma da buon tifoso, oltre che da giornalista, non sono riuscito a scrivere subito dopo l’ennesima delusione.

In realtà c’era poco da dire, salvo qualcosa di già ascoltato e di scontato. La solita solfa, le solite banalità, che ho preferito far dire ad altri, perchè a me interessavano poco :

siamo Higuain dipendenti (è vero in parte), non abbiamo la cazzimma (talvolta è vero), soffriamo contro le piccole squadre (c’è ancora qualcuno che non se ne è accorto ???), non siamo una grande squadra (e anche questo lo avevamo assodato prima di Livorno), la rosa non è completa (si scopre l’acqua calda), patiamo i troppi infortuni subiti (che palle…!!!)...ed infine..giocare ogni 3 giorni logora corpi e menti (…e a questo punto non ce la faccio proprio più).

Tralascio tutti i commenti da bar ascoltati da giornalisti e opinionisti su Benitez, che se la cantano e se la suonano a secondo delle vittorie o delle sconfitte (nemmeno all’asilo si crede che quando si vince si è forti e quando si perde si è scarsi..insomma nemmeno i bambini discuterebbero di questi argomenti, semplici e scontati). Tanto hai voglia a lavare la testa a ciucci…ci perdi tempo, acqua e sapone.

Mi soffermerei, invece, su 2 aspetti, che ritengo più meritevoli di essere toccati, facendo una piccola e ancor più ovvia premessa:

La Juventus ha vinto praticamente lo scudetto (viaggia a una media di 104-106 punti…mai raggiunta prima da nessuno) e anche un Napoli più attento ed esperto difficilmente, soprattutto al primo anno di Benitez, avrebbe potuto compiere questa titanica impresa.

La Roma, invece, qualche punto per strada se lo perde, solo che noi, come la Fiorentina fa con gli azzurri, non ne riusciamo ad approfittare, delapidando punti su punti e non facendo tesoro di quelli già persi in precedenza, come se fossimo destinati a perderli senza porvi rimedio.

Chi mi segue, sa cosa penso sull’obiettivo secondo posto, e non mi dilungo (non raggiungerlo significa conmpromettere anche la prossima stagione e gli eventuali sogni di gloria per via del preliminare da disputare nell’anno dei Mondiali e del ritiro anticipato), ma il tifoso, ma anche e l’allenatore e la squadra, sperano di raggiungerlo e di battere la Roma al San Paolo. Allora mi chiedo : “aldilà del blasone di una vittoria contro i giallorossi, che ci regalerebbe un’emozione e una singola soddisfazione, a che servirà battere la Roma ???…per avvicinarsi ???…per tentare di agganciarla..???..ma i punti contro Genoa e Livorno non valgono quanto quelli conquistati contro i Capitolini ???…valgono di meno ???

E allora passiamo ai 2 aspetti da esaminare, il primo riguarda il “sin prisa, sin pausa”, il secondo riguarda Marek Hamsik.

Benitez, nella conferenza stampa prima di Livorno, ci ha spiegato perchè il Napoli trova difficoltà contro le “piccole” squadre, che si chiudono e non lasciano spazi e ci ha detto che con il “sin prisa, sin pausa” avremmo dovuto aspettare il momento giusto in attesa che il varco si aprisse per andare in gol.

Ebbene contro il Livorno siamo stati attenti a non lasciare campo agli avversari per mezz’ora, aspettando con santa pazienza che il varco si aprisse, facendo girare la palla con un ritmo da moviola. A quel punto, pur non aprendosi varchi, il Livorno ci ha concesso generosamente un calcio di rigore, favore che abbiamo, come spesso accade ed eccaduto quest’anno, restituito immediatamente, autocrocifiggendoci con il “paperone” Reina-Britos, che riportato il risultato in parità e la situazione tattica “ex quo ante”, ossia come al primo minuto di gioco.

Il Napoli non ha reagito con veemenza, ma ha ripreso lo stesso canovaccio, palla lenta e che girava “ai due all’ora”.

Mi chiedo : “va bene il sin prisa, sin pausa”, ma che senso ha fare una sorta di tiki taka (modello Barcellona, ma non con lo stasso spessore tecnico, che gli azzurri non hanno), se non lo si fa in velocità ???…Come è possibile non capire che se la palla gira a quel ritmo da sonno, non solo i varchi non si aprono, ma sarebbe impossibile segnare anche ad una squadra di dilettanti, ai quali basta chiudere gli spazi, che mai si apriranno ???

Allora il problema non è far girare la palla, ma farla girare velocemente…e non sono io a scoprire l’acqua calda..

Ma veniamo a Marek Hamsik, il nostro amato Marekiaro è stato vittima di un infortunio fastidiosissimo, che prima ne ha condizionato le prestazioni, poi ne ha imposto lo stop forzato e poi ne ha rallentato la ripresa fisica.

In molti lo hanno criticato (e lo fanno ancora), sostenendo che mal di adattasse allo schema di Benitez, ma non va ricercato nello schema il suo scarso rendimento.

Non dobbiamo dimenticare che lo schema di Benitez  è stato sempre lo stesso e che Hamsik ad inizio stagione era sempre il migliore in campo, addirittura il capocannoniere del campionato con 6 gol nelle prime 10 gare, sempre presente e da protagonista.

Ci sono 2 ragioni diverse, oltre all’infortunio (ormai superato, almeno dal punto di vista clinico,  fisico e atletico), che vanno considerate per capirne di più :

- la prima è di ordine tattico :

Hamsik cambia il suo ruolo e il proprio compito a seconda dello schema adottato dagli avversari, ossia in base allo schieramento difensivo dell’avversario di turno. Quando le difese avversarie si schierano con 3 difensori, Hamsik gioca da seconda punta, più vicino ad Higuain (come accaduto contro il Livorno, contro il Sassuolo, contro il Parma, il Chievo, ossia con tutte le squadre contro cui abbiamo sofferto) e non ha compiti di copertura sul portatore di palla avversario, ossia sul centrocampista (o mediano metiodista..fate voi), non arretra e gioca spesso spalle alla porta, quando non si sposta più indietro a trovare lo spazio giusto. In questa posizione rende meno, limitandosi, spalle alla porta, ad appoggiare palla all’indietro, agendo da sponda e non avendo le caratteristiche per fare la seconda punta (dribbling e spunto in spazi stretti) viene meno e non riesce ad emergere. Quando le difese avversarie si schierano a 4, lui ha il compito di inserirsi tra le linee in fase offensiva e di ripiegare sul centrocampista avversario, riuscendo a garantire più copertura in mezzo al campo e non facendoci trovare in inferiorità numerica in quella zona, inoltre, partendo in posizione più arretrata riesce a sfruttare meglio le sue caratteristiche, inserendosi negli spazi e aggredendoli senza palla. In tal caso il suo rendimento cresce e con lui anche quello della squadra, più pericolosa e imprevedibile in fase offensiva e anche maggiormente coperta in quella difensiva.

Insomma contro le difese a 3 andrebbe bene, o comunque meglio, una seconda punta (per ora abbiamo l’altalenante Pandev, che purtroppo non ha sempre, o quasi mai, un rendimento all’altezza), che potrebbe sfruttare meglio le caratteristiche da attaccante in spazi più angusti.

- la seconda è di ordine psicologico e/o mentale

Un anno e mezzo fa, in occasione della conferenza stampa presentazione del ritiro estivo di Dimaro presso l’Hotel Vesuvio, mi sono ritrovato a porre un quesito al presidente De Laurentiis, proprio su Marek Hamsik.

Facevo notare al Patròn, elogiando il grande, ma discontinuo giocatore, che Hamsik, ragazzo eccezionale e professionista eccellente, non era continuo per gran parte della stagione e si assentava per alcune gare (pur essendo in campo), in quanto lo giudicai refrattario a prendersi le proprie responsabilità in campo e restìo nel tentare la giocata. Spesso si limitava a giocare semplice e a fare il compitino, mentre, in base alle sue enormi potenzialità, doti tecniche e caratteristiche, il tifoso si aspettava molto di più da lui, maggiore propensione alla giocata, un diverso approccio “da leader”(ruolo per cui aveva le potenzialità), maggiore inventiva e senso di responsabilità, invitandolo ad interloquire con il giocatore e mandandogli il messaggio : rischia, prenditi le tue responsabilità, prova la giocata più spesso e caricati sul groppone la squadra, da verio leader e top player quale sei, mostra il tuo talento !!!

Da quel giorno (non sarà stato certo merito della mia domanda) Marek lo fece, sembrò volitivo e propositivo, tentò la giocata quasi sempre, con determinazione ed inventiva, diventò leader e…udite udite…non fu più discontinuo, ma sempre presente e detrminante, disputando tutta la stagione alla grande, dimostrando di aver acquisito quella personalità e maturità necessaria a trasformare un ottimo giocatore in un quasi campione (addirittura affondava il tackle, lui coniglio bagnato che rifugge spesso il contrasto).

L’anno scorso è stato l’anno della sua consacrazione e il trend positivo è andato avanti sino all’infortunio di questa stagione…dopo il quale si sono continuate ad ascoltare voci sulla sua immaturità.

Mi chiedo, ma come è possibile che un calciatore acquisti la sua maturità e la riperda in così breve tempo ???

Poichè ciò non è possibile, credo che l’assenza dai campi di gioco per oltre 3 mesi abbia fatto perdere al ragazzo il ricordo di quello che ha fatto per diventare grande e forse anche il suo spirito da “leader”,…tanto ce ne sono altri in squadra…da Higuain a callejon,…da Albiol a Reina…e qui sta l’errore caro Marek…il leader devi essere tu, almeno in cuor tuo…e quando manca Higuain lo devi dimostrare, devi prendere la squadra per mano e accompagnarla alla vittoria!!!

Scaramanticamente tornerò a porre la domanda su Hamsik a De laurentiis…basterà ???

 
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2 Comments  comments 

2 Responses

  1. falco

    GianLù ma tu si semp convinto che hamsik è nu fuoriclass?
    e che Benitez è il verbo?

    • admin admin

      Si Andrè..so semp convinto…Hamsik sta a piezz ma è nu campione…Benitez è o’nummr 1…e tene pure culo..il che non guasta..

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